Ebrei
- Capitolo 1
PROLOGO
Grandezza
del Figlio di Dio incarnato
[1]Dio,
che aveva gia parlato nei tempi antichi molte volte e in
diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, [2]in
questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha
costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha
fatto anche il mondo. [3]Questo Figlio, che è
irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e
sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver
compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra
della maestà nell'alto dei cieli, [4]ed è diventato
tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è
il nome che ha ereditato.
I.
IL FIGLIO E' SUPERIORE AGLI ANGELI
Prova
scritturistica
[5]Infatti
a quale degli angeli Dio ha mai detto:
Tu
sei mio figlio; oggi ti ho generato?
E
ancora:
Io
sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio?
[6]E
di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice:
Lo
adorino tutti gli angeli di Dio.
[7]Mentre
degli angeli dice:
Egli
fa i suoi angeli pari ai venti,
e i suoi ministri come fiamma di fuoco,
[8]del
Figlio invece afferma:
Il
tuo trono, Dio, sta in eterno
e:
Scettro
giusto è lo scettro del tuo regno;
[9]hai amato la giustizia e odiato l'iniquità,
perciò ti unse Dio, il tuo Dio,
con olio di esultanza più dei tuoi compagni.
[10]E
ancora:
Tu,
Signore, da principio hai fondato la terra
e opera delle tue mani sono i cieli.
[11]Essi periranno, ma tu rimani;
invecchieranno tutti come un vestito.
[12]Come un mantello li avvolgerai,
come un abito e saranno cambiati;
ma tu rimani lo stesso, e gli anni tuoi non avranno fine.
[13]A
quale degli angeli poi ha mai detto:
Siedi
alla mia destra,
finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi
piedi?
[14]Non
sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati
per servire coloro che devono ereditare la salvezza?
Ebrei
- Capitolo 2
Esortazione
[1]Proprio
per questo bisogna che ci applichiamo con maggiore impegno a
quelle cose che abbiamo udito, per non andare fuori strada. [2]Se,
infatti, la parola trasmessa per mezzo degli angeli si è
dimostrata salda, e ogni trasgressione e disobbedienza ha
ricevuto giusta punizione, [3]come potremo scampare noi
se trascuriamo una salvezza così grande? Questa infatti, dopo
essere stata promulgata all'inizio dal Signore, è stata
confermata in mezzo a noi da quelli che l'avevano udita, [4]mentre
Dio testimoniava nello stesso tempo con segni e prodigi e
miracoli d'ogni genere e doni dello Spirito Santo, distribuiti
secondo la sua volontà.
La
redenzione realizzata dal Cristo, non dagli angeli
[5]Non
certo a degli angeli egli ha assoggettato il mondo futuro, del
quale parliamo. [6]Anzi, qualcuno in un passo ha
testimoniato:
Che
cos'è l'uomo perché ti ricordi di lui
o il figlio dell'uomo perché tu te ne curi?
[7]Di poco l'hai fatto inferiore agli angeli,
di gloria e di onore l'hai coronato
[8]e hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi.
Avendogli
assoggettato ogni cosa, nulla ha lasciato che non gli fosse
sottomesso. Tuttavia al presente non vediamo ancora che ogni
cosa sia a lui sottomessa. [9]Però quel Gesù, che fu
fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo ora
coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha
sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte
a vantaggio di tutti.
[10]Ed
era ben giusto che colui, per il quale e del quale sono tutte
le cose, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse
perfetto mediante la sofferenza il capo che li ha guidati alla
salvezza. [11]Infatti, colui che santifica e coloro che
sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per
questo non si vergogna di chiamarli fratelli, [12]dicendo:
Annunzierò
il tuo nome ai miei fratelli,
in mezzo all'assemblea canterò le tue lodi;
[13]e
ancora:
Io
metterò la mia fiducia in lui;
e
inoltre:
Eccoci,
io e i figli che Dio mi ha dato.
[14]Poiché
dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch'egli
ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante
la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo,
[15]e liberare così quelli che per timore della morte
erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. [16]Egli
infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di
Abramo si prende cura. [17]Perciò doveva rendersi
in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote
misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo
scopo di espiare i peccati del popolo. [18]Infatti
proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto
personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che
subiscono la prova.
