L’Avvento è tempo di conversione, tempo per
preparare la via del Signore, per raddrizzare i sentieri perché il regno
di Dio venga. L’uomo moderno non è molto attento al tema della
conversione a Dio. Di fronte alle gravi sfide che gli si impongono (fame,
ignoranza, guerra, ingiustizia) mobilita tutte le sue energie, abbandona
anche le vie della comodità, si impone una conversione quotidiana; la
conversione dell’uomo a se stesso. Ma la conversione a Dio come
disponibilità radicale a Lui e rinuncia totale a se stessi, lo lascia
insensibile o anche ostile perché lo rimanda alla sua debolezza e sembra
distoglierlo dai suoi compiti reali.
Il cristiano è consapevole di dover
contribuire alla realizzazione del disegno di Dio che ha affidato
l’universo alle mani operose dell’uomo (cf IV pregh. euc.), e alla
soluzione dei problemi del mondo, collaborando all’opera di creazione e
dando il meglio di se stesso. Ma, in tutto ciò, dove si trova la
conversione a Dio? Se i cristiani perdono il senso della conversione a
Dio, e se il cristianesimo presenta soltanto il volto di un umanesimo
senza dimensione religiosa si priva il mondo di un dono divino.
Spianate la via
«Giovanni proclamò la sua venuta e lo indicò
presente nel mondo»
(II pref. dell’avvento). Con Giovanni Battista, il
Precursore (vangelo), Dio sta per visitare il suo popolo. La voce severa
che grida nel deserto ci prepara al giudizio di Dio non con atti puramente
esterni e rituali ma con la conversione del cuore. Gesù continuerà in
questa linea di conversione: l’opzione per il Regno vorrà dire
spogliamento di sé, rinuncia ad ogni forma di orgoglio, disponibilità
agli impulsi dello Spirito, obbedienza. L’uomo che vorrà seguire Gesù,
l’uomo che vuol vedere «la salvezza di Dio»
(vangelo), è chiamato a fare il
vuoto in sé, e a perdersi in qualche modo.
Una simile conversione religiosa è accessibile
ad ogni uomo, di qualunque condizione sociale o spirituale; non è legata
concretamente a nessuna pratica penitenziale anche se tende ad esprimersi
in azioni significative, ed è proposta a tutti gli uomini, poiché tutti
sono peccatori, e Gesù stesso dichiara di essere venuto solo per i
peccatori. E’ un cambio radicale della mentalità e degli atteggiamenti
profondi, che si manifesta in azioni nuove e in una vita nuova: è una
disponibilità totale a servizio dell’amore di Dio e degli uomini. Per
questo Paolo chiede che i Filippesi possano
«distinguere sempre il
meglio»,
«essere integri per il giorno di Cristo»
e ricolmi di
«frutti di giustizia»
(vv. 9-11) (seconda lettura). Il regno di Dio è
dunque in cammino: nessuno potrà arrestarlo... Il giudizio di Dio sta su
di noi come la scure sta alla radice dell’albero. Spetta ai singoli far
sì che si tratti di un giudizio di conversione o di un irrimediabile
indurimento.
Il continuo
«andare»
dell’uomo
L’itinerario che ogni uomo deve percorrere
nella sua vita, come pure il cammino di tutta l’umanità nella sua
storia, non hanno la scorrevolezza delle moderne autostrade. La continua
marcia dell’uomo verso la felicità si apre nella precarietà ed è irta
di ostacoli, spezzata da bivi sempre dilanianti.
Eppure l’uomo non desiste da questo suo
continuo andare: come il popolo di Israele nel deserto vaga verso la
«sua»
terra. Cristo è il bivio decisivo sulle strade degli uomini: o
con lui o contro di lui. Quella di Cristo è però la strada più ardua:
una strada che passa attraverso il sangue e la croce, ma è l’unica che
porta a Dio. In Gesù la via dell’uomo e la via di Dio si incontrano.
L’invito di Cristo ad ognuno è sempre pressante:
«Vieni, seguimi».
Non c’è altra strada per giungere a Dio che seguire i passi di Cristo:
solo così l’uomo non cammina nel buio e nell’incertezza.
L’assemblea ne è consapevole; per questo domanda con fiducia al Padre:
«… la sapienza che viene dal cielo ci guidi alla comunione con il
Cristo»
(colletta).
La strada dell’amore e della giustizia
Percorrere la strada di Cristo vuol dire
incontrarsi con lui: vuol
dire puntare decisamente su di lui abbattendo gli ostacoli frapposti.
Il segno visibile di questo incontro è la celebrazione eucaristica. Segno
non solo della nostra scelta per Cristo, ma anche della scelta degli
uomini come fratelli e compagni di viaggio. E’ scegliere l’impegnativa
strada dell’amore e della giustizia, perché questa è stata la via di
Cristo.
