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LUGLIO
LETTURE:
1
Cor 10,31-11,1;
Sal
111;
Lc 14, 25-33
Ignazio Lopez di Loyola era un cavaliere
impetuoso e avventuroso. Ferito nell’assedio di Pamplona, durante la
convalescenza, non trovando letture cavalleresche di cui era
appassionato, scoprì Cristo nel Vangelo e nella vita dei santi (Leggenda Aurea di Giacomo da Varazze) e volle darsi a Cristo
nella Chiesa. Maturò la sua conversione nel monastero di Montserrat,
iniziandosi alla «devotio moderna» e soprattutto leggendo la
«Imitazione
di Cristo» nella grotta di Manresa, in cui ebbe esperienze
mistiche, e gettò le basi del suo celebre libro, gli «Esercizi
spirituali». Studiò filosofia e teologia a Parigi, dove fondò la «Compagnia di Gesù», e a Venezia, dove divenne sacerdote. Stabilitosi
a Roma, pose la sua «compagnia», quasi «corpo d’armata», a
disposizione del Papa per la difesa della fede, la riforma della Chiesa,
l’opera missionaria. L’azione apostolica di Ignazio e dei
collaboratori fu intensa e vasta. Aprì i suoi alla cultura teologica e
alla cultura umana, così da poter rappresentare la Chiesa nel campo
delle scienze e del pensiero moderno, e ne fece degli esperti educatori.
La sua figura appare oggi più ricca, più umana e complessa, attraverso
studi storici che l’hanno liberata da sfasature d’una certa
agiografia. Si capisce Ignazio alla luce del suo profondo spirito di
dedizione, della mistica del «servizio», del suo ottimismo e
dinamismo orientati «alla maggior gloria di Dio» nella Chiesa e per
la Chiesa. Il suo «Diario spirituale» rivela una profonda umanità,
esperienze mistiche trinitarie, carità e pietà ricche di sentimento.
La mentalità «cristocentrica» che l’ascetica ignaziana si sforza
di creare nei fedeli, si modella su un Gesù concretamente storico.
Sant’Ignazio assimilò Cristo con profonda meditazione e preghiera,
nell’obbedienza e nella santità della vita. Il suo è un modo nuovo
di imitare Cristo, che farà scuola per altri ordini e congregazioni
religiose, movimenti di apostolato e di spiritualità.
Tutti, nella Chiesa, chiamati
alla pienezza della vita cristiana e a perfezione della carità,
promovendo un tenore di vita più umano, e fatti conformi a Cristo
nell’obbedienza al Padre, devono consacrarsi alla gloria di Dio e al
servizio dei prossimo (cf LG 40). Nella
liturgia, uniti ai santi e «radunati in un’unica Chiesa, con
unico canto di lode glorifichiamo Dio uno e trino» (LG 50).
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Provate gli spiriti se sono da Dio
Dagli «Atti» raccolti da Ludovico Consalvo dalla bocca di sant'Ignazio
8Cap. 1, 5-9; Acta SS. Iulii, 7, 1868, 647)
Essendo stato appassionato divoratore di romanzi e d'altri libri fantasiosi sulle imprese mirabolanti di celebri personaggi, quando cominciò a sentirsi in via di guarigione, Ignazio domandò che gliene fossero dati alcuni tanto per ingannare il tempo. Ma nella casa, dove era ricoverato, non si trovò alcun libro di quel genere, per cui gliene furono dati due intitolati «Vita di Cristo» e «Florilegio di santi», ambedue nella lingua materna.
Si mise a leggerli e rileggerli, e man mano che assimilava il loro contenuto, sentiva nascere in sé un certo interesse ai temi ivi trattati. Ma spesso la sua mente ritornava a tutto quel mondo immaginoso descritto dalle letture precedenti. In questo complesso gioco di sollecitazioni si inserì
l'azione di Dio misericordioso.