Ebrei
- Capitolo 3
II.
GESU' SOMMO SACERDOTE
FEDELE
E MISERICORDIOSO
Il
Cristo superiore a Mosè
[1]Perciò,
fratelli santi, partecipi di una vocazione celeste, fissate
bene lo sguardo in Gesù, l'apostolo e sommo sacerdote della
fede che noi professiamo, [2]il quale è fedele a colui
che l'ha costituito, come lo fu anche Mosè in tutta la sua
casa. [3]Ma in confronto a Mosè, egli è stato
giudicato degno di tanta maggior gloria, quanto l'onore del
costruttore della casa supera quello della casa stessa. [4]Ogni
casa infatti viene costruita da qualcuno; ma colui che ha
costruito tutto è Dio. [5]In verità Mosè fu fedele
in tutta la sua casa come servitore, per rendere
testimonianza di ciò che doveva essere annunziato più tardi;
[6]Cristo, invece, lo fu come figlio costituito sopra
la sua propria casa. E la sua casa siamo noi, se conserviamo
la libertà e la speranza di cui ci vantiamo.
La
fede introduce nel riposo di Dio
[7]Per
questo, come dice lo Spirito Santo:
Oggi,
se udite la sua voce,
[8]non indurite i vostri cuori come nel giorno della
ribellione,
il giorno della tentazione nel deserto,
[9]dove mi tentarono i vostri padri mettendomi alla
prova,
pur avendo visto per quarant'anni le mie opere.
[10]Perciò mi disgustai di quella generazione
e dissi: Sempre hanno il cuore sviato.
Non hanno conosciuto le mie vie.
[11]Così ho giurato nella mia ira:
Non entreranno nel mio riposo.
[12]Guardate
perciò, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore
perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente. [13]Esortatevi
piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura quest'oggi,
perché nessuno di voi si indurisca sedotto dal peccato. [14]Siamo
diventati infatti partecipi di Cristo, a condizione di
mantenere salda sino alla fine la fiducia che abbiamo avuta da
principio. [15]Quando pertanto si dice:
Oggi,
se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori come nel giorno della
ribellione,
[16]chi
furono quelli che, dopo aver udita la sua voce, si
ribellarono? Non furono tutti quelli che erano usciti
dall'Egitto sotto la guida di Mosè? [17]E chi furono
coloro di cui si è disgustato per quarant'anni? Non
furono quelli che avevano peccato e poi caddero cadaveri
nel deserto? [18]E a chi giurò che non
sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che non
avevano creduto? [19]In realtà vediamo che non vi
poterono entrare a causa della loro mancanza di fede.
Ebrei
- Capitolo 4
[1]Dobbiamo
dunque temere che, mentre ancora rimane in vigore la promessa
di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne sia giudicato
escluso. [2]Poiché anche a noi, al pari di quelli, è
stata annunziata una buona novella: purtroppo però ad essi la
parola udita non giovò in nulla, non essendo rimasti uniti
nella fede a quelli che avevano ascoltato. [3]Infatti
noi che abbiamo creduto possiamo entrare in quel riposo,
secondo ciò che egli ha detto:
Sicché
ho giurato nella mia ira:
Non entreranno nel mio riposo!
Questo,
benché le sue opere fossero compiute fin dalla fondazione del
mondo. [4]Si dice infatti in qualche luogo a proposito
del settimo giorno: E Dio si riposò nel settimo giorno da
tutte le opere sue. [5]E ancora in questo passo: Non
entreranno nel mio riposo! [6]Poiché dunque
risulta che alcuni debbono ancora entrare in quel riposo e
quelli che per primi ricevettero la buona novella non
entrarono a causa della loro disobbedienza, [7]egli
fissa di nuovo un giorno, oggi, dicendo in Davide dopo
tanto tempo:
Oggi,
se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori!
[8]Se
Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo, Dio non
avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno. [9]E'
dunque riservato ancora un riposo sabatico per il popolo di
Dio. [10]Chi è entrato infatti nel suo riposo, riposa
anch'egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie.
[11]Affrettiamoci
dunque ad entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello
stesso tipo di disobbedienza.
[12]Infatti
la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni
spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione
dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e
scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. [13]Non v'è
creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo
e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto.