Partecipare all’Eucaristia
significa diventare pane per gli altri come Cristo lo è per noi;
significa donare la vita per far crescere intorno a noi l’amore e la
giustizia, il sorriso e la speranza.
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Voce
di uno che grida nel deserto
Dal
«Commento sul profeta Isaia» di Eusebio, vescovo di Cesarea.
(Cap. 40, vv. 3. 9; PG 24, 366-367)
Voce di uno che grida nel deserto: «Preparate la via al Signore,
appianate nella steppa la strada per il nostro Dio» (Is 40, 3).
Dichiara apertamente che le cose riferite nel vaticinio, e cioè l'avvento
della gloria del Signore e la manifestazione a tutta l'umanità della
salvezza di Dio, avverranno non in Gerusalemme, ma nel deserto. E questo
si è realizzato storicamente e letteralmente quando Giovanni Battista
predicò il salutare avvento di Dio nel deserto del Giordano, dove appunto
si manifestò la salvezza di Dio. Infatti Cristo e la sua gloria apparvero
chiaramente a tutti quando, dopo il suo battesimo, si aprirono i cieli e
lo Spirito Santo, scendendo in forma di colomba, si posò su di lui e
risuonò la voce del Padre che rendeva testimonianza al Figlio: «Questi
è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo»
(Mt 17, 5).
Ma tutto ciò va inteso anche in un senso allegorico. Dio stava per venire
in quel deserto, da sempre impervio e inaccessibile, che era l'umanità.
Questa infatti era un deserto completamente chiuso alla conoscenza di Dio
e sbarrato a ogni giusto e profeta. Quella voce, però, impone di aprire
una strada verso di esso al Verbo di Dio; comanda di appianare il terreno
accidentato e scosceso che ad esso conduce, perché venendo possa
entrarvi: Preparate la via del Signore (cfr. Ml 3, 1).
Preparazione è l'evangelizzazione del mondo, è la grazia confortatrice.
Esse comunicano all'umanità al conoscenza della salvezza di Dio.
«Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion; alza la voce
con forza, tu che rechi liete notizie in Gerusalemme» (Is 40, 9).
Prima si era parlato della voce risuonante nel deserto, ora, con queste
espressioni, si fa allusione, in maniera piuttosto pittoresca, agli
annunziatori più immediati della venuta di Dio e alla sua venuta stessa.
Infatti prima si parla della profezia di Giovanni Battista e poi degli
evangelizzatori.
Ma qual è la Sion a cui si riferiscono quelle parole? Certo quella che
prima si chiamava Gerusalemme. Anch'essa infatti era un monte, come
afferma la Scrittura quando dice: «Il monte Sion, dove hai preso dimora»
(Sal 73, 2); e l'Apostolo: «Vi siete accostati al monte di Sion» (Eb 12,
22). Ma in un senso superiore la Sion, che rende nota le venuta di Cristo,
è il coro degli apostoli, scelto di mezzo al popolo della circoncisione.
Si, questa, infatti, è la Sion e la Gerusalemme che accolse la salvezza
di Dio e che è posta sopra il monte di Dio, è fondata, cioè,
sull'unigenito Verbo del Padre. A lei comanda di salire prima su un monte
sublime, e di annunziare, poi, la salvezza di Dio.
Di chi è figura, infatti, colui che reca liete notizie se non della
schiera degli evangelizzatori? E che cosa significa evangelizzare se non
portare a tutti gli uomini, e anzitutto alle città di Giuda, il buon
annunzio della venuta di Cristo in terra?
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso Cf
Is 30,19.30
Popolo di Sion, il Signore verrà a salvare i popoli
e farà sentire la sua voce potente
per la gioia del vostro cuore.
Pópulus Sion, ecce Dóminus véniet ad salvándas gentes; et audítam fáciet
Dóminus glóriam vocis suæ in lætítia cordis vestri.
Colletta
Dio grande e misericordioso, fa' che il nostro impegno nel mondo non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio, ma la sapienza che viene dal cielo ci guidi alla comunione con Cristo, nostro Salvatore. Egli è Dio...
Omnípotens et miséricors Deus, in tui occúrsum Fílii festinántes nulla
ópera terréni actus impédiant, sed sapiéntiæ cæléstis erudítio nos
fáciat eius esse consórtes. Qui tecum.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima
Lettura Bar 5,1-9
Dio mostrerà il tuo
splendore ad ogni creatura.
Dal libro
del profeta Baruc
Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell'afflizione,
rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre.
Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio,
metti sul tuo capo il diadema di gloria dell'Eterno,
perché Dio mostrerà il tuo splendore a ogni creatura sotto il cielo.
Sarai chiamata da Dio per sempre:
«Pace di giustizia» e «Gloria di pietà».
