È
uno tra i più famosi inni che la Chiesa Ortodossa dedica
alla
Theotokos
(Genitrice di Dio).
Akathistos
si chiama per antonomasia quest'inno liturgico del
secolo V, che fu e resta il modello di
molte composizioni innografiche e litaniche, antiche e
recenti."Akathistos"
non è il titolo originario, ma una rubrica:"a-kathistos"
in greco significa "non-seduti", perché la Chiesa
ingiunge di cantarlo o recitarlo "stando in piedi", come
si ascolta il Vangelo, in segno di riverente ossequio
alla Madre di Dio.
La
struttura metrica e sillabica dell'Akathistos
si ispira alla
celeste Gerusalemme descritta dal cap. 21
dell'Apocalisse, da cui desume immagini e numeri: Maria
è cantata come identificazione della Chiesa, quale
"Sposa" senza sposo terreno, Sposa vergine dell'Agnello,
in tutto il suo splendore e la sua perfezione.
L'inno
consta di 24 stanze (in greco: oikoi), quante
sono le lettere dell'alfabeto greco con le quali
progressivamente ogni stanza comincia. Ma fu
sapientemente progettato in due parti distinte, su due
piani congiunti e sovrapposti - quello della storia e
quello della fede -, e con due prospettive intrecciate e
complementari - una cristologica, l'altra ecclesiale -,
nelle quali è calato e s'illumina il mistero della Madre
di Dio. Le due parti dell'inno a loro volta sono
impercettibilmente suddivise ciascuna in due sezioni di
6 stanze: tale suddivisione è presente in modo manifesto
nell'attuale celebrazione liturgica. L'inno tuttavia
procede in maniera binaria, in modo che ogni stanza
dispari trova il suo complemento - metrico e concettuale
- in quella pari che segue. Le stanze dispari si
ampliano con 12 salutazioni mariane, raccolte attorno a
un loro fulcro narrativo o dommatico, e terminano con l'efimnio
o ritornello di chiusa: "Gioisci, sposa senza nozze!".
Le stanze pari invece, dopol'enunciazione del tema quasi
sempre a sfondo cristologico, terminano con
l'acclamazione a Cristo: "Alleluia!". Così l'inno si
presenta cristologico insieme e mariano, subordinando la
Madre al Figlio, la missione materna di Maria all'opera
universale di salvezza dell'unico Salvatore.
La
prima parte dell'Akathistos (stanze 1-12) segue il ciclo
del Natale, ispirato ai Vangeli dell'Infanzia (Lc
1-2; Mt 1-2).
Essa propone e canta il mistero dell'incarnazione
(stanze 1-4), l'effusione della grazia su Elisabetta e
Giovanni (stanza 5),la rivelazione a Giuseppe (stanza
6), l'adorazione dei pastori(stanza 7), l'arrivo e
l'adorazione dei magi (stanze 8-10), la fuga in Egitto
(stanza 11), l'incontro con Simeone (stanza 12): eventi
che superano il dato storico e diventano lettura
simbolica della grazia che si effonde, della creatura
che l'accoglie, dei pastori che annunciano il Vangelo,
dei lontani che giungono alla fede, del popolo di Dio
che uscendo dal fonte battesimale percorre il suo
luminoso cammino verso la Terra promessa e giunge alla
conoscenza profonda del Cristo.
La
seconda parte (stanze 13-24)
propone e canta ciò
che la Chiesa al tempo di Efeso e di Calcedonia
professava di Maria, nel mistero del Figlio Salvatore e
della Chiesa dei salvati. Maria è la
Nuova Eva, vergine di corpo e di spirito, che col Frutto
del suo grembo riconduce i mortali al paradiso perduto
(stanza 13); è la Madre di Dio, che diventando sede e
trono dell'Infinito, apre le porte del cielo e vi
introduce gli uomini (stanza 15); è la Vergine
partoriente, che richiama la mente umana a chinarsi
davanti al mistero di un parto divino e ad illuminarsi
di fede (stanza 17); è la Sempre-vergine, inizio della
verginità della Chiesa consacrata a Cristo, sua perenne
custode e amorosa tutela (stanza 19); è la Madre dei
Sacramenti pasquali, che purificano e divinizzano l'uomo
e lo nutrono del Cibo celeste (stanza 21); è l'Arca
Santa e il Tempio vivente di Dio, che precede e protegge
il peregrinare della Chiesa e dei fedeli verso l'ultima
Pasqua (stanza 23); è l'Avvocata di misericordia
nell'ultimo giorno (stanza 24).
