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LUGLIO
SAN
BONAVENTURA
Vescovo
e Dottore della Chiesa
(1218-1274)
Memoria
LETTURE:
Sir
15,1-6;
Sal 118; Mt
5,13-16
Giovanni Fidanza era nato a Bagnoregio (Viterbo) nel 1218. Bambino
fu guarito da san Francesco, che avrebbe esclamato: « Oh bona Ventura
»: gli rimase per nome, ed egli fu davvero una « buona Ventura » per
la Chiesa. Volle farsi francescano, studiò filosofia e teologia a
Parigi e vi fu a lungo professore. Eletto superiore generale del suo
ordine, l’organizzò e diresse saggiamente, tanto da esserne chiamato:
«secondo fondatore e padre»; infatti, Francesco non aveva lasciato
alcuna precisa costituzione. Per averlo vicino a Roma, il Papa lo nominò
vescovo di Albano e cardinale, incaricandolo di preparare il Concilio
Ecumenico di Lione II per l’unione dei cristiani Latini e Greci. La
sua teologia, agostiniana di mente e di spirito, e fortemente
cristocentrica, lo rendeva capace di capire profondamente la teologia
orientale. Aperto il Concilio il 7 maggio 1274, si giunse il 28 giugno a
un accordo per l’unione (purtroppo rotto in seguito); ma il 15 luglio
Bonaventura moriva, assistito dal papa Gregorio X. Pochi mesi prima era
morto san Tommaso d’Aquino, di cui era amicissimo.
Bonaventura era uomo di azione
e di governo, pratico e speculativo, ricco di equilibrato sentimento e
simpaticamente «umano». Vedeva un fondamentale accordo fra le arti,
le scienze, la filosofia, la teologia, la storia. Raramente scienza e
fede s’erano viste tanto armonizzate in un uomo, e soprattutto così
animate dall’amore; era un grande contemplativo, un mistico. Per
questo è stato onorato dei titolo di «Dottore serafico».
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La mistica sapienza rivelata mediante lo Spirito Santo
Dall'opuscolo «Itinerario della mente a Dio» di san Bonaventura, vescovo
(Cap. 7, 1. 2. 4. 6; Opera omnia, 5, 312-313).
Cristo è la via e la porta. Cristo è la scala e il veicolo. E' il propiziatorio collocato sopra
l'arca di Dio (cfr. Es 26, 34). E' «il mistero nascosto da secoli» (Ef 3, 9). Chi si rivolge a questo propiziatorio con dedizione assoluta, e fissa lo sguardo sul crocifisso Signore mediante la fede, la speranza, la carità, la devozione,
l'ammirazione, l'esultanza, la stima, la lode e il giubilo del cuore, fa con lui la Pasqua, cioè il passaggio; attraversa con la verga della croce il Mare Rosso, uscendo
dall'Egitto per inoltrarsi nel deserto. Qui gusta la manna nascosta, riposa con Cristo nella tomba come morto esteriormente, ma sente, tuttavia, per quanto lo consenta la condizione di viatori, ciò che in croce fu detto al buon ladrone, tanto vicino a Cristo con
l'amore: «Oggi sarai con me nel paradiso!» (Lc 23, 43).
Ma perché questo passaggio sia perfetto, è necessario che, sospesa l'attività intellettuale, ogni affetto del cuore sia integralmente trasformato e trasferito in Dio.
E' questo un fatto mistico e straordinario che nessuno conosce se non chi lo riceve. Lo riceve solo chi lo desidera, non lo desidera se non colui che viene infiammato dal fuoco dello Spirito Santo, che Cristo ha portato in terra. Ecco perché
l'Apostolo afferma che questa mistica sapienza è rivelata dallo Spirito Santo.
Se poi vuoi sapere come avvenga tutto ciò, interroga la grazia, non la scienza, il desiderio non
l'intelletto, il sospiro della preghiera non la brama del leggere, lo sposo non il maestro, Dio non
l'uomo, la caligine non la chiarezza, non la luce ma il fuoco che infiamma tutto
l'essere e lo inabissa in Dio con la sua soavissima unzione e con gli affetti più ardenti.
