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RITUALE
ROMANUM
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Prænotanda De Sacramento Pænitentiæ Ordo Ministrandi Sacramentum Pænitentiæ Circa i Peccati e le Tre Censure Ecclesiastiche |
1.
Absolutionis Forma Communis |
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RITUALE ROMANUM ABSOLUTIONIS FORMA COMMUNIS |
[In base ai Sacri Canoni il luogo proprio per ricevere le confessioni sacramentali è la Chiesa. Si ascoltano le confessioni nel confessionale, provvisti di una grata fissa tra il penitente e il confessore, cosicché i fedeli che lo desiderano possano liberamente servirsene. Non si ricevano le confessioni fuori del confessionale, se non per giusta causa.
Il Sacerdote nel confessionale con l’abito talare e la cotta (o con un camice) indossa la stola Viola.
Il Penitente si presenterà al Sacramento con la dovuta umiltà interna ed esterna, si inginocchierà e farà il segno di croce; a ciò, se occorre, il Sacerdote lo esorterà. Il Penitente in ginocchio al confessionale, (la donna generalmente con il capo coperto) dice:
Mi perdoni Padre perché ho peccato:
Il Sacerdote nel confessionale risponde:
In nómine Patris + et Filii et Spíritus Sancti.
Il penitente dice il Confiteor:
Confíteor Deo omnipoténti, beátæ Maríæ semper Vírgini, beáto Michaéli Archángelo, beáto Joánni Baptístae, sanctis Apóstolis Petro et Paulo, ómnibus Sánctis et tibi, pater: quia peccávi nimis cogitatíone, verbo et ópere: (si batte il petto per tre volte) mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa. Ideo precor beátam Maríam semper Vírginem, beátum Michaélem Archángelum, beátum Joánnem Baptistám, Sanctos Apóstolos Petrum et Paulum, ómnes Sanctos, et te, pater, oráre pro me ad Dóminum Deum nostrum.
Oppure può utilizzare solo queste parole:
Confíteor Deo omnipoténti, et tibi, pater.
Il confessore si informi subito sulla sua condizione (salvo gli sia già altrimenti nota), quando si è confessato l'ultima volta, se ha soddisfatto alla penitenza impostagli, se le precedenti confessioni siano state ben fatte e complete e, ora, se ha fatto con diligenza l’esame di coscienza.
Il Sacerdote in base a ciò che ha ascoltato, visto il sincero pentimento e il proposito da parte del penitente di non ricadere più nei peccati appena confessati, dopo un salutare incoraggiamento a camminare sulla via del bene, invita il Penitente davanti al Crocefisso (posto generalmente sopra la grata) a fare un Atto di Dolore.
Atto di dolore
Mio Di mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché
peccando ho meritato i tuoi castighi, e molto più perché ho offeso te,
infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo
con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire dalle
occasioni prossime di peccato.
Oppure
Mio Dio mi pento con tutto il cuore
dei miei peccati, li odio e li detesto come offesa alla vostra Maestà
infinita, cagione della morte del vostro Divin Figliolo Gesù e mia
spirituale rovina. Non voglio più commetterne in avvenire e propongo di
fuggire le occasioni.
Oppure
O Gesù, d'amore acceso, non t'avessi mai offeso! O mio caro e buon Gesù, con la Tua Santa Grazia non ti voglio offendere più, né mai più disgustarti, perché ti amo sopra ogni cosa. Gesù mio misericordia, perdonami!
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Quando il Sacerdote vuole assolvere un penitente, dopo avergli imposto una salutare penitenza e dopo che il penitente l’ha accettata, dice dapprima:
Misereatur tui omnipotens Deus, et dimissis peccatis tuis, perducat te ad vitam æternam. Amen.
Quindi con la mano destra elevata verso il penitente, dice:
Indulgentiam, absolutionem, et remissionem peccatorum tuorum tribuat tibi omnipotens et misericors Dominus. Amen.
Dominus noster Jesus Christus te absolvat: et ego auctoritate ipsìus te absolvo ab omni vinculo excommunicationis, (suspensionis), et interdicti, in quantum possum, et tu ìndiges. Deinde ego te absolvo a peccatis tuis, in nomine Patris, et Filii, + et Spiritus Sancti. Amen.
Se il penitente è un laico, omette la parola suspensionis. Il Vescovo nell’assolvere i fedeli fa tre segni di croce.
Passio Domini nostri Jesu Christi, merita beatæ Mariæ Virginis, et omnium Sanctorum, quidquid boni feceris, et mali sustinueris, sint tibi in remissionem peccatorum, augmentum gratiæ, et præmium vitæ æternæ. Amen.
Per una giusta causa si può tralasciare Misereatur, ecc., ed è sufficiente dire: Dominus noster Jesus Christus, ecc., come sopra, fino alle parole: Passio Domini nostri, ecc.