Gesù,
un sommo sacerdote in grado di compatire
[14]Poiché
dunque abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato
i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione
della nostra fede. [15]Infatti non abbiamo un sommo
sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità,
essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza
di noi, escluso il peccato. [16]Accostiamoci dunque con
piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia
e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.
Ebrei
- Capitolo 5
[1]Ogni
sommo sacerdote, preso fra gli uomini, viene costituito per il
bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire
doni e sacrifici per i peccati. [2]In tal modo egli è
in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono
nell'ignoranza e nell'errore, essendo anch'egli rivestito di
debolezza; [3]proprio a causa di questa anche per se
stesso deve offrire sacrifici per i peccati, come lo fa per il
popolo.
[4]Nessuno
può attribuire a se stesso questo onore, se non chi è
chiamato da Dio, come Aronne. [5]Nello stesso modo
Cristo non si attribuì la gloria di sommo sacerdote, ma
gliela conferì colui che gli disse:
Mio
figlio sei tu, oggi ti ho generato.
[6]Come
in un altro passo dice:
Tu
sei sacerdote per sempre, alla maniera di Melchìsedek.
[7]Proprio
per questo nei giorni della sua vita terrena egli offrì
preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che
poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; [8]pur
essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che
patì [9]e, reso perfetto, divenne causa di salvezza
eterna per tutti coloro che gli obbediscono, [10]essendo
stato proclamato da Dio sommo sacerdote alla maniera di
Melchìsedek.
III.
L'AUTENTICO SACERDOZIO DI GESU' CRISTO
Vita
cristiana e teologia
[11]Su
questo argomento abbiamo molte cose da dire, difficili da
spiegare perché siete diventati lenti a capire. [12]Infatti,
voi che dovreste essere ormai maestri per ragioni di tempo,
avete di nuovo bisogno che qualcuno v'insegni i primi elementi
degli oracoli di Dio e siete diventati bisognosi di latte e
non di cibo solido. [13]Ora, chi si nutre ancora di
latte è ignaro della dottrina della giustizia, perché è
ancora un bambino. [14]Il nutrimento solido invece è
per gli uomini fatti, quelli che hanno le facoltà esercitate
a distinguere il buono dal cattivo.
Ebrei
- Capitolo 6
L'autore
espone il suo disegno
[1]Perciò,
lasciando da parte l'insegnamento iniziale su Cristo, passiamo
a ciò che è più completo, senza gettare di nuovo le
fondamenta della rinunzia alle opere morte e della fede in
Dio, [2]della dottrina dei battesimi, dell'imposizione
delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio
eterno. [3]Questo noi intendiamo fare, se Dio lo
permette.
[4]Quelli
infatti che sono stati una volta illuminati, che hanno gustato
il dono celeste, sono diventati partecipi dello Spirito Santo [5]e
hanno gustato la buona parola di Dio e le meraviglie del mondo
futuro. [6]Tuttavia se sono caduti, è impossibile
rinnovarli una seconda volta portandoli alla conversione, dal
momento che per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di
Dio e lo espongono all'infamia. [7]Infatti una terra
imbevuta della pioggia che spesso cade su di essa, se produce
erbe utili a quanti la coltivano, riceve benedizione da Dio; [8]ma
se produce pruni e spine, non ha alcun valore ed è
vicina alla maledizione: sarà infine arsa dal fuoco!
Parole
di speranza e di incoraggiamento
[9]Quanto
a voi però, carissimi, anche se parliamo così, siamo certi
che sono in voi cose migliori e che portano alla salvezza. [10]Dio
infatti non è ingiusto da dimenticare il vostro lavoro e la
carità che avete dimostrato verso il suo nome, con i servizi
che avete reso e rendete tuttora ai santi. [11]Soltanto
desideriamo che ciascuno di voi dimostri il medesimo zelo
perché la sua speranza abbia compimento sino alla fine, [12]e
perché non diventiate pigri, ma piuttosto imitatori di coloro
che con la fede e la perseveranza divengono eredi delle
promesse.
