|
|
RITUALE
DEL |
IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO Introduzione
1. Con il sacramento del Matrimonio, gli sposi cristiani esprimono, nel segno, la loro partecipazione al mistero dell'unità e dell'amore fecondo tra Cristo e la Chiesa1. Per questo sia nella scelta della vita coniugale sia nella procreazione e nell'educazione dei figli, si prestano vicendevole aiuto per vivere una vita santa e hanno così nel popolo di Dio un loro compito e un proprio dono2. 2. Il Matrimonio è costituito dal patto coniugale, ossia dal consenso irrevocabile con il quale i due sposi liberamente e scambievolmente si donano e si ricevono. Questa unione tutta particolare dell'uomo e della donna, come pure il bene dei figli, esigono la piena fedeltà dei coniugi e reclamano l'unità indissolubile del vincolo matrimoniale. Per meglio esprimere nel segno questa realtà e per facilitarne l'osservanza, Cristo Signore ha elevato l'unione indissolubile dei coniugi alla dignità di sacramento, come immagine del suo patto d'amore con la Chiesa3. 3. Procurino pertanto gli sposi cristiani di mantenere e alimentare la loro unione coniugale con quell'amore indiviso, che ha la sua sorgente nell'amore stesso di Dio; unendo così valori umani e divini, potranno, sia nelle gioie che nelle prove della vita, conservarsi vicendevolmente fedeli nel corpo e nello spirito4. ______________ 1) Cf Eb 5, 32. 2) Cf 1Cor 7,7; LG 11. 3) Cf GS 48. 4) Cf GS 48, 49.
4. Il Matrimonio e l'amore coniugale sono ordinati, per loro stessa natura alla procreazione e all'educazione dei figli e trovano in essi il loro coronamento; i figli sono il dono più bello del Matrimonio: sono essi che maggiormente contribuiscono alla felicità dei loro genitori. Per questo gli sposi cristiani, pur senza sottovalutare gli altri fini del Matrimonio, siano disposti, con ferma e coraggiosa determinazione, a collaborare con l'amore del Creatore e Salvatore, che per loro mezzo propaga e aumenta sempre più la sua famiglia5. 5. A questi principi dottrinali s'ispirino i pastori di anime sia nella catechesi ai fidanzati che nell'omelia durante la celebrazione del Matrimonio, tenendo tuttavia presente il rapporto con il testo delle letture6. Quanto ai fidanzati, dopo aver opportunamente ricordato questi elementi fondamentali della dottrina cristiana, si faccia loro la catechesi sia riguardo alla dottrina sul Matrimonio e la famiglia sia riguardo al sacramento e ai suoi riti, preghiere e letture, in modo che gli sposi possano celebrare con piena consapevolezza e con frutto il loro Matrimonio. 6. In modo particolare, i pastori d'anime ravvivino e alimentino la fede dei fidanzati: il sacramento del Matrimonio infatti, presuppone ed esige la fede7. 7. I principali elementi della celebrazione del Matrimonio abbiano il rilievo che loro conviene. Essi sono: - la liturgia della Parola, nella quale si da risalto all'importanza del Matrimonio cristiano nella storia della salvezza, ai suoi fini e ai suoi doveri in ordine al conseguimento della santificazione dei coniugi e dei figli; - il consenso degli sposi, richiesto e accettato dal sacerdote che vi assiste; - la solenne e veneranda preghiera sopra la sposa, con la quale il sacerdote invoca la benedizione di Dio sul patto nuziale; - la comunione eucaristica dei due sposi e dei presenti, con la quale soprattutto si alimenta la carità e tutti i presenti sono elevati alla unione con Dio e con i fratelli8. ______________ 5) Cf GS 48, 50. 6) Cf IOe 54. 7) Cf SC 59. 8) Cf AA 3; LG 12.
Scelta del rito 8. La celebrazione del Matrimonio in via ordinaria si deve compiere durante la Messa; tuttavia per una giusta causa si può celebrare senza la Messa9, anzi, in qualche circostanza è consigliabile omettere la celebrazione dell'Eucaristia. 9. Il rito del Matrimonio senza la Messa può essere compiuto anche dal diacono che, in mancanza del sacerdote, abbia ricevuto dal vescovo o dal parroco la delega per assistere e benedire, a nome della Chiesa, il Matrimonio10. 10. Se il Matrimonio è celebrato tra un cattolico e un battezzato non cattolico, si deve usare il rito del Matrimonio senza la Messa (nn. 40-57). Se poi la circostanza lo richiede, si può, con il consenso dell'Ordinario del luogo, usare il rito del Matrimonio durante la Messa (nn. 21-39), omettendo la comunione di quello che tra gli sposi non è cattolico, perché tale comunione non è consentita dalla legge generale. Se il Matrimonio è celebrato tra un cattolico e un non battezzato, si deve usare il rito riportato ai nn. 58-72. 11. I pastori d'anime dimostrino particolare interessamento per coloro che in occasione del Matrimonio assistono alle celebrazioni liturgiche o ascoltano il Vangelo, siano essi non cattolici oppure cattolici che non partecipano mai o quasi mai all'Eucaristia o che danno l'impressione di aver perduto la fede: i sacerdoti, infatti, sono ministri del Vangelo di Cristo, e lo sono per tutti. 12. Nella celebrazione del Matrimonio, tranne gli onori dovuti alle autorità civili, a norma delle leggi liturgiche, non si faccia ______________ 9) Cf IOe 70. 10) Cf SDO 22, 4.
