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PROPRIO IN LATINO DELLA S. MESSA tratto dal Missale Romanum a.D. 1962 promulgatum e traduzione italiana delle letture secondo
la traduzione proposta dalle CEI
20 LUGLIO
SAN GIROLAMO EMILIANI CONFESSORE
Commemorazione di
Gerolamo Emiliani
(o
Gerolamo Miani; Venezia, 1486 – Somasca, 8 febbraio 1537) è stato un
nobile italiano, fondatore dell'ordine dei Chierici Regolari di Somasca;
è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da cui è considerato
"patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata" (Pio XI,
1928).
Vive in uno dei periodi più tormentati della storia della Chiesa:
quello della Riforma protestante seguito dalla Controriforma cattolica,
di cui fu esponente. Riflette nella sua personalità, anche senza averne
una chiara coscienza, le caratteristiche dell'uomo rinascimentale.
Le differenti tappe della sua vita, prima e dopo la conversione,
rivelano alcuni tratti salienti che hanno segnato quell'epoca della
storia. Da una parte una rinascita del paganesimo, che penetra e
contagia perfino alcuni importanti settori e membri della comunità
cristiana; dall'altra parte l'affermarsi e l'espandersi, in seno alla
stessa comunità, per convinzione o reazione, di forze nuove, con il
proposito di riformare la Chiesa, dal di dentro e dal di fuori: come
affermò lo stesso Emiliani, "riportando in vita lo stato di santità dei
tempi apostolici".
Nel 1486, dopo un'avventurosa giovinezza, decide nel 1531 di
abbandonare tutto e, pur rimanendo laico, dedicarsi ad una missione
tutta particolare: condividere la vita con i poveri e fare comunità con
gli orfani.
La sua esperienza spirituale matura all'interno attraverso il
movimento del Divino Amore, e vicino a personaggi di rilievo come
Gaetano da Thiene (fondatore dei teatini), il cardinale Gian Pietro
Carafa (poi papa Paolo IV).
Come membro del Divino Amore Girolamo diventa abile organizzatore
delle opere di carità in Venezia: famosa è l'Ospedale degli Incurabili
di Venezia da lui fondato. La sua fama in questo campo lo porterà per le
città della Lombardia e del Veneto, chiamato dai vescovi ad ordinare le
opere di carità delle loro diocesi.
Attorno a Girolamo si crea un grande alone di collaboratori, ed
alcuni di essi decidono di condividere il suo stile di vita. Nasce così
la Compagnia dei servi dei poveri, ora chiamati Padri Somaschi.
Fonda la bottega degli orfani a S. Rocco. Assume maestri artigiani
creando una scuola di arti e mestieri per insegnare ai ragazzi diversi
tipi di lavoro per guadagnarsi il pane. Il suo principio pedagogico è
"preghiera, carità e lavoro", partecipazione e responsabilità, affinché
ognuno prenda in mano le redini della propria vita e non sia un
parassita nella società.
Girolamo muore a Somasca (Lecco) l'8 febbraio 1537 dopo aver
contratto la peste dai malati che curava durante una terribile epidemia
che aveva colpito la Valle di S. Martino. Fu il suo estremo atto
d'amore, capace di dare la vita secondo il comando di Gesù.
La festa liturgica ricorre da sempre il 20 di luglio, con
l’’ingresso del Nuovo rituale del Messale Romano si festeggia anche l’8
febbraio . La sua memoria liturgica è celebrata con una grande festa
presso il santuario di Somasca - Vercurago (LC) ove sono custodite le
reliquie del santo.
Margherita o Marina
(Antiochia, 275 - 20 luglio 290) è venerata come Santa, vergine e
martire da diverse Chiese cristiane: la Chiesa Cattolica e quella
Ortodossa (dove è molto venerata) ne celebrano la memoria
rispettivamente il 20 luglio e il 17 luglio la considerano Patrona delle
partorienti
e la invoca
contro le febbri malariche.