[13]Quando
infatti Dio fece la promessa ad Abramo, non potendo giurare
per uno superiore a sé, giurò per se stesso, [14]dicendo:
Ti benedirò e ti moltiplicherò molto. [15]Così,
avendo perseverato, Abramo conseguì la promessa. [16]Gli
uomini infatti giurano per qualcuno maggiore di loro e per
loro il giuramento è una garanzia che pone fine ad ogni
controversia. [17]Perciò Dio, volendo mostrare più
chiaramente agli eredi della promessa l'irrevocabilità della
sua decisione, intervenne con un giuramento [18]perché
grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che
Dio mentisca, noi che abbiamo cercato rifugio in lui avessimo
un grande incoraggiamento nell'afferrarci saldamente alla
speranza che ci è posta davanti. [19]In essa infatti
noi abbiamo come un'àncora della nostra vita, sicura e salda,
la quale penetra fin nell'interno del velo del santuario, [20]dove
Gesù è entrato per noi come precursore, essendo divenuto
sommo sacerdote per sempre alla maniera di Melchìsedek.
Ebrei
- Capitolo 7
1. LA SUPERIORITA' DEL CRISTO
SUI SACERDOTI LEVITICI
Melchisedek
[1]Questo
Melchìsedek infatti, re di Salem, sacerdote del Dio
Altissimo, andò incontro ad Abramo mentre ritornava dalla
sconfitta dei re e lo benedisse; [2]a lui
Abramo diede la decima di ogni cosa; anzitutto il
suo nome tradotto significa re di giustizia; è inoltre anche re
di Salem, cioè re di pace. [3]Egli è senza padre,
senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né
fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio e rimane sacerdote
in eterno.
Melchisedek
ha ricevuto la decima da Abramo
[4]Considerate
pertanto quanto sia grande costui, al quale Abramo, il
patriarca, diede la decima del suo bottino. [5]In verità
anche quelli dei figli di Levi, che assumono il sacerdozio,
hanno il mandato di riscuotere, secondo la legge, la decima
dal popolo, cioè dai loro fratelli, essi pure discendenti da
Abramo. [6]Egli invece, che non era della loro stirpe,
prese la decima da Abramo e benedisse colui che era
depositario della promessa. [7]Ora, senza dubbio, è
l'inferiore che è benedetto dal superiore. [8]Inoltre,
qui riscuotono le decime uomini mortali; là invece le
riscuote uno di cui si attesta che vive. [9]Anzi si può
dire che lo stesso Levi, che pur riceve le decime, ha versato
la sua decima in Abramo: [10]egli si trovava infatti
ancora nei lombi del suo antenato quando gli venne incontro
Melchìsedek.
Dal
sacerdozio levitico
al
sacerdozio secondo l'ordine di Melchisedek
[11]Or
dunque, se la perfezione fosse stata possibile per mezzo del
sacerdozio levitico - sotto di esso il popolo ha ricevuto la
legge - che bisogno c'era che sorgesse un altro sacerdote alla
maniera di Melchìsedek, e non invece alla maniera
di Aronne? [12]Infatti, mutato il sacerdozio, avviene
necessariamente anche un mutamento della legge. [13]Questo
si dice di chi è appartenuto a un'altra tribù, della quale
nessuno mai fu addetto all'altare. [14]E' noto infatti
che il Signore nostro è germogliato da Giuda e di questa tribù
Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio.
L'abrogazione
della legge antica
[15]Ciò
risulta ancor più evidente dal momento che, a somiglianza
di Melchìsedek, sorge un altro sacerdote, [16]che
non è diventato tale per ragione di una prescrizione carnale,
ma per la potenza di una vita indefettibile. [17]Gli è
resa infatti questa testimonianza:
Tu
sei sacerdote in eterno alla maniera di Melchìsedek.
[18]Si
ha così l'abrogazione di un ordinamento precedente a causa
della sua debolezza e inutilità - [19]la legge infatti
non ha portato nulla alla perfezione - e si ha invece
l'introduzione di una speranza migliore, grazie alla quale ci
avviciniamo a Dio.
Immutabilità
del sacerdozio del Cristo
[20]Inoltre
ciò non avvenne senza giuramento. Quelli infatti diventavano
sacerdoti senza giuramento; [21]costui al contrario con
un giuramento di colui che gli ha detto:
Il
Signore ha giurato e non si pentirà:
tu sei sacerdote per sempre.
[22]Per
questo, Gesù è diventato garante di un'alleanza migliore.
