Filippo,
discepolo del Battista, fu uno dei primi discepoli dei Signore (Gv
1,43). Originario di Betsaida, come gli altri discepoli che allora si
unirono a Cristo; doveva appartenere a una comunità ellenizzata, come
lascia supporre il suo nome greco e come si può arguire dai rapporti che
egli ebbe con i pagani (Gv 12,20-30).
I tre interventi di Filippo riferiti dal vangelo (Gv
1,45; 6,5-7; 14,8) richiamano in vario modo l’Antico Testamento:
Filippo esprime la sua speranza di vedere la realizzazione delle profezie
nella persona di Cristo; ci aiuta a capire il miracolo della
moltiplicazione dei pani (Gv 6,1-15:
venerdì, II settimana di Pasqua) alla luce dell’Esodo (Num
11,21-23), e il suo desiderio, «mostraci il Padre», ripete quello di
Mosè: «mostraci la tua gloria» (Es
33,18). Non sappiamo se siano attendibili le tradizioni che
stabiliscono la Turchia come luogo dell’apostolato e del martirio di
Filippo.
Giacomo,
detto «il minore», uno dei Dodici, figlio di Alfeo (Mt 10,3; Mc 3,18; Lc
6,15), è identificato dalla tradizione col «fratello del Signore» (Mc
6,3; Mt 13,55), autore della
«Lettera di Giacomo».
Testimone del Risorto (1 Cor 15,7)
ebbe un posto preminente nella comunità di Gerusalemme: a lui Pietro fa
annunciare la sua liberazione (Atti 12,17),
con lui prende contatto Paolo convertito (Gal
1,18s), ha un ruolo importante nel Concilio di Gerusalemme (Atti 15,13-29). Dispersi gli Apostoli, negli anni 36-37, Giacomo
appare il capo della Chiesa madre (Atti
21,18-26). Morì martire verso il 62.
I
dati biografici di questi apostoli contano meno di ciò a cui richiama la
loro festa, al fatto che la Parola di Dio da essi proclamata per riunire
gli uomini nel Regno, e che oggi ci chiama all’Eucaristia, ci edifica
sul fondamento degli Apostoli e dei loro rappresentanti fra noi. Il
messaggio vitale e operativo della Lettera
di Giacomo la sua esaltazione dei poveri e il severo monito ai ricchi,
l’insistere the la fede è sterile senza opere di giustizia, è davvero
attuale.
|
La
predicazione apostolica
Dal
Trattato «Sulla prescrizione degli eretici» di Tertulliano, sacerdote
(Cap.
20, 1-9; 21, 3; 22, 8-10; CCL 1, 201-204)
Cristo
Gesù, Signore nostro, per tutto il tempo che visse sulla terra manifestò
chi egli era, chi era stato, qual era la volontà del Padre, che cosa l'uomo dovesse fare. Questa rivelazione la fece apertamente al popolo e
separatamente ai discepoli, fra i quali scelse i Dodici, come partecipi
del suo magistero universale.
Perciò,
escluso uno di loro, sul punto di ritornare al Padre, dopo la
risurrezione, ordinò agli altri Undici di andare e di ammaestrare le
nazioni, battezzandole nel Padre e Figlio e Spirito Santo.
Gli
apostoli, il cui nome significa «mandati» sorteggiarono come dodicesimo
del loro gruppo Mattia al posto di Giuda e ciò in ossequio all'autorità
profetica del salmo di Davide. Avendo ricevuto, secondo la promessa, lo
Spirito Santo che doveva renderli capaci di fare i miracoli e di
predicare, testimoniarono la fede in Gesù Cristo prima in Giudea e poi in
tutto il mondo istituendo ovunque chiese particolari. Ovunque fecero
risuonare
il medesimo insegnamento e annunziarono la medesima fede.
Così
fondarono chiese in ogni città. Da queste ricevettero la linfa della fede
e i segni della dottrina tutte le altre chiese e tutte le altre
popolazioni che tendono a divenire chiese. Tutte queste chiese venivano
considerate apostoliche come figlie delle chiese degli apostoli.
E'
necessario che ogni cosa risalga alle sue origini. Perciò tra tante e
tanto grandi chiese, unica è la prima fondata dagli apostoli e dalla
quale derivano tutte le altre. Così tutte sono prime e tutte apostoliche,
perché tutte sono una. La comunione di pace, la fraternità che le
caratterizza, la vicendevole disponibilità dimostrano la loro unità.
Titolo di queste prerogative è la medesima tradizione e il medesimo sacro
legame.