Secondo la
passio, redatta in greco da Teotimo (che si dichiara testimone dei
fatti), Margherita nacque nel 275 ad Antiochia di Pisidia. Figlia di un
sacerdote pagano, dopo la morte della madre fu affidata ad una balia,
che praticava clandestinamente il cristianesimo durante la persecuzione
di Diocleziano, ed allevò la bambina nella sua religione. Quando venne
ripresa in casa dal padre, dichiarò la sua fede e fu da lui cacciata:
ritornò quindi dalla balia, che la adottò e le affidò la cura del suo
gregge.
Mentre
pascolava fu notata dal prefetto Ollario che tentò di sedurla ma lei,
avendo consacrato la sua verginità a Dio, confessò la sua fede lo
respinse: umiliato, il prefetto la denunciò come cristiana. Margherita
fu incarcerata e venne visitata in cella dal demonio, che le apparve
sotto forma di drago e la inghiottì: ma Margherita, armata della croce,
gli squarciò il ventre e uscì vittoriosa. Per questo motivo viene
invocata per ottenere un parto facile.
In un nuovo
interrogatorio continuò a dichiararsi cristiana: si ebbe una scossa di
terremoto, durante la quale una colomba scese dal cielo e le depositò
sul capo una corona. Dopo aver resistito miracolosamente a vari
tormenti, fu quindi decapitata il 20 luglio (dies natalis) del 290
all'età di quindici anni.
Il corpo
venne raccolto e portato in luogo sicuro dai fedeli dove fu fatto
oggetto di grande venerazione.
Un
pellegrino di nome Agostino da Pavia, nel secolo decimo, riuscì a
trafugare, dopo varie peripezie, il corpo di S. Margherita e
trasportarlo in Italia, a Roma per proseguire verso Pavia. Durante il
viaggio, si fermò a Montefiascone, dove fu accolto dai benedettini del
monastero di Santo Pietro ai quali raccontò le vicende del suo viaggio.
Dopo qualche giorno il pellegrino si ammalò e morì, raccomandando ai
monaci di conservare e venerare la preziosa reliquia.
Da qui
cominciò a diffondersi il culto di S. Margherita per tutta l'Italia ed
in altri paesi dell'Europa, molte città si pregiarono erigere chiese in
suo onore.
La fama di
S. Margherita è così importante da essere inserita tra i "quattordici
Santi Ausiliatori", con questo nome vengono designati un gruppo di 14
santi alla cui intercessione il popolo cristiano suole far ricorso in
momenti difficili. Essi sono: Acacio, Egidio, Barbara, Biagio,
Cristoforo, Ciriaco, Dionigi, Erasmo, Eustachio, Giorgio, Caterina,
Margherita, Pantaleone e Vito.
Santa
popolarissima nel medioevo, Giovanna d'Arco dichiarò che una delle voci
celesti che udiva era proprio quella di Santa Margherita (che le
appariva insieme all'arcangelo Michele e a santa Caterina di
Alessandria). Nel nuovo Calendario del nuovo Rituale del Messale Romano, la Memoria Liturgica di questa grande martire non trova più posto.
MESSALE
INTRÓITUS Thren. 2, 11. Effúsum est in terra jecur meum super contritióne fíliæ pópuli mei, cum defíceret párvulus et lactens in platéis óppidi. Ps. 112, 1. Laudáte, pueri, Dóminum: laudáte nomen Dómini. Glória Patri.
Col cuore affranto io miravo lo scempio del mio popolo, quando i bambini e i lattanti languivano per le piazze della città. Lodate, o fanciulli, il Signore; lodatene il nome! Gloria
ORÁTIO Deus, misericordiárum pater, per mérita et intercessiónem beáti Hieronymi, quem órphanis adjutorem et patrem esse voluísti: concéde; ut spíritum adoptiónis, quo fílii tui nominámur et sumus, fidéliter custodiámus. Per Dóminum.