[23]Inoltre,
quelli sono diventati sacerdoti in gran numero, perché la
morte impediva loro di durare a lungo; [24]egli invece,
poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non
tramonta. [25]Perciò può salvare perfettamente quelli
che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre
vivo per intercedere a loro favore.
Perfezione
del sommo sacerdote celeste
[26]Tale
era infatti il sommo sacerdote che ci occorreva: santo,
innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato
sopra i cieli; [27]egli non ha bisogno ogni giorno,
come gli altri sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per
i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha
fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso. [28]La
legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti
all'umana debolezza, ma la parola del giuramento, posteriore
alla legge, costituisce il Figlio che è stato reso perfetto
in eterno.
Ebrei
- Capitolo 8
2. LA SUPERIORITA' DEL CULTO, DEL SANTUARIO
E DELLA MEDIAZIONE DEL CRISTO SACERDOTE
Il
nuovo sacerdozio e il nuovo santuario
[1]Il
punto capitale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi
abbiamo un sommo sacerdote così grande che si è assiso
alla destra del trono della maestà nei cieli, [2]ministro
del santuario e della vera tenda che il Signore, e non un
uomo, ha costruito.
[3]Ogni
sommo sacerdote infatti viene costituito per offrire doni e
sacrifici: di qui la necessità che anch'egli abbia qualcosa
da offrire. [4]Se Gesù fosse sulla terra, egli non
sarebbe neppure sacerdote, poiché vi sono quelli che offrono
i doni secondo la legge. [5]Questi però attendono a un
servizio che è una copia e un'ombra delle realtà celesti,
secondo quanto fu detto da Dio a Mosè, quando stava per
costruire la Tenda: Guarda, disse, di fare ogni cosa
secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte.
Il
Cristo mediatore di un'alleanza migliore
[6]Ora
invece egli ha ottenuto un ministero tanto più eccellente
quanto migliore è l'alleanza di cui è mediatore, essendo
questa fondata su migliori promesse. [7]Se la prima
infatti fosse stata perfetta, non sarebbe stato il caso di
stabilirne un'altra. [8]Dio infatti, biasimando il suo
popolo, dice:
Ecco
vengono giorni, dice il Signore,
quando io stipulerò con la casa d'Israele
e con la casa di Giuda
un'alleanza nuova;
[9]non come l'alleanza che feci con i loro padri,
nel giorno in cui li presi per mano
per farli uscire dalla terra d'Egitto;
poiché essi non son rimasti fedeli alla mia alleanza,
anch'io non ebbi più cura di loro, dice il Signore.
[10]E questa è l'alleanza che io stipulerò con la
casa
d'Israele
dopo quei giorni, dice il Signore:
porrò le mie leggi nella loro mente
e le imprimerò nei loro cuori;
sarò il loro Dio
ed essi saranno il mio popolo.
[11]Né alcuno avrà più da istruire il suo
concittadino,
né alcuno il proprio fratello, dicendo:
Conosci il Signore!
Tutti infatti mi conosceranno,
dal più piccolo al più grande di loro.
[12]Perché io perdonerò le loro iniquità
e non mi ricorderò più dei loro peccati.
[13]Dicendo
però alleanza nuova, Dio ha dichiarato antiquata la
prima; ora, ciò che diventa antico e invecchia, è prossimo a
sparire.
Ebrei
- Capitolo 9
Il
Cristo penetra nel santuario celeste
[1]Certo,
anche la prima alleanza aveva norme per il culto e un
santuario terreno. [2]Fu costruita infatti una Tenda:
la prima, nella quale vi erano il candelabro, la tavola e i
pani dell'offerta: essa veniva chiamata il Santo. [3]Dietro
il secondo velo poi c'era una Tenda, detta Santo dei Santi,
con [4]l'altare d'oro per i profumi e l'arca
dell'alleanza tutta ricoperta d'oro, nella quale si trovavano
un'urna d'oro contenente la manna, la verga di Aronne che
aveva fiorito e le tavole dell'alleanza. [5]E sopra
l'arca stavano i cherubini della gloria, che facevano ombra al
luogo dell'espiazione. Di tutte queste cose non è necessario
ora parlare nei particolari.