L'Akathistos
è una composizione davvero ispirata. Conserva un valore
immenso:
—
a motivo del suo respiro storico-salvifico, che
abbraccia tutto il progetto di Dio coinvolgendo la
creazione e le creature, dalle origini all'ultimo
termine, in vista della loro pienezza in Cristo;
— a
motivo delle fonti, le più pure: la Parola di Dio
dell'Antico e del Nuovo Testamento, sempre presente in
modo esplicito o implicito; la dottrina definita dai
Concili di Nicea (325), di Efeso (431) e di Calcedonia
(451), dai quali direttamente dipende; le esposizioni
dottrinali dei più grandi Padri orientali del IV e del V
secolo, dai quali desume concetti e lapidarie
asserzioni;
— a
motivo di una sapiente metodologia mistagogica, con la
quale — assumendo le
immagini più eloquenti dalla creazione e dalle Scritture
—
eleva passo passo la
mente e la porta alle soglie del mistero contemplato e
celebrato: quel mistero del Verbo
incarnato e salvatore che —
come afferma il Vaticano II
— fa di Maria il luogo d'incontro e di riverbero
dei massimi dati della fede (cf Lumen Gentium
65).
Circa
l'Autore, quasi tutta la tradizione manoscritta
trasmette anonimo l'inno Akathistos. La versione latina
redatta dal Vescovo Cristoforo di Venezia intorno
all'anno 800, che tanto influsso esercitò sulla pietà
del medioevo occidentale, porta il nome di Germano di
Costantinopoli ( 733). Oggi però la critica scientifica
propende ad attribuirne la composizione ad uno dei Padri
di Calcedonia:
in tal modo, questo
testo venerando sarebbe il frutto maturo della
tradizione più antica della Chiesa ancora indivisa delle
origini, degno di essere assunto e cantato da tutte le
Chiese e comunità ecclesiali.
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INNO
PARTE
NARRATIVA
1. Il
più eccelso degli Angeli fu mandato dal Cielo
per dir "Ave" alla Madre di Dio.
Al suo incorporeo saluto
vedendoti in Lei fatto uomo,
Signore,
in estasi stette,
acclamando la Madre così:
Ave,
per Te la gioia risplende;
Ave, per Te il dolore s'estingue.
Ave, salvezza di Adamo caduto;
Ave, riscatto del pianto di Eva.
Ave, Tu vetta sublime a umano intelletto;
Ave, Tu abisso profondo agli occhi degli Angeli.
Ave, in Te fu elevato il trono del Re;
Ave, Tu porti Colui che il tutto sostiene.
Ave, o stella che il Sole precorri;
Ave, o grembo del Dio che s'incarna.
Ave, per Te si rinnova il creato;
Ave, per Te il Creatore è bambino.
Ave, Sposa non sposata!
2. Ben
sapeva Maria
d'esser Vergine sacra e così a Gabriele diceva:
«Il tuo singolare messaggio
all'anima mia incomprensibile appare:
da grembo di vergine
un parto predici, esclamando:
Alleluia!»
3. Desiderava
la Vergine
di capire il mistero
e al nunzio divino chiedeva:
«Potrà il verginale mio seno
mai dare alla luce un bambino?
Dimmelo!»
E Quegli riverente
acclamandola disse così:
Ave,
Tu guida al superno consiglio;
Ave, Tu prova d'arcano mistero.
Ave, Tu il primo prodigio di Cristo;
Ave, compendio di sue verità.
Ave, o scala celeste
che scese l'Eterno;
Ave, o ponte che porti gli uomini al cielo.