Per grave necessità, in pericolo di morte, il Sacerdote può dire brevemente:
Ego
te absolvo ab omnibus censuris, et peccatis, in nomine Patris, et Filii,
+
et Spiritus Sancti. Amen. |
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RITUALE ROMANUM
DE
MODO ABSOLVENDI |
2. Anzitutto esiga che lo scomunicato soddisfi prima, se questo è possibile, nei confronti di quello per la cui offesa è incorso nella scomunica. Se non è possibile in quel momento, offra una sufficiente garanzia, o almeno, se non è in grado di offrirla, giuri di soddisfare al più presto possibile.
3. In secondo luogo, se il crimine per il quale è incorso nella scomunica è grave, esiga il giuramento che si uniformerà al mandato della Chiesa, che a lui sarà dato per tale causa: e soprattutto che non commetterà di nuovo un errore contro quel Canone o Decreto per il quale è incorso nella censura.
4. Quindi osservi questo rito per assolverlo. Il sacerdote, seduto, percuota lievemente, con una bacchetta o una cordicella, la spalla - denudata esclisivamente fino alla camicia (se è un uomo) - del penitente inginocchiato davanti a lui, dicendo:
Salmo 50
Miserére mei, Deus, * secúndum magnam misericórdiam tuam. Et secúndum multitúdinem miseratiónum tuárum, * dele iniquitátem meam. Amplius lava me ab iniquitáte mea: * et a peccáto meo munda me. Quóniam iniquitátem meam ego cognósco: * et peccátum meum contra me est semper. Tibi soli peccávi, et malum coram te feci: * ut iustificéris in sermónibus tuis, et vincas cum iudicáris. Ecce enim in iniquitátibus concéptus sum: * et in peccátis concépit me mater mea. Ecce enim veritátem dilexísti: * incérta et occúlta sapiéntiæ tuæ manifestásti mihi. Aspérges me hyssópo, et mundábor: * lavábis me, et super nivem dealbábor. Audítui meo dabis gáudium et lætítiam:* et exsultábunt ossa humiliáta. Avérte fáciem tuam a peccátis meis: * et omnes iniquitátes meas dele. Cor mundum crea in me, Deus: * et spíritum rectum ínnova in viscéribus meis. Ne proícias me a fácie tua: * et spíritum sanctum tuum ne áuferas a me. Redde mihi lætítiam salutáris tui: * et spíritu principáli confírma me. Docébo iníquos vias tuas: * et ímpii ad te converténtur. Líbera me de sanguínibus, Deus, Deus salútis meæ: * et exsultábit lingua mea iustítiam tuam. Dómine, lábia mea apéries: * et os meum annuntiábit laudem tuam. Quóniam si voluísses sacrifícium, dedíssem útique: * holocáustis non delectáberis. Sacrifícium Deo spíritus contribulátus: * cor contrítum, et humiliátum, Deus non despícies. Benígne fac, Dómine, in bona voluntáte tua Sion: * ut ædificéntur muri Ierúsalem. Tunc acceptábis sacrifícium iustítiæ, oblatiónes, et holocáusta: *
tunc impónent super altáre tuum vítulos. Sicut erat in princípio, et nunc et semper et in sǽcula sæculórum. Amen.
5. Quindi si alza e, a capo scoperto, dice :
Pater noster
sottovoce fino a :
Preghiera
Orémus Deus, cui próprium est miseréri semper et párcere: súscipe deprecatiónem nostram, ut hunc fámulum tuum, quem (hanc fámulam tuam, quam) excommunicatiónis senténtia constríngit, miserátio tuæ pietátis cleménter absólvat. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.
6. Quindi siede, e, a capo coperto, dice:
Dóminus noster Jesus Christus te absólvat et ego, auctoritáte ipsíus, et sanctíssimi Dómini nostri Papæ (se è stato delegato dal Papa), (oppure reverendíssimi Epíscopi N., oppure N . Superióris), mihi commíssa, absólvo te a vínculo excommunicatiónis, in quam incurrísti (oppure incurrísse declarátus [-a] es), propter (questo fatto o questo motivo, ecc.); et restítuo te communióni et unitáti fidélium, et sanctis Sacraméntis Ecclésiæ, in nómine Patris, et Fílii, + et Spíritus Sancti. Amen.
Dóminus noster Jesus Christus te absólvat et ego, auctoritáte ipsíus, et sanctissimi Dómini nostri Papæ (se è stato delegato dal Papa), (oppure reverendissimi Epíscopi N., oppure N. Superióris), mihi commíssa, absólvo te a vínculo excommunicatiónis, in quam incurrísti (oppure incurrísse declarátus [-a] es), propter (questo fatto o questo motivo, ecc.); et restítuo te communióni et unitáti fidélium, et sanctis Sacraméntis Ecclésiæ, in nómine Patris, et Fílii, + et Spíritus Sancti. Amen.
