14
AGOSTO
SAN
MASSIMILIANO MARIA KOLBE
Sacerdote
e Martire (1894-1941)
Memoria
LETTURE:
1Gv
3,14-18;
Sal
115; Gv
15,12-17
Massimiliano
Maria Kolbe è entrato nell'elenco dei santi con i titolo di sacerdote e
martire. La sua testimonianza illumina di luce pasquale l’orrido mondo dei lager. Nacque in Polonia nel 1894;
si consacrò al Signore nella famiglia Francescana dei Minori
Conventuali.
Innamorato della Vergine, fondò « La milizia di Maria Immacolata»
e svolse, con la parola e con la stampa, un intenso apostolato
missionario in Europa e in Asia. Deportato ad Auschwitz durante la
seconda guerra mondiale, in uno slancio di carità offrì la sua vita di
sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di
prigionia. Morì nel bunker della fame il 14 agosto 1941. Giovanni Paolo
II lo ha chiamato «patrono del nostro difficile secolo ». La sua
figura si pone al crocevia dei problemi emergenti del nostro tempo: la
fame, la pace tra i popoli, la riconciliazione, il bisogno di dare senso
alla vita e alla morte.
Zelo apostolico per la salvezza e la santificazione delle anime
Dalle lettere di san Massimiliano Maria Kolbe
(Cfr. Scritti di Massimiliano M. Kolbe, traduzione italiana, Vol. I, Firenze 1975, pp. 44-46. 113-114)
Sono pieno di gioia, fratello carissimo, per l'ardente zelo che ti spinge a promuovere la gloria di Dio. Nei nostri tempi, constatiamo, non senza tristezza, il propagarsi
dell'«indifferentismo». Una malattia quasi epidemica che si va diffondendo in varie forme non solo nella generalità dei fedeli, ma anche tra i membri degli istituti religiosi. Dio è degno di gloria infinita. La nostra prima e principale preoccupazione deve essere quella di dargli lode nella misura delle nostre deboli forze, consapevoli di non poterlo glorificare quanto egli merita.
La gloria di Dio risplende soprattutto nella salvezza delle anime che Cristo ha redento con il suo sangue. Ne deriva che
l'impegno primario della nostra missione apostolica sarà quello di procurare la salvezza e la santificazione del maggior numero di anime. Ed ecco in poche parole i mezzi più adatti per procurare la gloria di Dio nella santificazione delle anime. Dio, scienza e sapienza infinita, che conosce perfettamente quello che dobbiamo fare per aumentare la sua gloria, manifesta normalmente la sua volontà mediante i suoi rappresentanti sulla terra.
L'obbedienza, ed essa sola, è quella che ci manifesta con certezza la divina volontà.
E' vero che il superiore può errare, ma chi obbedisce non sbaglia. L'unica eccezione si verifica quando il superiore comanda qualcosa che chiaramente, anche in cose minime, va contro la legge divina. In questo caso egli non è più interprete della volontà di Dio.
Dio è tutto: solo lui è infinito, sapientissimo, clementissimo Signore, creatore e Padre, principio e fine, sapienza, potere e amore. Tutto ciò che esiste fuori di Dio ha valore in quanto si riferisce a lui, che è creatore di tutte le cose, redentore degli uomini, fine ultimo di tutte le creazioni. Egli ci manifesta la sua volontà e ci attrae a sé attraverso i suoi rappresentanti sulla terra, volendo servirsi di noi per attrarre a sé altre anime e unirle nella perfetta carità.
Considera, fratello, quanto è grande, per la misericordia di Dio, la dignità della nostra condizione. Attraverso la via
dell'obbedienza noi superiamo i limiti della nostra piccolezza, e ci conformiamo alla volontà divina che ci guida ad agire rettamente con la sua infinita sapienza e prudenza. Aderendo a questa divina volontà a cui nessuna creatura può resistere, diventiamo più forti di tutti.
Questo è il sentiero della sapienza e della prudenza, l'unica via nella quale possiamo rendere a Dio la massima gloria. Se esistesse una via diversa e più adatta, il Cristo
l'avrebbe certamente manifestata con la parola e con l'esempio. Il lungo periodo della vita nascosta di Nazareth è compendiato dalla Scrittura con queste parole: «e stava loro sottomesso» (Lc 2, 51). Tutto il resto della sua vita è posto sotto il segno
dell'obbedienza, mostrando frequentemente che il Figlio di Dio è disceso sulla terra per compiere la volontà del Padre.
Amiamo dunque, fratelli, con tutte le forze il Padre celeste pieno di amore per noi; e la prova della nostra perfetta carità sia
l'obbedienza, da esercitare soprattutto quando ci chiede di sacrificare la nostra volontà. Infatti non conosciamo altro libro più sublime che Gesù Cristo crocifisso, per progredire
nell'amore di Dio.
Tutte queste cose le otterremo più facilmente per l'intercessione della Vergine Immacolata che Dio, nella sua bontà, ha fatto dispensatrice della sua misericordia. Nessun dubbio che la volontà di Maria è la stessa volontà di Dio. Consacrandoci a lei, diventiamo nelle sue mani strumenti della divina misericordia, come lei lo è stato nelle mani di Dio.