Ave, dai cori degli Angeli cantato portento;
Ave, dall'orde dei dèmoni esecrato flagello.
Ave, la Luce ineffabile hai dato;
Ave, Tu il «modo» a nessuno hai svelato.
Ave, la scienza dei dotti trascendi;
Ave, al cuor dei credenti risplendi.
Ave, Sposa non sposata!
4. La
Virtù dell'Altissimo
adombrò e rese Madre
la Vergine ignara di nozze:
quel seno, fecondo dall'alto,
divenne qual campo ubertoso per tutti,
che vogliono coglier salvezza
cantando così:
Alleluia!
5.
Con
in grembo il Signore
premurosa Maria
ascese e parlò a Elisabetta.
Il piccolo in seno alla madre
sentì il verginale saluto,
esultò,
e balzando di gioia
cantava alla Madre di Dio:
Ave,
o tralcio di santo Germoglio;
Ave, o ramo di Frutto illibato.
Ave, coltivi il divino Cultore;
Ave, dai vita all'Autor della vita.
Ave, Tu campo che frutti ricchissime grazie;
Ave, Tu mensa che porti pienezza di doni.
Ave, un pascolo ameno Tu fai germogliare;
Ave, un pronto rifugio prepari ai fedeli.
Ave, di suppliche incenso gradito;
Ave, perdono soave del mondo.
Ave, clemenza di Dio verso l'uomo;
Ave, fiducia dell'uomo con Dio.
Ave, Sposa non sposata!
6. Con
il cuore in tumulto
fra pensieri contrari
il savio Giuseppe ondeggiava:
tutt'ora mirandoti intatta
sospetta segreti sponsali, o illibata!
Quando Madre ti seppe
da Spirito Santo, esclamò:
Alleluia!
7. I
pastori sentirono
i concerti degli Angeli
al Cristo disceso tra noi.
Correndo a vedere il Pastore,
lo mirano come agnellino innocente
nutrirsi alla Vergine in seno,
cui innalzano il canto:
Ave,
o Madre all'Agnello Pastore,
Ave, o recinto di gregge fedele.
Ave, difendi da fiere maligne,
Ave, Tu apri le porte del cielo.
Ave, per Te con la terra esultano i cieli,
Ave, per Te con i cieli tripudia la terra.
Ave, Tu sei degli Apostoli la voce perenne,
Ave, dei Martiri sei l'indomito ardire.
Ave, sostegno possente di fede,
Ave, vessillo splendente di grazia.
Ave, per Te fu spogliato l'inferno,
Ave, per Te ci vestimmo di gloria.
Ave, Vergine e Sposa!
8. Osservando
la stella
che guidava all'Eterno,
ne seguirono i Magi il fulgore.
Fu loro sicura lucerna
andando a cercare il Possente,
il Signore.
Al Dio irraggiungibile giunti,
l'acclaman beati:
Alleluia!
9. Contemplarono
i Magi
sulle braccia materne
l'Artefice sommo dell'uomo.
Sapendo ch'Egli era il Signore
pur sotto l'aspetto di servo,
premurosi gli porsero i doni,
dicendo alla Madre beata:
Ave,
o Madre dell'Astro perenne,
Ave, o aurora di mistico giorno.
Ave, fucine d'errori Tu spegni,
Ave, splendendo conduci al Dio vero.
Ave, l'odioso tiranno sbalzasti dal trono,
Ave, Tu il Cristo ci doni clemente Signore.
Ave, sei Tu che riscatti dai riti crudeli,
Ave, sei Tu che ci salvi dall'opre di fuoco.
Ave, Tu il culto distruggi del fuoco,
Ave, Tu estingui la fiamma dei vizi.
Ave, Tu guida di scienza ai credenti,
Ave, Tu gioia di tutte le genti.
Ave, Vergine e Sposa!
10. Banditori
di Dio
diventarono i Magi
sulla via del ritorno.
Compirono il tuo vaticinio
e Te predicavano, o Cristo,
a tutti, noncuranti d'Erode,
lo stolto, incapace a cantare:
Alleluia!
