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PROPRIO IN LATINO DELLA S. MESSA tratto dal Missale Romanum a.D. 1962 promulgatum e traduzione italiana delle letture secondo
la traduzione proposta dalle CEI
SANT’ANTONIO MARIA ZACCARIA CONFESSORE
Dovete correre come pazzi!. Parla così un prete ad altri preti. E
quelli davvero corrono, all’epoca sua e dopo: anche nel terzo millennio.
"Correre verso Dio e verso gli altri", precisa: questo chiedono i tempi.
Lutero mette interi popoli contro la Chiesa: cosa gravissima.
Perde il padre a pochi mesi dalla nascita. Sua madre ha 18 anni! E
lo educa lei, tenera e coraggiosa, tra le guerre e il declinare delle
fortune familiari. Antonio nel 1524 si laurea in medicina a Padova. Ma
poi, tornato a Cremona, eccolo occupato a spiegare Vangelo e dottrina a
grandi e piccoli. Deve farsi in quattro, perché i tempi sono tristi e i
buoni preti sono pochi. Allora si fa prete lui, consacrato nel 1528. Sta
già correndo. Già nel 1530 egli fonda una comunità di preti soggetti a una regola comune, i Chierici regolari di San Paolo: uomini della riconquista attraverso il sapere, attraverso la Parola di Dio riportata a tutti nei luoghi più diversi, alla gente più diversa. Milano li chiamerà Barnabiti, dalla chiesa di San Barnaba, loro prima sede. Poi vengono le Angeliche di San Paolo, primo esempio di suore fuori clausura, apostole a 360 gradi come i Barnabiti, a contatto col popolo. San Carlo Borromeo ne sarà entusiasta, ma il Concilio di Trento prescriverà loro il monastero. S’interrompe una grande esperienza, seme di future realtà. Terza fondazione: i Maritati di San Paolo, con l’impegno apostolico costante dei laici sposati. La predicazione vivacissima scuote, sorprende, ravviva la fede in molti; e provoca due denunce contro il fondatore: come eretico e come ribelle. Lui ora corre a Roma. Per due processi, con due trionfali assoluzioni. Ora lo chiamano anche a pacificare le città: e durante una di queste missioni, a Guastalla, il suo fisico cede. Lo portano a Cremona, dove muore a poco più di 36 anni. Nel 1891 il corpo sarà traslato a Milano in San Barnaba, e nel 1897 la Chiesa lo proclamerà santo. A lui si devono anche le Quarantore pubbliche, con esposizione del Santissimo Sacramento, e i tocchi di campana ogni venerdì alle 15, che ricordano l’ora della morte di Cristo. (Domenico Agasso)
INTRÓITUS 1. Cor. 2, 4. Sermo meus et prædicátio mea non in persuasibílibus humánæ sapiéntiæ verbis, sed in ostensióne spíritus et virtútis. Ps. 110, 1. Confitébor tibi, Dómine, in toto corde meo, in consílio justórum et congregatióne. Glória Patri.
La mia parola e il mio messaggio evangelico non furono modellati sulla persuasiva sapienza umana; ma era manifestazione dello spirito e della potenza. Inneggerò a te o Signore, con tutto il mio cuore in mezzo all’assemblea dei giusti. Gloria.
ORÁTIO Fac nos, Dómine Deus, supereminéntem Jesu Christi sciéntiam, spíritu Pauli Apóstoli, edíscere: qua beátus Antónius María mirabíliter erudítus, novas in Ecclésia tua clericórum et vírginum famílias congregávit. Per eúndem Dóminum.
Fa’ o Signore Dio, che impariamo, secondo lo spirito dell’Apostolo Paolo, la sublime scienza di Gesù Cristo, da cui mirabilmente ammaestrato il beato Antonio Maria radunò nella tua Chiesa nuove famiglie di chierici e di vergini. Per lo stesso Signore.
EPISTOLA Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Timótheum. 1. Tim. 4. 8-16.
Caríssime: Píetas ad ómnia utilis est: promissiónem habens vitæ, quæ
nunc est, et futúræ.
Fidélis sermo et omni acceptióne dignus. In hoc enim laborámus et
maledícimur, quia sperámus in Deum vivum, qui est Salvátor ómnium
hóminum, maxime fidélium. Prǽcipe hæc et doce. Nemo adolescentiam tuam
contémnat: sed exémplum esto fidélium in verbo, in conversatióne, in
caritáte, in fide, in castitáte. Dum vénio, atténde lectióni,
exhortatióni et doctrínæ. Noli neglégere grátiam, quæ in te est, quæ
data est tibi per prophétiam, cum impositióne mánuum presbytérii.
Hæc meditáre, in his esto: ut proféctus tuus maniféstus sit ómnibus.
Attende tibi et doctrínæ: insta in illis. Hoc enim fáciens, et teípsum
salvum fácies, et eos qui te áudiunt.