Infatti, mentre leggeva la vita di Cristo nostro Signore e dei santi, pensava dentro di sé e così si interrogava: «E se facessi
anch'io quello che ha fatto san Francesco; e se imitassi l'esempio di san Domenico?». Queste considerazioni duravano anche abbastanza a lungo avvicendandosi con quelle di carattere mondano. Un tale susseguirsi di stati
d'animo lo occupò per molto tempo. Ma tra le prime e le seconde vi era una differenza. Quando pensava alle cose del mondo era preso da grande piacere; poi subito dopo quando, stanco, le abbandonava, si ritrovava triste e inaridito. Invece quando immaginava di dover condividere le austerità che aveva visto mettere in pratica dai santi, allora non solo provava piacere mentre vi pensava, ma la gioia continuava anche dopo.
Tuttavia egli non avvertiva né dava peso a questa differenze fino a che, aperti un giorno gli occhi della mente, incominciò a riflettere attentamente sulle esperienze interiori che gli causavano tristezza e sulle altre che gli portavano gioia.
Fu la prima meditazione intorno alle cose spirituali. In seguito, addentratosi ormai negli esercizi spirituali, costato che proprio da qui aveva cominciato a comprendere quello che insegnò ai suoi sulla diversità degli spiriti.
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso Fil
2.10-11
Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi
in cielo, in terra e sotto terra, e ogni lingua proclami
che Gesù è il Signore
a gloria di Dio Padre.
In nómine Iesu omne genu flectátur, cæléstium, terréstrium et infernórum;
et omnis lingua confiteátur quia Dóminus Iesus Christus in glória est
Dei Patris.
Colletta
O Dio, che a gloria del tuo nome hai suscitato nella Chiesa sant'Ignazio di Loyola, concedi anche a noi, con il suo aiuto e il suo esempio, di combattere la buona battaglia del Vangelo, per ricevere in cielo la corona dei santi. Per il nostro Signore...
Deus, qui ad maiórem tui nóminis glóriam propagándam beátum Ignátium in
Ecclésia tua suscitásti, concéde, ut, eius auxílio et imitatióne
certántes in terris, coronári cum ipso mereámur in cælis. Per Dóminum....
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima
Lettura 1
Cor 10,31-11,1
Fate
tutto per la gloria di Dio.
Dalla
prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.
Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l'utile mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
Salmo
Responsoriale Dal
Salmo 111
L'uomo
giusto dà gloria al Signore.
Beato l'uomo che teme il Signore
e trova grande gioia nei suoi comandamenti.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza dei giusti sarà benedetta.
Spunta nelle tenebre come luce per i giusti,
buono, misericordioso e giusto.
Felice l'uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno:
il giusto sarà sempre ricordato.
Non temerà annunzio di sventura,
saldo è il suo cuore,
confida nel Signore.
Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua potenza s'innalza nella gloria.
Canto
al Vangelo Cf
Mt 19,27-29
Alleluia,
alleluia.
Voi che avete lasciato tutto
a causa mia e del vangelo,
riceverete cento volte tanto, e in eredità il regno dei cieli.
Alleluia.
Vangelo
Lc 14, 25-33
Chi
non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento?
Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace.
Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Sulle
Offerte
Accetta, Signore, l'offerta che ti presentiamo nel ricordo di sant'Ignazio di Loyola, e
fa' che questo sacramento, sorgente di ogni santità della Chiesa, ci santifichi nella verità. Per Cristo nostro Signore.
Pláceant, Dómine Deus, oblatiónes in celebratióne beáti Ignátii tibi
delátæ, et præsta, ut sacrosáncta mystéria, in quibus omnis sanctitátis
fontem constituísti, nos quoque in veritáte sanctíficent. Per Christum.
Antifona
alla Comunione Lc
12,49
«Sono venuto a portare il fuoco sulla terra,
e come vorrei che fosse già acceso»,
dice il Signore.
Dicit Dóminus:
Ignem veni míttere in terram,
et quid volo, nisi ut accendátur?
Dopo
la Comunione
Signore, il sacrificio che ci hai dato la gioia di celebrare nel ricordo di sant'Ignazio di Loyola, orienti tutta la nostra vita alla lode perenne del tuo nome. Per Cristo nostro Signore.
Laudis
hóstia, Dómine, quam pro beáto Ignátio grátias agéntes obtúlimus, ad
perpétuam nos maiestátis tuæ laudatiónem perdúcat. Per Christum.
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