O Dio Padre delle misericordie, per i meriti e l’intercessione del beato Gerolamo, che volesto sostegno e padre degli orfani, concedi di custodire fedelmente lo spirito di adozione per cui ci chiamiamo e siamo veramente tuoi figli. Per il nostro Signore.
Indulgéntiam nobis, quǽsumus, Dómine, beáta Margaríta Virgo et Martyr implóret: quæ tibi grata semper éxstitit et mérito castitátis, et tuæ professióne virtútis. Per Dóminum.
Implori per noi indulgenza, o Signore, la beata Margherita Vergine e Martire, la quale Ti fu sempre gradita per il merito della castità e per la testimonianza resa alla tua potenza. Per il nostro Signore.
EPISTOLA Léctio Isaíæ Prophétæ. Is. 58, 7-11.
Hæc dicit Dóminus: Frange esuriénti panem tuum, et egénos vagósque induc in domum tuam: cum víderis nudum, operi eum, et carnem tuam ne despéxeris. Tunc erúmpet quasi mane lumen tuum, et sánitas tua citius oriétur, et anteíbit fáciem tuam justítia tua, et glória Dómini cólliget te. Tunc invocábis, et Dóminus exáudiet: clamabis, et dicet: Ecce, adsum; si abstúleris de médio tui caténam, et desíeris exténdere dígitum, et loqui quod non prodest. Cum effúderis esuriénti ánimam tuam, et ánimam afflíctam repléveris. Oriétur in tenebris lux tua, et ténebræ tuæ erunt sicut merídies. Et réquiem tibi dabit Dóminus semper, et implébit splendóribus ánimam tuam, et ossa tua liberábit, et eris quasi hortus irríguus, et sicut fons aquárum, cujus non defícient aquæ. M. - Deo grátias.
Così dice il Signore: Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne? Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà; implorerai aiuto ed egli dirà: Eccomi!". Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se offrirai il pane all'affamato, se sazierai chi è digiuno, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono. M. - Deo grátias.
GRADUALE Prov. 5, 16. Derivéntur fontes tui foras, et in platéis aquas tuas divide. Ps. 111, 5-6. Jucúndus homo, qui miserétur et cómmodat: dispónet sermónes suos in judício, quia in ætérnum non commovébitur.
Si diramino le tue fonti al di fuori e le tue acque si spandano per le piazze. Fortunato l’uomo compassionevole e generoso, che regola i suoi affari con giustizia: egli non vacillerà mai.
ALLELÚIA Allelúja, allelúja. Ibid., 9. Dispérsit, dedit paupéribus: justítia ejus manet in sǽculum sǽculi. Allelúja.
Allelúja, allelúja. A piene mani ho dato ai poveri: la sua giustizia dura per sempre. Allelúja.
EVANGÉLIUM Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthǽum. Matth. 19, 13-21.
In illo témpore: Obláti sunt Jesu párvuli, ut manus eis impóneret et oráret. Discípuli autem increpábant eos. Jesus vero ait eis: Sínite párvulos, et nolíte eos prohibére ad me veníre: tálium est enim regnum coelórum. Et cum imposuísset eis manus, ábiit inde. Et ecce, unus accedens, ait illi: Magíster bone, quid boni fáciam, ut hábeam vitam ætérnam? Qui dixit ei: Quid me intérrogas de bono? Unus est bonus, Deus. Si autem vis ad vitam íngredi, serva mandáta. Dicit illi: Quæ? Jesus autem dixit: Non homicídium fácies: Non adulterábis: Non fácies furtum: Non falsum testimónium dices: Hónora patrem tuum et matrem tuam, et díliges próximum tuum sicut te ipsum. Dicit illi adoléscens: Omnia hæc custodívi a juventúte mea: quid adhuc mihi deest? Ait illi Jesus: Si vis perféctus esse, vade, vende, quæ habes, et da paupéribus, et habébis thesáurum in coelo: et veni, séquere me. testimónium dices: Hónora patrem tuum et matrem tuam, et díliges próximum tuum sicut te ipsum. Dicit illi adoléscens: Omnia hæc custodívi a juventúte mea: quid adhuc mihi deest? Ait illi Jesus: Si vis perféctus esse, vade, vende, quæ habes, et da paupéribus, et habébis thesáurum in coelo: et veni, séquere me. M. – Laus tibi Christe.