8.
Invece, in foro sacramentale, il Confessore che ha facoltà di
assolvere lo scomunicato, assolva secondo la forma comune prescritta
sopra, nella assoluzione sacramentale. |
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RITUALE ROMANUM
RITUS ABSOLVENDI EXCOMMUNICATUM |
2. Se il corpo non è ancora stato sepolto, sia percosso, e sia assolto, come segue; quindi dopo essere stato assolto sia sepolto in luogo sacro.
3. Se invece è già stato sepolto in luogo profano, se si può fare facilmente, sia esumato, e allo stesso modo come sopra, sia percosso, assolto e sepolto in luogo sacro. Se non può essere facilmete esumato, sia percosso il luogo della sepoltura e poi sia assolto.
4. Se invece è stato sepolto in un luogo sacro, non venga esumato, ma sia percosso il sepolcro.
Dopo che il corpo o il sepolcro è stato percosso, il Sacerdote dice l’Antifona:
Exsultábunt Dómino ossa humiliáta. Si recita il Salmo
Salmo 50
Miserére mei, Deus, * secúndum magnam misericórdiam tuam. Et secúndum multitúdinem miseratiónum tuárum, * dele iniquitátem meam. Amplius lava me ab iniquitáte mea: * et a peccáto meo munda me. Quóniam iniquitátem meam ego cognósco: * et peccátum meum contra me est semper. Tibi soli peccávi, et malum coram te feci: * ut iustificéris in sermónibus tuis, et vincas cum iudicáris. Ecce enim in iniquitátibus concéptus sum: * et in peccátis concépit me mater mea. Ecce enim veritátem dilexísti: * incérta et occúlta sapiéntiæ tuæ manifestásti mihi. Aspérges me hyssópo, et mundábor: * lavábis me, et super nivem dealbábor. Audítui meo dabis gáudium et lætítiam:* et exsultábunt ossa humiliáta. Avérte fáciem tuam a peccátis meis: * et omnes iniquitátes meas dele. Cor mundum crea in me, Deus: * et spíritum rectum ínnova in viscéribus meis. Ne proícias me a fácie tua: * et spíritum sanctum tuum ne áuferas a me. Redde mihi lætítiam salutáris tui: * et spíritu principáli confírma me. Docébo iníquos vias tuas: * et ímpii ad te converténtur. Líbera me de sanguínibus, Deus, Deus salútis meæ: * et exsultábit lingua mea iustítiam tuam. Dómine, lábia mea apéries: * et os meum annuntiábit laudem tuam. Quóniam si voluísses sacrifícium, dedíssem útique: * holocáustis non delectáberis. Sacrifícium Deo spíritus contribulátus: * cor contrítum, et humiliátum, Deus non despícies. Benígne fac, Dómine, in bona voluntáte tua Sion: * ut ædificéntur muri Ierúsalem. Tunc acceptábis sacrifícium iustítiæ, oblatiónes, et holocáusta: *
tunc impónent super altáre tuum vítulos. Sicut erat in princípio, et nunc et semper et in sǽcula sæculórum. Amen.
Dopo ciò, lo assolve, dicendo :
Auctoritáte mihi concéssa, ego te absólvo a vínculo excommunicatiónis, quam incurrísti (oppure incurrísse declarátus [-a] es) propter tale factum, et restítuo te communióni fidélium, in nómine Patris, et Fílii, + et Spíritus Sancti. Amen.
5. Quindi si dice il Salmo: De profúndis e alla fine:
Salmo 129
De profúndis clamávi ad te, Dómine: * Dómine, exáudi vocem meam. Fiant áures tuæ intendéntes, * in vocem deprecatiónis meæ. Si iniquitátes observáveris, Dómine: * Dómine, quis sustinébit? Quia apud te propitiátio est, * et timébimus te. Sustínui te, Dómine; + Sustínuit ánima mea in verbo eius, * sperávit ánima mea in Dómino. Magis quam custódes auróram, * speret Israël, in Dómino. Quia apud Dóminum misericórdia, * et copiósa apud eum redémptio. Et ipse rédimet Israël, * ex omnibus iniquitátibus ejus.
V.Réquiem
ætérnam dona ei, Dómine.
Kýrie, eléison. Christe, eléison. Kýrie, eléison.
Pater noster sottovoce fino a :
V.
Et
ne nos indúcas in tentatiónem.
Preghiera:
Oremus Da, quæsumus, Dómine, ánimæ fámuli tui, quem (fámulæ tuæ, quam) excommunicatiónis senténtia constrínxerat, refrigérii sedem, quiétis beatitúdinem, et supérni lúminis claritátem. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen. |
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