21
AGOSTO
SAN
PIO X
Papa (1835-1914) Memoria
LETTURE:
1 Ts 2,2-8;
Sal
22; Gv 21,15-17
Giuseppe Sarto, nato a Riese (Treviso) da
famiglia di contadini, divenuto sacerdote, fu direttore spirituale dei
seminario, parroco, poi vescovo di Mantova e di Venezia, e divenne
Papa col nome di Pio X. Il suo motto, «Instaurare omnia in Christo», fu un programma di rinnovamento, di riforme. Respinse ogni
ingerenza politica nell’elezione dei Papa, riformò
l’amministrazione centrale della Chiesa e le nomine dei Vescovi,
avviò la codificazione delle leggi universali ecclesiastiche. Essendo
fino allora uno dei pochi papi dell’età moderna che fosse giunto
alla direzione della Chiesa, passando per i vari gradi della vita
pastorale diretta, si preoccupò delle sue basi: la formazione
catechistica, la partecipazione liturgica, la conoscenza della parola
di Dio.
Per questo ampio lavoro pastorale, fece
preparare un Catechismo ed egli stesso predicava alle parrocchie
romane in Vaticano; avviò le riforme liturgiche, in particolare della
musica, del canto, del breviario, raccomandò la comunione frequente e
quotidiana e la prima comunione dei fanciulli; favorì gli studi
biblici. Caldeggiò la formazione pastorale dei clero, elevandone il
livello degli studi, e favorendo il tomismo; condannò le
deviazioni
dottrinali del « modernismo ». Spirito profondamente religioso,
ricco di doti umane e di capacità organizzativa, si concentrò sulla
vita interna della Chiesa e sulla sua espansione missionaria; prese a
cuore i movimenti laici che diverranno, sotto Pio XI, l’Azione
Cattolica. Ebbe alcuni gesti forti con vari governi, rifiutando ogni
compromesso. Addolorato per lo scoppio della prima guerra mondiale,
morì il 21 agosto 1914, compianto dal popolo che amava la sua
semplicità.
Catechesi su San Pio X di Benedetto XVI
nell'Udienza Generale del 18 agosto 2010
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La Chiesa che canta le lodi di Dio
Dalla Costituzione Apostolica «Divino Afflatu» di san Pio X, papa
(AAS 3 [1911], 633-635)
I salmi furono composti per divina ispirazione e si trovano raccolti nelle Sacre Scritture. Risulta che fin dagli inizi della Chiesa sono serviti meravigliosamente a nutrire la pietà dei fedeli. I cristiani mediante i salmi offrivano continuamente a Dio il sacrificio di lode, cioè il frutto delle labbra che rendevano omaggio al suo nome (cfr. Eb 13, 15; Os 14, 3). Una parte ragguardevole della stessa sacra Liturgia e del divino Ufficio, secondo
l'uso già accolto nella Legge antica, è costituito da salmi. Da essi nacque quella «voce della Chiesa» di cui parla Basilio, e la salmodia, «figlia di quella innodia», come la chiama il nostro predecessore Urbano ottavo, «che risuona incessantemente
davanti al trono di Dio e dell'Agnello». Sono i salmi soprattutto che, secondo
sant'Atanasio, insegnano agli uomini consacrati al culto divino, «in che misura si debba lodare Dio, e con quali parole rendergli decorosamente omaggio». Egregiamente dice a tal proposito Agostino: «Per essere opportunamente lodato
dall'uomo, Dio stesso si è lodato; e poiché si è degnato di lodare se stesso, per questo
l'uomo ha trovato come lo possa lodare».
Nei salmi si trova una sorprendente efficacia per suscitare negli animi di tutti il desiderio delle virtù. Benché, infatti, tutta la nostra Scrittura, e antica e nuova, sia divinamente ispirata e utile
all'istruzione (cfr. 2 Tm 3, 16), però il libro dei salmi, secondo sant'Atanasio è, per così dire, il giardino paradisiaco nel quale si possano cogliere i frutti di tutti gli altri testi ispirati. Così il salterio non solo innalza i canti degli altri libri biblici, ma vi unisce anche i suoi, che modula al suono della cetra.
Sant'Atanasio aggiunge: «In verità, a me che innalzano canti, i salmi sembrano essere come
degli specchi in cui uno contempla se stesso e il suo stato interiore e da ciò si sente animato a recitarli».