Carissimo: Esèrcitati
nella pietà, perché l'esercizio fisico è utile a poco, mentre la pietà è
utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente come di
quella futura. Certo questa parola è degna di fede. Noi infatti ci
affatichiamo e combattiamo perché abbiamo posto la nostra speranza nel
Dio vivente, che è il salvatore di tutti gli uomini, ma soprattutto di
quelli che credono. Questo tu devi proclamare e insegnare. Nessuno
disprezzi la tua giovane età, ma sii esempio ai fedeli nelle parole, nel
comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza. Fino al mio
arrivo, dèdicati alla lettura, all'esortazione e all'insegnamento. Non
trascurare il dono spirituale che è in te e che ti è stato conferito,
per indicazioni di profeti, con l'imposizione delle mani da parte del
collegio dei presbiteri. Abbi premura di queste cose, dèdicati ad esse
interamente perché tutti vedano il tuo progresso. Vigila su te stesso e
sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo salverai te stesso
e coloro che ti ascoltano.
GRADUALE Philipp. 1. 8-9. Testis mihi est Deus, quo modo cúpiam omnes vos in viscéribus Jesu Christi. Et hoc oro, ut cáritas vestra magis ac magis abúndet in sciéntia et in omni sensu. Ibid., 10. Ut probétis potióra, ut sitis sincéri et sine offénsa in diem Christi.
Dio mi è testimonio come Io vi desideri tutti nel cuore di Gesù Cristo. E per questo prego: che la vostra carità più e più ancora abbondi in conoscenza e pienezza di discernimento. Perché apprezziate le cose migliori, affinché siate puri e senza colpa per il giorno del Signore.
ALLELÚIA Allelúja, allelúja. Ibid., 11. Repléti fructu justítiæ per Jesum Christum, in glóriam et laudem Dei. Allelúja.
Allelúja, allelúja. Ricolmi di frutti di giustizia mediante Gesù Cristo, a lode e gloria di Dio. Allelúja.
EVANGÉLIUM Sequéntia sancti Evangélii secúndum Marcum. Marc. 10, 15-21.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Quisquis non recéperit
regnum Dei velut párvulus, non intrábit in illud. Et compléxans párvulos
et impónens manus super illos, benedicébat eos. Et cum egréssus esset in
viam, procúrrens quidam, genu flexo ante eum, rogábat eum: Magíster bone,
quid fáciam, ut vitam ætérnam percípiam? Jesus autem dixit ei: Quid me
dicis bonum? Nemo bonus, nisi unus Deus. Præcépta nosti: Ne adúlteres,
ne occídas, ne furéris, ne falsum testimónium díxeris, ne fraudem
féceris, honora patrem tuum et matrem. At ille respóndens, ait illi:
Magíster, hæc ómnia observávi a juventúte mea. Jesus autem intúitus eum,
diléxit eum et dixit ei: Unum tibi deest: vade, quæcúmque habes, vende
et da paupéribus, et habébis thesáurum in cælo: et veni, séquere me.
In quel tempo Gesù
disse ai suoi discepoli: Chi non accoglie il regno di Dio come un
bambino, non entrerà in esso". E prendendoli fra le braccia e ponendo le
mani sopra di loro li benediceva. Mentre usciva per mettersi in viaggio,
un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli
domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?".
Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio
solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio,
non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e
la madre". Egli allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose le ho
osservate fin dalla mia giovinezza". Allora Gesù, fissatolo, lo amò e
gli disse: "Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dàllo ai
poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi".
ANTÍPHONA AD OFFERTÓRIUM Ps. 137, 1-2. In conspéctu Angelórum psallam tibi: adorábo ad templum sanctum tuum, et confitébor nómini tuo.
Ps. 137, 1-2. voglio inneggiare a Te dinanzi agli Angeli; adorare rivolto al tuo santo tempio e celebrare il tuo nome.
SECRÉTA Ad mensam coeléstis convívii fac nos, Dómine, eam mentis et córporis puritátem afférre, qua beátus Antónius María, hanc sacratíssimam hóstiam ófferens, mirífice ornátus enítuit. Per Dóminum.
Alla mensa del celeste convito fa’, o Signore, che portiamo quella purezza d’anima e di corpo per cui risplendette mirabilmente il beato Antonio Maria, quando offriva questo santissimo sacrificio. Per il nostro Signore.
PREFAZIO DELLA SANTISSIMA TRINITÀ
COMMÚNIO Philipp. 8, 17. Imitatóres mei estóte, fratres, et observáte eos, qui ita ámbulant, sicut habétis formam nostram.
Philipp. 8, 17. Fratelli divenite miei imitatori e fissate il vostro sguardo su coloro che si comportano così, secondo l’esempio che vi diamo.
POSTCOMMÚNIO Coelésti dape, qua pasti sumus, Dómine Jesu Christe, eo corda nostra caritátis igne flamméscant: quo beátus Antónius María salutáris hóstiæ vexíllum, contra Ecclésiæ tuæ hostes, éxtulit ad victóriam: Qui vivis.
Per il
cibo celeste di cui ci siamo nutriti, o Signore Gesù Cristo, i nostri
cuori si infiammino di quel fuoco di carità col quale il beato Antonio
Maria innalzò vittoriosamente contro i nemici della tua Chiesa, il
vessillo dell’ostia di Salvezza. Tu che sei Dio.
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