Lasciamoci dunque guidare da lei, lasciamoci condurre per mano, tranquilli e sicuri sotto la sua guida. Maria penserà a tutto per noi, provvederà a tutto e allontanando ogni angustia e difficoltà verrà prontamente in soccorso alle nostre necessità corporali e spirituali.
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso
Mt
25, 34. 40
«Venite, o benedetti dal Padre mio»,
dice il
Signore.
«ero malato e mi avete visitato. In
verità vi dico:
ogni volta che voi avete fatto queste cose
a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete
fatto a me».
Veníte, benedícti Patris mei, dicit Dóminus. Amen dico vobis: quámdiu
fecístis uni de his frátribus meis mínimis, mihi fecístis.
Colletta
O Dio, che hai dato alla Chiesa e al mondo
san Massimiliano Maria Kolbe, sacerdote e martire,
ardente di amore per la Vergine Immacolata,
interamente dedito alla missione apostolica
e al servizio eroico del prossimo,
per sua intercessione concedi a noi, a gloria del tuo nome,
di impegnarci senza riserve al bene dell'umanità
per imitare, in vita e in morte, il Cristo tuo Figlio. Egli è Dio...
Deus, qui sanctum Maximiliánum Maríam, presbyterum et mártyrem, amóre
Vírginis Immaculátæ succénsum, animárum zelo et próximi dilectióne
replevísti, concéde propítius, ut, eo intercedénte, pro tua glória in
servítio hóminum strénue laborántes, usque ad mortem Fílio tuo
conformári valeámus. Qui tecum.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima
Lettura Sap
3.1-9
Dio
li ha graditi come un olocausto.
Dal
libro della Sapienza
Le
anime dei giusti, sono nelle mani di Dio,
nessun tormento le toccherà.
Agli occhi degli stolti parve che morissero;
la loro fine fu ritenuta una sciagura,
la loro dipartita da noi una rovina, ma essi sono nella pace.
Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
la loro speranza è piena di immortalità.
In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici,
perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé:
li ha saggiati come oro nel crogiuolo
e li ha graditi come un olocausto.
Nel giorno del loro giudizio risplenderanno;
come scintille nella stoppia, correranno qua e là.
Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
e il Signore regnerà per sempre su di loro.
Quanti confidano in lui comprenderanno la verità;
coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell'amore,
perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti.
Oppure: 1 Gv 3, 14-18
Non
amiamo a parole, ma coi fatti e nella verità.
Dalla
prima lettera di san Giovanni apostolo
Fratelli, noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo
i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio
fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso
la vita eterna.
Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha
dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i
fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello
in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l’amore di
Dio?
Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella
verità.
Salmo
Responsoriale Dal
Salmo 115
Preziosa agli occhi dei Signore è la morte dei suoi
fedeli.
Ho creduto anche quando dicevo:
«Sono troppo infelice»
Ho detto con sgomento:
«Ogni uomo è inganno ».
Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha
dato?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome dei Signore.
Sì, io sono il tuo servo, Signore,
io sono tuo servo, figlio della tua ancella;
hai spezzato le mie catene.
A te offrirò sacrifici di lode
e invocherò il nome dei
Signore.
Canto
al Vangelo Gv
12,25
Alleluia,
alleluia.
«Chi odia la sua vita in questo mondo,
la conserverà per la vita
eterna».
Alleluia.
Vangelo
Gv
15, 12-16
Nessuno
ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.
Dal
vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù
disse ai suoi discepoli: « Questo è il mio comandamento: che vi amiate
gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di
questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete
ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa
quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò
che ho udito dal Padre, l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io
ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il
vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel
mio nome, ve lo conceda ».
Sulle Offerte
Accogli, Signore, i doni e le preghiere che ti presentiamo nel ricordo
di san Massimiliano Maria, e fa' che impariamo ad offrirti come lui il
sacrificio della nostra vita. Per Cristo nostro Signore.
Múnera nostra
tibi, Dómine, exhibémus, supplíciter exorántes, ut sancti Maximiliáni
Maríæ exémplo, vitam nostram tibi discámus offérre. Per Christum.
Antifona alla Comunione
Gv 15, 13
«Nessuno ha un amore più grande di questo:
dar la vita per i propri amici », dice il Signore.
Maiórem caritátem
nemo habet, ut ánimam suam ponat quis pro amícis suis, dicit Dóminus.
Dopo la
Comunione
O Dio, premio e gloria dei martiri, che ci hai nutriti del corpo e
sangue del tuo Figlio, suscita anche in noi da questo sacro convito il
fuoco della carità, che infiammò san Massimiliano Maria e lo spinse a
donare la vita per i fratelli. Per Cristo nostro Signore.
Quæsumus, Dómine,
ut refécti Córpore et Sánguine Fílii tui, eo caritátis igne accendámur,
quem ex hoc convívio sanctus Maximiliánus María accépit. Per Christum.
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