Dalla
Lettera Apostolica
DI
S.S.
GIOVANNI PAOLO II
Rosarium
Virginis Mariæ
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1. Il Rosario della Vergine Maria, sviluppatosi
gradualmente nel secondo Millennio al soffio dello Spirito di Dio, è
preghiera amata da numerosi Santi e incoraggiata dal Magistero. Il
Rosario, infatti, pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è
preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi,
concentra in sé la profondità
dell'intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. Con
esso il popolo cristiano si mette
alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione
della bellezza del volto di Cristo e all'esperienza della profondità del
suo amore.
3.
Recitare
il Rosario, infatti, non è altro che contemplare
con Maria il volto di Cristo. A dare maggiore rilevanza a questo
invito … desidero che questa preghiera nel corso dell'anno venga
particolarmente proposta e valorizzata nelle varie comunità cristiane.
Proclamo, pertanto, l'anno che va dall'ottobre di quest'anno all'ottobre
del 2003 Anno del Rosario.
6.
A dare maggiore attualità al rilancio del Rosario si aggiungono alcune
circostanze storiche. Prima fra esse, l'urgenza di invocare da Dio il dono
della pace.
Analoga
urgenza di impegno e di preghiera emerge su un altro versante critico del
nostro tempo, quello della famiglia,
cellula della società, sempre più insidiata da forze disgregatrici a
livello ideologico e pratico, che fanno temere per il futuro di questa
fondamentale e irrinunciabile istituzione e, con essa, per le sorti
dell'intera società.
12.
Il Rosario, proprio a partire dall'esperienza di Maria, è
una preghiera spiccatamente contemplativa. Per sua natura la recita
del Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che
favoriscano nell'orante la meditazione dei misteri della vita del Signore,
visti attraverso il Cuore di Colei che al Signore fu più vicina, e ne
dischiudano le insondabili ricchezze.
19.
Affinché il Rosario possa dirsi in modo più pieno 'compendio del
Vangelo', è perciò conveniente che, dopo aver ricordato l'incarnazione e
la vita nascosta di Cristo (misteri
della gioia), e prima di soffermarsi sulle sofferenze della passione (misteri del dolore), e sul trionfo della risurrezione (misteri
della gloria), la meditazione si porti anche su alcuni momenti
particolarmente significativi della vita pubblica (misteri
della luce). Questa integrazione di nuovi misteri, senza pregiudicare
nessun aspetto essenziale dell'assetto tradizionale di questa preghiera,
è destinata a farla vivere con rinnovato interesse nella spiritualità
cristiana, quale vera introduzione alla profondità del Cuore di Cristo,
abisso di gioia e di luce, di dolore e di gloria.
21.
…Volendo indicare alla comunità cristiana cinque momenti significativi
– misteri 'luminosi' – di questa fase della vita di Cristo, ritengo che
essi possano essere opportunamente individuati: 1. nel suo Battesimo al
Giordano, 2. nella sua auto-rivelazione alle nozze di Cana, 3.
nell'annuncio del Regno di Dio con l'invito alla conversione, 4. nella sua
Trasfigurazione e, infine, 5. nell'istituzione dell'Eucaristia,
espressione sacramentale del mistero pasquale. Ognuno di questi misteri è
rivelazione del Regno ormai giunto
nella persona stessa di Gesù.
È
mistero di luce innanzitutto il Battesimo al Giordano. Qui, mentre il
Cristo scende, quale innocente che si fa 'peccato' per noi (cfr
2Cor 5, 21), nell'acqua del fiume, il cielo si apre e la voce del
Padre lo proclama Figlio diletto (cfr
Mt 3, 17 e par), mentre lo Spirito scende su di Lui per investirlo
della missione che lo attende.
Mistero
di luce è l'inizio dei segni a Cana (cfr Gv
2, 1-12), quando Cristo, cambiando l'acqua in vino, apre alla fede il
cuore dei discepoli grazie all'intervento di Maria, la prima dei credenti.
Mistero
di luce è la predicazione con la quale Gesù annuncia l'avvento del Regno
di Dio e invita alla conversione (cfr Mc
1, 15), rimettendo i peccati di chi si accosta a Lui con umile fiducia (cfr
Mc 2, 3-13; Lc 7, 47-48), inizio del ministero di misericordia che Egli
continuerà ad esercitare fino alla fine del mondo, specie attraverso il
sacramento della Riconciliazione affidato alla sua Chiesa (cfr Gv
20, 22-23).
Mistero
di luce per eccellenza è poi la Trasfigurazione, avvenuta, secondo la
tradizione, sul Monte Tabor. La gloria della Divinità sfolgora sul volto
di Cristo, mentre il Padre lo accredita agli Apostoli estasiati perché lo
ascoltino (cfr Lc 9, 35 e par) e
si dispongano a vivere con Lui il momento doloroso della Passione, per
giungere con Lui alla gioia della Risurrezione e a una vita trasfigurata
dallo Spirito Santo.