nessuna distinzione di persone private o di condizioni sociali, sia nelle cerimonie che nell'apparato esteriore11. 13. Quando il Matrimonio è celebrato durante la Messa, si dice la "Messa degli sposi", con le vesti liturgiche di colore bianco. Se però ricorre una domenica o una solennità, il mercoledì delle Ceneri o una feria della Settimana santa, si dice la Messa del giorno, con la solenne benedizione sopra la sposa e lo sposo, e, secondo l'opportunità, con la formula propria per la benedizione finale. Poiché la liturgia della Parola, convenientemente adattata alla celebrazione del Matrimonio, ha una grande efficacia nella catechesi sul sacramento e sui doveri degli sposi, allorché non è consentita la "Messa degli sposi", si può scegliere una lettura tra quelle indicate nel Lezionario per la celebrazione del Matrimonio a meno che non ricorra il Triduo sacro, il Natale del Signore, l'Epifania, l'Ascensione, la Pentecoste, il SS.mo Corpo e Sangue di Cristo o un'altra solennità di precetto. Nelle domeniche del tempo di Natale e in quelle "per annum", se alla Messa in cui si celebra il Matrimonio non partecipa la comunità parrocchiale, si può usare l'intero formulario della "Messa degli sposi". Se il Matrimonio si celebra in Avvento o in Quaresima o in altri giorni a carattere penitenziale, il parroco raccomandi agli sposi di tener conto delle caratteristiche proprie di questi tempi liturgici. Preparazione dei rituali particolari 14. Ferma restando la facoltà di cui al n. 19, nelle regioni in cui si usa il Rituale Romano, è di competenza delle Conferenze Episcopali preparare un Rituale particolare che tenga conto di tradizioni e necessità locali, a norma degli artt. 63b e 77 della Costituzione sulla Sacra Liturgia. Nel preparare questi adattamenti, si tenga presente quanto è indicato nei numeri seguenti. ______________ 11) Cf SC 32. 15. Le formule del Rituale Romano si possono adattare o, se è il caso, anche completare (comprese le domande prima del consenso e le stesse parole del consenso). Quando il Rituale Romano presenta più formule a scelta, i Rituali particolari possono aggiungere altre formule simili. 16. Nel rito del sacramento del Matrimonio propriamente detto, si possono adattare, anche omettendole, se si ritiene opportuno, le domande prima del consenso, ferma restando, però, la norma che il sacerdote che assiste richieda e riceva il consenso dei contraenti. 17. Avvenuta la consegna degli anelli, si può fare, secondo la consuetudine del luogo, o l'incoronazione o la velazione della sposa. Dove il congiungere le mani o la benedizione o la consegna degli anelli non rispondono al carattere delle popolazioni, le Conferenze Episcopali possono stabilire che questi riti siano omessi o suppliti con altri. 18. I popoli che ora per la prima volta accolgono il Vangelo: hanno i loro usi e modi tradizionali per la celebrazione del matrimonio: tutto ciò che in questi usi è buono e positivo e non risulta indissolubilmente legato a superstizioni o a errori, si consideri con benevolenza e, se possibile, si conservi inalterato, anzi se ne consenta la stessa introduzione nella liturgia, purché possa armonizzarsi con il vero e autentico spirito liturgico12. Facoltà di proporre un rito proprio 19. Le singole Conferenze Episcopali possono preparare un rito proprio per il Matrimonio, che si addica agli usi dei luoghi e delle popolazioni; tuttavia deve restar ferma la norma secondo la quale il sacerdote che assiste deve richiedere e ricevere il consenso dei contraenti13 e impartire la benedizione nuziale14. Il rito così preparato dovrà essere approvato dalla Sede Apostolica. 20. Per i popoli presso i quali le cerimonie del matrimonio si svolgono per consuetudine nelle case, anche per più giorni di seguito, conviene che tali cerimonie siano adattate allo spirito cristiano e alla liturgia. In questo caso, la Conferenza Episcopale, secondo le necessità pastorali delle popolazioni, può stabilire che lo stesso rito del Matrimonio sia celebrato nelle case. ______________ 12) Cf SC 37. 13) Cf SC 77. 14)
Cf SC 78.
|
|
|
www.maranatha.it |