Che
cosa poi gli apostoli abbiano predicato, cioè che cosa Cristo abbia loro
rivelato, non può essere altrimenti provato che per mezzo delle chiese
stesse che gli apostoli hanno fondato, e alle quali hanno predicato sia a
viva voce, sia in seguito per mezzo di lettere.
Un
giorno il Signore aveva detto apertamente: «Molte cose ho ancora da
dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso»; aveva
tuttavia soggiunto: «Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi
guiderà alla verità tutta intera» (Gv 16, 12-13). Dimostrò con questo
che essi non ignoravano nulla. Essi avevano la promessa di ricevere «tutta
la verità» per mezzo dello Spirito di verità. La promessa fu mantenuta
come provano gli Atti degli Apostoli quando narrano la discesa dello
Spirito Santo.
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso
Dio ha scelto questi uomini santi
nella generosità del suo amore
e ha dato loro una gloria eterna. Alleluia.
Isti sunt viri
sancti, quos elégit Dóminus
in
caritáte non ficta, et dedit illis glóriam sempitérnam, allelúia.
Colletta
O Dio, nostro Padre, che rallegri la Chiesa con la festa degli apostoli Filippo e Giacomo, per le loro preghiere concedi al tuo popolo di comunicare al mistero della morte e risurrezione del tuo unico Figlio, per contemplare in eterno la gloria del tuo volto. Per il nostro Signore...
Deus, qui
nos ánnua apostolórum Philíppi et Iacóbi festivitáte lætíficas, da nobis,
ipsórum précibus, in Unigéniti tui passióne et resurrectióne consórtium, ut
ad perpétuam tui visiónem perveníre mereámur. Per Dóminum.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima Lettura
1 Cor 15, 1-8
Il
Signore apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli.
Dalla
prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Vi proclamo,
fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel
quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho
annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!
A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè
che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture
e che fu sepolto
e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture
e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la
maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve
a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a
me.
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 18
Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
I cieli
narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.
Canto
al Vangelo Gv 14,6.9
Alleluia,
alleluia.
Io sono la via, la verità e la vita,
dice il Signore;
Filippo, chi vede me, vede anche il Padre.
Alleluia.
Vangelo
Gv 14, 6-14
Da
tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?
Dal
vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse
Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al
Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche
il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai
conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu
dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è
in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre,
che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e
il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le
opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado
al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il
Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio
nome, io la farò».
Sulle
Offerte
Accogli, Signore, i doni che ti presentiamo nella festa degli apostoli Filippo e Giacomo, e concedi anche a noi di servirti con una religione pura e senza macchia. Per Cristo nostro Signore.
Súscipe, Dómine, múnera quæ pro apostolórum Philíppi et Iacóbi festivitáte
deférimus, et immaculátam nobis religiónem mundámque largíre. Per Christum.
Prefazio
degli Apostoli II
La
Chiesa fondata sugli Apostoli e sulla loro testimonianza.
E'
veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere
grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Tu hai stabilito la tua Chiesa
sul fondamento degli Apostoli,
perché sia, attraverso i secoli,
segno visibile della tua santità,
e in nome tuo trasmetta agli uomini
la verità che sono via al cielo.
Per questo mistero di salvezza,
uniti a tutti gli angeli,
proclamiamo nel canto la tua gloria.
Santo, Santo, Santo ...
Vere dignum
et iustum est,
æquum et
salutáre,
nos tibi
semper et ubíque grátias ágere:
Dómine,
sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:
per
Christum Dóminum nostrum.
Quóniam
Ecclésiam tuam in apostólicis tribuísti
consístere
fundaméntis,
ut signum
sanctitátis tuæ in terris manéret ipsa perpétuum,
et cæléstia
præbéret cunctis homínibus documénta.
Quaprópter
nunc et usque in sæculum
cum omni
milítia Angelórum devóta
tibi mente
concínimus, clamántes atque dicéntes:
Sanctus,
Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Antifona
alla Comunione Gv
14,8-9
«Signore, mostraci il Padre e ci basta».
«Filippo, chi vede me, vede anche il Padre mio».
Alleluia.
Dómine,
osténde nobis Patrem,
et súfficit
nobis. Philíppe,
qui videt me, videt et Patrem meum, allelúia.
Dopo
la Comunione
O Dio, nostro Padre, la partecipazione al pane di vita eterna ci purifichi e ci rinnovi perché, in unione con gli apostoli Filippo e Giacomo, possiamo contemplare te nel Cristo tuo Figlio e possedere il regno dei cieli. Per Cristo nostro Signore.
Purífica,
quæsumus, Dómine, mentes nostras per hæc sancta quæ súmpsimus, ut, cum
apóstolis Philíppo et Iacóbo te in Fílio contemplántes, vitam habére
mereámur ætérnam. Per Christum.
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