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Messale * |
IX
SETTIMANA DEL T.O. ANNO
DISPARI
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MERCOLEDÌ
MESSALE
Antifona d'Ingresso
Sal
24,16.18
Volgiti a me, Signore, e abbi misericordia,
perché sono triste e angosciato;
vedi la mia miseria e la mia pena
e perdona tutti i miei peccati.
Réspice in me, et miserére mei,
Dómine, quóniam únicus et pauper sum ego.
Vide
humilitátem meam et labórem meum,
et dimítte ómnia peccáta mea, Deus meus.
Colletta
O Dio, che nella tua provvidenza tutto disponi secondo il tuo disegno di salvezza, allontana da noi ogni male e dona ciò che giova al nostro vero bene. Per il nostro Signore
Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...
Deus, cuius providéntia in sui dispositióne non fállitur, te súpplices exorámus, ut nóxia cuncta submóveas, et ómnia nobis profutúra concédas. Per Dóminum.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura
Tb 3, 1-11.16-17
La loro
preghiera fu accolta davanti alla gloria di Dio.
Dal libro di Tobìa
In quei
giorni, con l’animo affranto dal dolore, sospirai e piansi. Poi iniziai
questa preghiera di lamento: «Tu sei giusto, Signore, e giuste sono
tutte le tue opere. Ogni tua via è misericordia e verità. Tu sei il
giudice del mondo. Ora, Signore, ricòrdati di me e guardami. Non punirmi
per i miei peccati e per gli errori miei e dei miei padri. Violando i
tuoi comandamenti, abbiamo peccato davanti a te. Ci hai consegnato al
saccheggio; ci hai abbandonato alla prigionia, alla morte e ad essere la
favola, lo scherno, il disprezzo di tutte le genti, tra le quali ci hai
dispersi. Ora, quando mi tratti secondo le colpe mie e dei miei padri,
veri sono tutti i tuoi giudizi, perché non abbiamo osservato i tuoi
comandamenti, camminando davanti a te nella verità. Agisci pure ora come
meglio ti piace; da’ ordine che venga presa la mia vita, in modo che io
sia tolto dalla terra e divenga terra, poiché per me è preferibile la
morte alla vita. Gli insulti bugiardi che mi tocca sentire destano in me
grande dolore. Signore, comanda che sia liberato da questa prova; fa’
che io parta verso la dimora eterna. Signore, non distogliere da me il
tuo volto. Per me infatti è meglio morire che vedermi davanti questa
grande angoscia, e così non sentirmi più insultare!».
Nello stesso giorno a Sara, figlia di Raguèle, abitante di Ecbàtana,
nella Media, capitò di sentirsi insultare da parte di una serva di suo
padre, poiché lei era stata data in moglie a sette uomini, ma Asmodèo,
il cattivo demonio, glieli aveva uccisi, prima che potessero unirsi con
lei come si fa con le mogli. A lei appunto disse la serva: «Sei proprio
tu che uccidi i tuoi mariti. Ecco, sei già stata data a sette mariti e
neppure di uno hai potuto portare il nome. Perché vorresti colpire noi,
se i tuoi mariti sono morti? Vattene con loro e che da te non dobbiamo
mai vedere né figlio né figlia». In quel giorno dunque ella soffrì
molto, pianse e salì nella stanza del padre con l’intenzione di
impiccarsi. Ma, tornando a riflettere, pensava: «Che non insultino mio
padre e non gli dicano: “La sola figlia che avevi, a te assai cara, si è
impiccata per le sue sventure”. Così farei precipitare con angoscia la
vecchiaia di mio padre negli inferi. Meglio per me che non mi impicchi,
ma supplichi il Signore di farmi morire per non sentire più insulti
nella mia vita». In quel momento stese le mani verso la finestra e
pregò: «Benedetto sei tu, Dio misericordioso, e benedetto è il tuo nome
nei secoli».
In quel medesimo momento la preghiera di ambedue fu accolta davanti alla
gloria di Dio e fu mandato Raffaele a guarire tutti e due: a togliere le
macchie bianche dagli occhi di Tobi, perché con gli occhi vedesse la
luce di Dio, e a dare Sara, figlia di Raguèle, in sposa a Tobìa, figlio
di Tobi, e così scacciare da lei il cattivo demonio Asmodèo.
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 24
A te, Signore, elevo l'anima mia.
Mio Dio, in te
confido:
che io non resti deluso!
Non trionfino su di me i miei nemici!
Chiunque in te spera non resti deluso.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.
Canto al Vangelo Gv
11,25
Alleluia, alleluia.
Io sono la
risurrezione e la vita, dice il Signore;
chiunque crede in me non morirà in eterno.
Alleluia.
Vangelo
Mc 12, 18-27
Non è Dio dei morti, ma dei viventi.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo,
vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è
risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato
scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza
figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio
fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non
lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare
discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò
discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla
risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché
tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché
non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai
morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come
angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete
letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò
dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di
Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave
errore».
Sulle Offerte
Fiduciosi nella tua misericordia, Signore, ci accostiamo con doni al tuo santo altare, perché il mistero che ci unisce al tuo Figlio sia per noi principio di vita nuova. Per
Cristo nostro Signore.
In tua pietáte confidéntes, Dómine, cum munéribus ad altária veneránda concúrrimus, ut, tua purificánte nos grátia, iísdem quibus famulámur mystériis emundémur. Per Christum.
Antifona
alla Comunione
Sal 16,6
Innalzo a te il mio grido e tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me il tuo orecchio, ascolta le mie parole.
Oppure: Mc 11,23.24
Dice il Signore:
«In verità vi dico:
tutto quello che domandate nella preghiera,
abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato».
Amen dico vobis, quidquid orántes pétitis,
crédite quia accipiétis, et fiet vobis, dicit Dóminus
Dopo la Comunione
O Padre, che ci hai nutriti con il corpo e il sangue del tuo Figlio, guidaci con il tuo Spirito perché non solo con le parole, ma con le opere e la vita possiamo renderti testimonianza e così entrare nel regno dei cieli. Per Cristo nostro Signore.
Rege nos Spíritu
tuo, quæsumus, Dómine, quos pascis Fílii tui Córpore et Sánguine, ut te,
non solum verbo neque lingua, sed ópere et veritáte confiténtes, intráre
mereámur in regnum cælórum. Per Christum.
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