11. Irradiando
all'Egitto
lo splendore del vero,
dell'errore scacciasti la tenebra:
ché gli idoli allora, o Signore,
fiaccati da forza divina caddero;
e gli uomini, salvi,
acclamavan la Madre di Dio:
Ave,
riscossa del genere umano,
Ave, disfatta del regno d'inferno.
Ave, Tu inganno ed errore calpesti,
Ave, degl'idoli sveli la frode.
Ave, Tu mare che inghiotti il gran Faraone,
Ave, Tu roccia che effondi le Acque di Vita.
Ave, colonna di fuoco che guidi nel buio,
Ave, riparo del mondo più ampio che nube.
Ave, datrice di manna celeste,
Ave, ministra di sante delizie.
Ave, Tu mistica terra promessa,
Ave, sorgente di latte e di miele.
Ave, Vergine e Sposa!
12. Stava
già per lasciare
questo mondo fallace
Simeone, ispirato vegliardo.
Qual pargolo a lui fosti dato,
ma in Te riconobbe il Signore perfetto,
e ammirando stupito
l'eterna sapienza esclamò:
Alleluia!
PARTE
TEMATICA
13. Di
natura le leggi
innovò il Creatore,
apparendo tra noi, suoi figlioli:
fiorito da grembo di Vergine,
lo serba qual era da sempre, inviolato:
e noi che ammiriamo il prodigio
cantiamo alla Santa:
Ave,
o fiore di vita illibata,
Ave, corona di casto contegno.
Ave, Tu mostri la sorte futura,
Ave, Tu sveli la vita degli Angeli.
Ave, magnifica pianta che nutri i fedeli,
Ave, bell'albero ombroso che tutti ripari.
Ave, Tu in grembo portasti la Guida agli erranti,
Ave, Tu desti alla luce Chi affranca gli schiavi.
Ave, Tu supplica al Giudice giusto,
Ave, perdono per tutti i traviati.
Ave, Tu veste ai nudati di grazia,
Ave, Amore che vinci ogni brama.
Ave, Vergine e Sposa!
14. Tale
parto ammirando,
ci stacchiamo dal mondo
e al cielo volgiamo la mente.
Apparve per questo fra noi,
in umili umane sembianze l'Altissimo,
per condurre alla vetta
coloro che lieti lo acclamano:
Alleluia!
15. Era
tutto qui in terra,
e di sé tutti i cieli
riempiva il Dio Verbo infinito:
non già uno scambio di luoghi,
ma un dolce abbassarsi di Dio verso l'uomo
fu nascer da Vergine,
Madre che tutti acclamiamo:
Ave,
Tu sede di Dio, l'Infinito,
Ave, Tu porta di sacro mistero.
Ave, dottrina insicura per gli empi,
Ave, dei pii certissimo vanto.
Ave, o trono più santo del trono cherubico,
Ave, o seggio più bello del seggio serafico.
Ave, o tu che congiungi opposte grandezze,
Ave, Tu che sei in una e Vergine e Madre.
Ave, per Te fu rimessa la colpa,
Ave, per Te il paradiso fu aperto.
Ave, o chiave del regno di Cristo,
Ave, speranza di eterni tesori.
Ave, Vergine e Sposa!
16. Si
stupirono gli Angeli
per l'evento sublime
della tua Incarnazione divina:
ché il Dio inaccessibile a tutti
vedevano fatto accessibile, uomo,
dimorare fra noi
e da ognuno sentirsi acclamare:
Alleluia!
17. Gli
oratori brillanti
come pesci son muti
per Te, Genitrice di Dio:
del tutto incapaci di dire
il modo in cui Vergine e Madre Tu sei.
Ma noi che ammiriamo il mistero
cantiamo con fede:
Ave,
sacrario d'eterna Sapienza,
Ave, tesoro di sua Provvidenza.
Ave, Tu i dotti riveli ignoranti,
Ave, Tu ai retori imponi il silenzio.
Ave, per Te sono stolti sottili dottori,
Ave, per Te vengon meno autori di miti.