In quel tempo: Gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Gesù però disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli". E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì. Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?". Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". Ed egli chiese: "Quali?". Gesù rispose: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso". Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?". Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi". M. – Laus tibi Christe.
ANTÍPHONA AD OFFERTÓRIUM Tob. 12, 12. Quando orábas cum lácrimis, et sepeliébas mórtuos, et derelinquébas prándium tuum, et mórtuos abscondébas per diem in domo tua, et nocte sepeliébas eos: ego óbtuli oratiónem tuam Dómino.
Quando tu pregavi in lacrime, e seppellivi i morti, e lasciavi il tuo pranzo, e nascondevi di giorno i morti in casa tua, e di notte li seppellivi, io offrivo la tua preghiera al Signore.
SECRÉTA Clementíssime Deus, qui, véteri homine consúmpto, novum secúndum te in beáto Hierónymo creáre dignátus es: da, per mérita ipsíus; ut nos, páriter renováti, hanc placatiónis hóstiam in odórem tibi suavíssimum offerámus. Per Dóminum.
Dio clementissimo, che distrutto il vecchio uomo ti degnasti creare nel beato Gerolamo l’uomo nuovo secondo il tuo cuore, concedici per i suoi meriti, che rinnovati noi pure, Ti offriamo questo sacrificio di espiazione quale odore soavissimo. Per il nostro Signore.
Hóstias tibi, Dómine, beátæ Margarítæ Vírginis et Martyris tuæ dicátas méritis, benígnus assúme: et ad perpétuum nobis tríbue proveníre subsídium. Per Dóminum.
Accogli con bontà o Signore queste offerte a Te consacrate dai meriti della beata Margherita Vergine e Martire tua, e fa’ che ci siano di perpetuo soccorso. Per il nostro Signore.
PREFAZIO DELLA SANTISSIMA TRINITÀ
COMMÚNIO Jac. 1, 27. Relígio munda et immaculáta apud Deum et Patrem hæc est: Visitáre pupíllos et víduas in tribulatióne eórum, et immaculátum se custodíre ab hoc sǽculo.
Opera di religione pura e senza macchia agli occhi di Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nella loro tribolazione e custodirsi immacolati dal mondo.
POSTCOMMÚNIO Angelórum pane refécti te, Dómine, supplíciter deprecámur: ut, qui ánnuam beáti Hierónymi Confessóris tui memóriam celebráre gaudémus; ejúsdem étiam et exémplum imitémur, et amplíssimum in regno tuo prǽmium obtinére valeámus. Per Dóminum nostrum.
Ristorati da pane degli Angeli, noi ti supplichiamo, o Signore affinché mentre ci rallegriamo di celebrare ogni anno la memoria del beato Gerolamo tuo confessore, ne imitiamo pure gli esempi e possiamo ottenere la sovrabbondante ricompensa nel tuo regno. Per il nostro Signore.
Divíni múneris largitáte satiáti, quǽsumus, Dómine, Deus noster: ut, intercedénte beáta Margaríta Vírgine et Mártyre tua, in ejus semper participatióne vivámus. Per Dóminum.
Saziati dall’abbondanza del dono divino, Ti preghiamo, o Signore Dio nostro, di vivere partecipando sempre di questo mistero; per intercessione della beata Margherita Vergine e martire Tua. Per il nostro Signore.
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