Sant'Agostino nelle Confessioni esclama: «Quanto ho pianto al sentire gli inni e i canti in tuo onore, vivamente commosso dalla voci della tua Chiesa, che cantava dolcemente! Quelle voci vibravano nelle mie orecchie e la verità
calava nel mio cuore e tutto si trasformava in sentimento di amore e mi procurava tanta gioia da farmi sciogliere in lacrime».
Chi non si sentirebbe altamente edificato nel ripetere qualcuno di quei numerosi passi che cantano così liricamente e profondamente
l'infinita grandezza di Dio, la sua potenza, la sua eccelsa santità, la sua bontà e misericordia con tutte
le altre infinite prerogative divine?
Quell'intenso sentimento religioso che li permea è straordinariamente efficace a muovere il cuore alla gratitudine verso i benefici divini, o ad ispirare
l'umile supplica in ordine a nuove grazie, o a
suscitare salutari propositi di conversione dal peccato.
I salmi accendono l'amore a Cristo perché sono come un quadro che presenta ben delineata
l'immagine del Redentore. Giustamente dunque Agostino ne «sentiva in tutti i salmi la voce che esultava e che gemeva, che si allietava nella speranza o che sospirava la meta».
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso
Il Signore lo ha scelto come sommo sacerdote,
gli ha aperto i suoi tesori,
lo ha colmato di ogni benedizione.
Elégit eum Dóminus sibi in sacerdótem magnum, et apériens thesáurum suum
abundáre eum fecit ómnibus bonis.
Colletta
O Dio, che per difendere la fede cattolica e unificare ogni cosa nel
Cristo hai animato del tuo Spirito di sapienza e di fortezza il papa san
Pio X, fa' che alla luce dei suoi insegnamenti e del suo esempio,
giungiamo al premio della vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito
Santo...
Deus, qui, ad tuéndam cathólicam fidem et univérsa in Christo
instauránda, beátum Pium papam cælésti sapiéntia et apostólica
fortitúdine replevísti, concéde propítius, ut, eius institúta et exémpla
sectántes, præmia consequámur ætérna. Per Dóminum.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima
Lettura
1 Ts 2,
2b-8
Avremmo
desiderato darvi non solo il vangelo, ma la nostra stessa vita.
Dalla
prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Fratelli, abbiamo avuto il coraggio nel nostro Dio di annunziarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte. E il nostro appello non è stato mosso da volontà di inganno, né da torbidi motivi, né abbiamo usato frode alcuna; ma come Dio ci ha trovati degni di affidarci il vangelo così lo predichiamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori.
Mai infatti abbiamo pronunziato parole di adulazione, come sapete, né avuto pensieri di cupidigia: Dio ne è testimone. E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo.
Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura delle proprie creature. Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.
Salmo
Responsoriale Dal
Salmo 22
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi il Signore mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.
Canto
al Vangelo Gv
10,14
Alleluia,
alleluia.
Io sono il buon pastore, dice il Signore;
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.
Alleluia.
Vangelo
Gv 21, 15-17
Pasci
i miei agnelli, pasci le mie pecorelle.
Dal
vangelo secondo Giovanni
Quando si fu manifestato ai suoi discepoli ed ebbe mangiato con loro, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle».
Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle».
Sulle
Offerte
Accetta con bontà, Signore, le offerte che ti presentiamo e fa' che,
sull'esempio di san Pio X, con devozione sincera e con viva fede
partecipiamo a questi santi misteri. Per Cristo nostro Signore.
Oblatiónibus nostris, Dómine, benígne suscéptis, da, quæsumus, ut hæc
divína mystéria, beáti Pii papæ mónita secúti, sincéris tractémus
obséquiis, et fidéli mente sumámus. Per Christum.
Antifona alla Comunione Gv
21,17
«Signore, tu sai tutto:
tu sai che io ti amo».
Jn 10,11
Pastor bonus ánimam suam pósuit pro óvibus suis.
Dopo la Comunione
Signore nostro Dio, la mensa eucaristica alla quale ci siamo accostati nel
ricordo del papa san Pio X, ci renda forti nella fede e concordi nella
carità. Per Cristo nostro Signore.
Memóriam beáti Pii papæ celebrántes, quæsumus, Dómine Deus noster, ut,
virtúte mensæ cæléstis, constántes efficiámur in fide, et in tua simus
caritáte concórdes. Per Christum.
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