Ora questo fuoco è Dio e questa fornace si trova nella santa Gerusalemme; ed è Cristo che li accende col calore della sua ardentissima passione. Lo può percepire solo colui che dice:
L'anima mia ha preferito essere sospesa in croce e le mie ossa hanno prescelto la morte! (cfr. Gb 7, 15).
Chi ama tale morte, può vedere Dio, perché rimane pur vero che: «Nessun uomo può vedermi e restar vivo» (Es 33, 20). Moriamo dunque ed entriamo in questa caligine; facciamo tacere le sollecitudini, le concupiscenze e le fantasie. Passiamo con Cristo crocifisso, «da questo mondo al Padre», perché, dopo averlo visto, possiamo dire con Filippo: «Questo ci basta» (Gv 14, 8); ascoltiamo con Paolo: «Ti basta la mia grazia» (2 Cor 12, 9); rallegriamoci con Davide, dicendo: «Vengono meno la mia carne e il mio cuore; ma la roccia del mio cuore è Dio, è Dio la mia sorte per sempre» (Sal 72, 26). «Benedetto il Signore, Dio
d'Israele, da sempre, per sempre. Tutto il popolo dica: Amen» (Sal 105, 48).
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso
Il Signore lo ha scelto come sommo sacerdote,
gli ha aperto i suoi tesori,
lo ha ricolmato di ogni benedizione.
Elégit eum
Dóminus sibi in sacerdótem magnum,
et apériens
thesáurum suum abundáre eum fecit ómnibus bonis
Colletta
Dio onnipotente, guarda a noi tuoi fedeli riuniti nel ricordo della
nascita al cielo del vescovo san Bonaventura, e fa' che siamo illuminati
dalla sua sapienza e stimolati dal suo serafico ardore. Per il nostro
Signore...
Da, quæsumus, omnípotens Deus, ut, beáti Bonaventúræ epíscopi natalícia
celebrántes, et ipsíus proficiámus eruditióne præclára, et caritátis
ardórem iúgiter æmulémur. Per Dóminum..
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima
Lettura
Sir 15, 1-6
La
sapienza lo nutrirà con il pane dell'intelligenza.
Dal libro del
Siracide
Chi teme il Signore agirà bene;
chi è fedele alla legge otterrà anche la sapienza.
Essa gli andrà incontro come una madre,
l'accoglierà come una vergine sposa;
lo nutrirà con il pane dell'intelligenza,
e l'acqua della sapienza gli darà da bere.
Egli si appoggerà su di lei e non vacillerà,
si affiderà a lei e non resterà confuso.
Essa l'innalzerà sopra i suoi compagni
e gli farà aprir bocca in mezzo all'assemblea;
egli troverà contentezza e una corona di gioia
e otterrà fama perenne.
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 118
Mia gioia, Signore, è la tua parola.
Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le tue parole.
Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.
Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.
Con le mie labbra ho enumerato
tutti i giudizi della tua bocca.
Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia
più che in ogni altro bene.
Canto
al Vangelo Mt
5,16
Alleluia,
alleluia.
Risplenda la vostra luce davanti agli uomini,
perché vedano le vostre opere buone
e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.
Alleluia.
Vangelo
Mt 5, 13-16
Voi
siete la luce del mondo.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.
Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli».
Sulle
Offerte
Ti
offriamo, Signore, questo sacrificio di lode in onore dei tuoi santi,
nella serena fiducia di essere liberati dai mali presenti e futuri e di
ottenere l'eredità che ci hai promesso. Per Cristo nostro Signore.
Súscipe, quæsumus, Dómine, hoc sacrifícium pópuli tui, ut, quod tibi in
honóre beáti N. offértur ad glóriam, nobis tríbuas ad salútem perpétuam.
Per Christum.
Antifona
alla Comunione Cf
Gv 10,11
Il
buon pastore dà la vita
per le pecore del suo gregge.
Pastor bonus
ánimam
suam pósuit pro óvibus suis.
Dopo
la Comunione
Signore
Dio nostro, la comunione ai tuoi santi misteri susciti in noi la fiamma di
carità, che alimentò incessantemente la vita di san Bonaventura e lo
spinse a consumarsi per la tua Chiesa. Per Cristo nostro Signore.
Sacraménta quæ súmpsimus, Dómine Deus noster, in nobis fóveant caritátis
ardórem, quo beátus N. veheménter accénsus pro Ecclésia tua se iúgiter
impendébat. Per Christum..
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