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Messale * |
IX
SETTIMANA DEL T.O. ANNO
DISPARI
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GIOVEDÌ
Antifona d'Ingresso
Sal
24,16.18
Dómine,
quóniam únicus et pauper sum ego.
Vide
humilitátem meam et labórem meum,
Deus,
cuius providéntia in sui dispositióne non fállitur, te súpplices
exorámus, ut nóxia cuncta submóveas, et ómnia nobis profutúra concédas.
Per Dóminum.
MESSALE
Volgiti a me, Signore, e abbi misericordia,
perché sono triste e angosciato;
vedi la mia miseria e la mia pena
e perdona tutti i miei peccati.
Réspice in me, et miserére mei,
et dimítte ómnia peccáta mea, Deus meus.
Colletta
O Dio, che nella tua provvidenza tutto disponi secondo il tuo disegno di salvezza, allontana da noi ogni male e dona ciò che giova al nostro vero bene. Per il nostro Signore
Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura
Tb 6, 10-11; 7, 1. 9-17; 8, 4-9
Dégnati di avere
misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia.
Dal libro di Tobìa
In quei giorni, erano
entrati nella Media e già erano vicini a Ecbàtana, quando Raffaele disse
al ragazzo: «Fratello Tobìa!». Gli rispose: «Eccomi». Riprese: «Questa
notte dobbiamo alloggiare presso Raguèle, che è tuo parente. Egli ha una
figlia chiamata Sara»
Quando fu entrato in Ecbàtana, Tobìa disse: «Fratello Azarìa, conducimi
diritto dal nostro fratello Raguèle». Egli lo condusse alla casa di
Raguèle, che trovarono seduto presso la porta del cortile. Lo salutarono
per primi ed egli rispose: «Salute, fratelli, siate i benvenuti!». Li
fece entrare in casa.
Si lavarono, fecero le abluzioni e, quando si furono messi a tavola,
Tobìa disse a Raffaele: «Fratello Azarìa, domanda a Raguèle che mi dia
in moglie mia cugina Sara». Raguèle udì queste parole e disse al
giovane: «Mangia, bevi e sta’ allegro per questa sera, poiché nessuno
all’infuori di te, mio parente, ha il diritto di prendere mia figlia
Sara, come del resto neppure io ho la facoltà di darla a un altro uomo
all’infuori di te, poiché tu sei il mio parente più stretto. Però,
figlio, voglio dirti con franchezza la verità. L’ho data a sette mariti,
scelti tra i nostri fratelli, e tutti sono morti la notte in cui
entravano da lei. Ora, figlio, mangia e bevi; il Signore sarà con voi».
Ma Tobìa disse: «Non mangerò affatto né berrò, prima che tu abbia preso
una decisione a mio riguardo». Rispose Raguèle: «Lo farò! Ella ti viene
data secondo il decreto del libro di Mosè e come dal cielo è stato
stabilito che ti sia data. Abbi cura di lei, d’ora in poi tu sei suo
fratello e lei tua sorella. Ti viene concessa da oggi per sempre. Il
Signore del cielo vi assista questa notte, o figlio, e vi conceda la sua
misericordia e la sua pace».
Raguèle chiamò sua figlia Sara e, quando venne, la prese per mano e
l’affidò a Tobìa con queste parole: «Prendila; secondo la legge e il
decreto scritto nel libro di Mosè lei ti viene concessa in moglie.
Tienila e, sana e salva, conducila da tuo padre. Il Dio del cielo vi
conceda un buon viaggio e pace». Chiamò poi la madre di lei e le disse
di portare un foglio e stese l’atto di matrimonio, secondo il quale
concedeva in moglie a Tobìa la propria figlia, in base al decreto della
legge di Mosè. Dopo di ciò cominciarono a mangiare e a bere.
Poi Raguèle chiamò sua moglie Edna e le disse: «Sorella mia, prepara
l’altra camera e conducila dentro». Quella andò a preparare il letto
della camera, come le aveva ordinato, e vi condusse la figlia. Pianse
per lei, poi si asciugò le lacrime e le disse: «Coraggio, figlia, il
Signore del cielo cambi in gioia il tuo dolore. Coraggio, figlia!». E
uscì.
Gli altri intanto erano usciti e avevano chiuso la porta della camera.
Tobìa si alzò dal letto e disse a Sara: «Sorella, àlzati! Preghiamo e
domandiamo al Signore nostro che ci dia grazia e salvezza». Lei si alzò
e si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza,
dicendo: «Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri, e benedetto per tutte
le generazioni è il tuo nome! Ti benedicano i cieli e tutte le creature
per tutti i secoli! Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie,
perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il
genere umano. Tu hai detto: “Non è cosa buona che l’uomo resti solo;
facciamogli un aiuto simile a lui”. Ora non per lussuria io prendo
questa mia parente, ma con animo retto. Dégnati di avere misericordia di
me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia». E dissero
insieme: «Amen, amen!». Poi dormirono per tutta la notte.
Sulle Offerte
In tua
pietáte confidéntes, Dómine, cum munéribus ad altária veneránda
concúrrimus, ut, tua purificánte nos grátia, iísdem quibus famulámur
mystériis emundémur. Per Christum.
Rege nos Spíritu
tuo, quæsumus, Dómine, quos pascis Fílii tui Córpore et Sánguine, ut te,
non solum verbo neque lingua, sed ópere et veritáte confiténtes, intráre
mereámur in regnum cælórum. Per Christum.
Salmo Responsoriale Dal
Salmo 127
Beato chi teme il Signore.
Beato chi teme il
Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.
Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Canto al Vangelo 2Tm
1,10
Alleluia, alleluia.
Il salvatore
nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.
Vangelo
Mc 12, 28-34
Non c’è altro
comandamento più grande di questi.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, si
avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di
tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è
l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con
tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il
secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro
comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che
Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il
cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo
come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei
lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Fiduciosi nella tua misericordia, Signore, ci accostiamo con doni al tuo santo altare, perché il mistero che ci unisce al tuo Figlio sia per noi principio di vita nuova. Per
Cristo nostro Signore.
Antifona
alla Comunione
Sal 16,6
Innalzo a te il mio grido e tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me il tuo orecchio, ascolta le mie parole.
Oppure: Mc 11,23.24
Dice il Signore:
«In verità vi dico:
tutto quello che domandate nella preghiera,
abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato».
Amen dico vobis, quidquid orántes pétitis,
crédite quia accipiétis, et fiet vobis, dicit Dóminus
Dopo la Comunione
O Padre, che ci hai nutriti con il corpo e il sangue del tuo Figlio, guidaci con il tuo Spirito perché non solo con le parole, ma con le opere e la vita possiamo renderti testimonianza e così entrare nel regno dei cieli. Per Cristo nostro Signore.
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