Mistero
di luce è, infine, l'istituzione dell'Eucaristia, nella quale Cristo si
fa nutrimento con il suo Corpo e il suo Sangue sotto i segni del pane e
del vino, testimoniando « sino alla fine » il suo amore per l'umanità (Gv
13, 1), per la cui salvezza si offrirà in sacrificio.
Come
recitare il Rosario?
29.
Enunciare il mistero, e magari avere l'opportunità di fissare
contestualmente un'icona che lo raffiguri, è come aprire
uno scenario su cui concentrare l'attenzione.
30.
Per dare fondamento biblico e maggiore profondità alla meditazione, è
utile che l'enunciazione del mistero sia seguita dalla proclamazione
di un passo biblico corrispondente che, a seconda delle circostanze,
può essere più o meno ampio.
31.
L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. È opportuno che,
dopo l'enunciazione del mistero e la proclamazione della Parola, per un
congruo periodo di tempo ci si fermi a fissare lo sguardo sul mistero
meditato, prima di iniziare la preghiera vocale.
32.
Dopo l'ascolto della Parola e la focalizzazione del mistero è naturale
che l'animo si innalzi verso il Padre. Gesù, in ciascuno dei suoi
misteri, ci porta sempre al Padre, a cui Egli continuamente si rivolge,
perché nel suo 'seno' riposa (cfr
Gv 1, 18).
33.
Le dieci Ave Maria. È questo l'elemento più corposo del Rosario e
insieme quello che ne fa una preghiera mariana per eccellenza. Ma proprio
alla luce dell'Ave Maria ben
compresa, si avverte con chiarezza che il carattere mariano non solo non
si oppone a quello cristologico, ma anzi lo sottolinea e lo esalta.
34.
La dossologia trinitaria è il traguardo della contemplazione cristiana.
Cristo è infatti la via che ci conduce al Padre nello Spirito.
36.
Strumento tradizionale per la recita del Rosario è la corona.
La
prima cosa da notare è come la
corona converga verso il Crocifisso, che apre così e chiude il
cammino stesso dell'orazione. In Cristo è centrata la vita e la preghiera
dei credenti. Tutto parte da Lui, tutto tende a Lui, tutto, mediante Lui,
nello Spirito Santo, giunge al Padre.
Intenzioni
del Papa per la recita del Rosario
39.
Oggi all'efficacia di questa preghiera consegno volentieri la causa della
pace nel mondo e quella della famiglia.
40.
Le difficoltà che l'orizzonte mondiale presenta in questo avvio di nuovo
Millennio ci inducono a pensare che solo un intervento dall'Alto può far
sperare in un futuro meno oscuro. Il Rosario è
preghiera orientata per sua natura alla pace, per il fatto stesso che
consiste nella contemplazione di Cristo, Principe della pace e « nostra
pace » (Ef 2,14).
41.
…il Rosario è anche, da sempre, preghiera
della famiglia e per la famiglia. Un tempo questa preghiera era
particolarmente cara alle famiglie cristiane, e certamente ne favoriva la
comunione. Occorre non disperdere questa preziosa eredità. Bisogna
tornare a pregare in famiglia e a pregare per le famiglie, utilizzando
ancora questa forma di preghiera. La famiglia che prega unita, resta unita.
La
famiglia che recita insieme il Rosario riproduce un po' il clima della
casa di Nazareth: si pone Gesù al centro, si condividono con lui gioie e
dolori, si mettono nelle sue mani bisogni e progetti, si attingono da lui
la speranza e la forza per il cammino.
42.
A questa preghiera è anche bello e fruttuoso affidare l'itinerario
di crescita dei figli. Pregare col Rosario per i figli, e ancor più con
i figli, educandoli fin dai teneri anni a questo momento giornaliero
di « sosta orante » della famiglia, non è, certo, la soluzione di ogni
problema, ma è un aiuto spirituale da non sottovalutare.
Il
Rosario, un tesoro da riscoprire
43.
Carissimi fratelli e sorelle! Una preghiera così facile, e al tempo
stesso così ricca, merita davvero di essere riscoperta dalla comunità
cristiana.
Che
questo mio appello non cada inascoltato!
«
O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo
di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti
dell'inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai
più. Tu ci sarai conforto nell'ora dell'agonia. A te l'ultimo bacio della
vita che si spegne. E l'ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome
tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio
dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti. Sii ovunque benedetta,
oggi e sempre, in terra e in cielo ».
Dal Vaticano, il 16 ottobre dell'anno 2002, inizio del venticinquesimo
di Pontificato.
GIOVANNI PAOLO II
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