Sorgi, o Gerusalemme, sta' in piedi sull'altura
e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti,
dal tramonto del sole fino al suo sorgere,
alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio.
Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici;
ora Dio te li riconduce in trionfo come sopra un trono regale.
Poiché Dio ha deciso di spianare
ogni alta montagna e le rupi perenni,
di colmare le valli livellando il terreno,
perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.
Anche le selve e ogni albero odoroso
hanno fatto ombra a Israele per comando di Dio.
Perché Dio ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria,
con la misericordia e la giustizia che vengono da lui.
Salmo
Responsoriale Dal Salmo 125
Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci
sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la
nostra lingua di gioia.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte.
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Nell'andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma
nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
Seconda
Lettura Fil 1,4-6,8-11
State integri e
irreprensibili per il giorno di Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fratelli, sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a
motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino
al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi
quest'opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo
Gesù.
Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi
nell'amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la vostra carità cresca
sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate
distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il
giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per
mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.
Canto al
Vangelo Lc 3,4-6
Alleluia,
alleluia.
Preparate
la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo
vedrà la salvezza di Dio!
Alleluia.
Vangelo
Lc 3,1-6
Ogni uomo
vedrà la salvezza di Dio!.
Dal
vangelo secondo Luca
Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio
Pilato era governatore della Giudea. Erode tetràrca della Galilea, e
Filippo, suo fratello, tetràrca dell'Iturèa e della Traconìtide, e
Lisània tetràrca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la
parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di
conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli
oracoli del profeta Isaia:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».
Sulle
Offerte
Ti siano, gradite, Signore, le nostre umili offerte e preghiere; all'estrema povertà dei nostri meriti
supplisca l'aiuto della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.
Placáre, Dómine, quæsumus, nostræ précibus humilitátis et hóstiis, et,
ubi nulla súppetunt suffrágia meritórum, tuæ nobis indulgéntiæ succúrre
præsídiis. Per Christum.
Prefazio
dell'Avvento I
La
duplice venuta del Cristo
È
veramente cosa buona e giusta,
nostro
dovere e fonte di salvezza,
rendere
grazie sempre e in ogni luogo
a
te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per
Cristo nostro Signore.
Al
suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana
egli portò a compimento la promessa antica,
e
ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Verrà
di nuovo nello splendore della gloria,
e
ci chiamerà a possedere il regno promesso
che
ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.
E
noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con gioia l’inno della tua lode:
Santo,
Santo, Santo
....
Vere dignum
et iustum est,
æquum et
salutáre,
nos tibi
semper et ubíque grátias ágere:
Dómine,
sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:
per
Christum Dóminum nostrum.
Qui, primo
advéntu in humilitáte carnis assúmptæ,
dispositiónis antíquæ munus implévit,
nobísque
salútis perpétuæ trámitem reserávit:
ut, cum
secúndo vénerit in suæ glória maiestátis,
manifésto
demum múnere capiámus,
quod
vigilántes nunc audémus exspectáre promíssum.
Et ídeo cum
Angelis et Archángelis,
cum Thronis
et Dominatiónibus,
cumque omni
milítia cæléstis exércitus,
hymnum
glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:
Sanctus,
Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Oppure:
Prefazio dell’Avvento I/A
Cristo, Signore e giudice della storia
È veramente giusto renderti grazie
e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode,
Padre onnipotente, principio e fine di tutte le cose.
Tu ci hai nascosto il giorno e l’ora,
in cui il Cristo tuo Figlio, Signore e giudice della storia,
apparirà sulle nubi del cielo
rivestito di potenza e splendore.
In quel giorno tremendo e glorioso
passerà il mondo presente
e sorgeranno cieli nuovi e terra nuova.
Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo,
perché lo accogliamo nella fede
e testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo regno.
Nell’attesa del suo ultimo avvento,
insieme agli angeli e ai santi,
cantiamo unanimi l’inno della tua gloria:
Santo,
Santo, Santo
....
Antifona
alla Comunione
Bar 5,5; 4,36
Gerusalemme,
sorgi e sta' in alto:
e contempla la gioia che a te viene dal tuo Dio.
Ierúsalem, surge et sta in excélso, et vide iucunditátem, quæ véniet
tibi a Deo tuo.
Oppure: Cf Mt 3,3; Mc 1,3; Lc 3,4
Voce che
grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri.
Dopo
la Comunione
O Dio, che in questo sacramento ci hai nutriti con il pane della vita, insegnaci a valutare con i sapienza i beni della terra, nella continua ricerca dei beni del cielo. Per Cristo nostro Signore.
Repléti cibo spiritális alimóniæ, súpplices te, Dómine, deprecámur, ut,
huius participatióne mystérii, dóceas nos terréna sapiénter perpéndere,
et cæléstibus inhærére. Per Christum.
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