Ave, di tutti i sofisti disgreghi le trame,
Ave, Tu dei Pescatori riempi le reti.
Ave, ci innalzi da fonda ignoranza,
Ave, per tutti sei faro di scienza.
Ave, Tu barca di chi ama salvarsi,
Ave, Tu porto a chi salpa alla Vita.
Ave, Vergine e Sposa!
18. Per
salvare il creato,
il Signore del mondo,
volentieri discese quaggiù.
Qual Dio era nostro Pastore,
ma volle apparire tra noi come Agnello:
con l'umano attraeva gli umani,
qual Dio l'acclamiamo:
Alleluia!
19. Tu
difesa di vergini,
Madre Vergine sei,
e di quanti ricorrono a Te:
che tale ti fece il Signore
di tutta la terra e del cielo, o illibata,
abitando il tuo grembo
e invitando noi tutti a cantare:
Ave,
colonna di sacra purezza,
Ave, Tu porta d'eterna salvezza.
Ave, inizio di nuova progenie,
Ave, datrice di beni divini.
Ave, Tu vita hai ridato ai nati nell'onta,
Ave, hai reso saggezza ai privi di senno.
Ave, o Tu che annientasti il gran seduttore,
Ave, o Tu che dei casti ci doni l'autore.
Ave, Tu grembo di nozze divine,
Ave, che unisci i fedeli al Signore.
Ave, di vergini alma nutrice,
Ave, che l'anime porti allo Sposo.
Ave, Vergine e Sposa!
20. Cede
invero ogni canto
che presuma eguagliare
le tue innumerevoli grazie.
Se pure ti offrissimo inni
per quanti granelli di sabbia, Signore,
mai pari saremmo ai tuoi doni
che desti a chi canta:
Alleluia!
21. Come
fiaccola ardente
per che giace nell'ombre
contempliamo la Vergine santa,
che accese la luce divina
e guida alla scienza di Dio tutti,
splendendo alle menti
e da ognuno è lodata col canto:
Ave,
o raggio di Sole divino,
Ave, o fascio di Luce perenne.
Ave, rischiari qual lampo le menti,
Ave, qual tuono i nemici spaventi.
Ave, per noi sei la fonte dei sacri Misteri,
Ave, Tu sei la sorgente dell'Acque abbondanti.
Ave, in Te raffiguri l'antica piscina,
Ave, le macchie detergi dei nostri peccati.
Ave, o fonte che l'anime mondi,
Ave, o coppa che versi letizia.
Ave, o fragranza del crisma di Cristo,
Ave, Tu vita del sacro banchetto.
Ave, Vergine e Sposa!
22. Condonare
volendo
ogni debito antico,
fra noi, il Redentore dell'uomo
discese e abitò di persona:
fra noi che avevamo perduto la grazia.
Distrusse lo scritto del debito,
e tutti l'acclamano:
Alleluia!
23. Inneggiando
al tuo parto
l'universo ti canta
qual tempio vivente, o Regina!
Ponendo in tuo grembo dimora
Chi tutto in sua mano contiene, il Signore,
tutta santa ti fece e gloriosa
e ci insegna a lodarti:
Ave,
o «tenda» del Verbo di Dio,
Ave, più grande del «Santo dei Santi».
Ave, Tu «Arca» da Spirito aurata,
Ave, «tesoro» inesausto di vita.
Ave, diadema prezioso dei santi sovrani,
Ave, dei pii sacerdoti Tu nobile vanto.
Ave, Tu sei per la Chiesa qual torre possente,
Ave, Tu sei per l'Impero qual forte muraglia.
Ave, per Te innalziamo trofei,
Ave, per Te cadon vinti i nemici.
Ave, Tu farmaco delle mie membra,
Ave, salvezza dell'anima mia.
Ave, Vergine e Sposa!
24.
Grande
ed inclita Madre,
Genitrice del sommo fra i Santi,
Santissimo Verbo,
or degnati accogliere il canto!
Preservaci da ogni sventura, tutti!
Dal castigo che incombe
Tu libera noi che gridiamo:
Alleluia! |