[6]Disposte
in tal modo le cose, nella prima Tenda entrano sempre i
sacerdoti per celebrarvi il culto; [7]nella seconda
invece solamente il sommo sacerdote, una volta all'anno, e non
senza portarvi del sangue, che egli offre per se stesso e per
i peccati involontari del popolo. [8]Lo Spirito Santo
intendeva così mostrare che non era ancora aperta la via del
santuario, finché sussisteva la prima Tenda. [9]Essa
infatti è una figura per il tempo attuale, offrendosi sotto
di essa doni e sacrifici che non possono rendere perfetto,
nella sua coscienza, l'offerente, [10]trattandosi solo
di cibi, di bevande e di varie abluzioni, tutte prescrizioni
umane, valide fino al tempo in cui sarebbero state riformate.
[11]Cristo
invece, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso
una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano
di uomo, cioè non appartenente a questa creazione, [12]non
con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue
entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così
una redenzione eterna. [13]Infatti, se il sangue dei
capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su
quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli
nella carne, [14]quanto più il sangue di Cristo, che
con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio,
purificherà la nostra coscienza dalla opere morte, per
servire il Dio vivente?
Il
Cristo sigilla la nuova alleanza con il suo sangue
[15]Per
questo egli è mediatore di una nuova alleanza, perché,
essendo ormai intervenuta la sua morte per la rendenzione
delle colpe commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono
stati chiamati ricevano l'eredità eterna che è stata
promessa. [16]Dove infatti c'è un testamento, è
necessario che sia accertata la morte del testatore, [17]perché
un testamento ha valore solo dopo la morte e rimane senza
effetto finché il testatore vive. [18]Per questo
neanche la prima alleanza fu inaugurata senza sangue. [19]Infatti
dopo che tutti i comandamenti furono promulgati a tutto il
popolo da Mosè, secondo la legge, questi, preso il sangue dei
vitelli e dei capri con acqua, lana scarlatta e issòpo, ne
asperse il libro stesso e tutto il popolo, [20]dicendo:
Questo è il sangue dell'alleanza che Dio ha stabilito per
voi. [21]Alla stessa maniera asperse con il sangue
anche la Tenda e tutti gli arredi del culto. [22]Secondo
la legge, infatti, quasi tutte le cose vengono purificate con
il sangue e senza spargimento di sangue non esiste perdono.
[23]Era
dunque necessario che i simboli delle realtà celesti fossero
purificati con tali mezzi; le realtà celesti poi dovevano
esserlo con sacrifici superiori a questi. [24]Cristo
infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo,
figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora
al cospetto di Dio in nostro favore, [25]e non per
offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che
entra nel santuario ogni anno con sangue altrui. [26]In
questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla
fondazione del mondo. Ora invece una volta sola, alla pienezza
dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il
sacrificio di se stesso. [27]E come è stabilito per
gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il
giudizio, [28]così Cristo, dopo essersi offerto una
volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti,
apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col
peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza.
Ebrei
- Capitolo 10
RICAPITOLAZIONE: IL SACRIFICIO DEL CRISTO
SUPERIORE AI SACRIFICI MOSAICI
Inefficacia
dei sacrifici antichi
[1]Avendo
infatti la legge solo un'ombra dei beni futuri e non la realtà
stessa delle cose, non ha il potere di condurre alla
perfezione, per mezzo di quei sacrifici che si offrono
continuamente di anno in anno, coloro che si accostano a Dio. [2]Altrimenti
non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che i
fedeli, purificati una volta per tutte, non avrebbero ormai più
alcuna coscienza dei peccati? [3]Invece per mezzo di
quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei
peccati, [4]poiché è impossibile eliminare i peccati
con il sangue di tori e di capri. [5]Per questo,
entrando nel mondo, Cristo dice:
Tu
non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
[6]Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
[7]Allora ho detto: Ecco, io vengo
- poiché di me sta scritto nel rotolo del libro -
per fare, o Dio, la tua volontà.
[8]Dopo
aver detto prima non hai voluto e non hai gradito né
sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il
peccato, cose tutte che vengono offerte secondo la legge, [9]soggiunge:
Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Con ciò stesso
egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo. [10]Ed
è appunto per quella volontà che noi siamo stati
santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo,
fatta una volta per sempre.
Efficacia
del sacrificio del Cristo
[11]Ogni
sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e
ad offrire molte volte gli stessi sacrifici che non possono
mai eliminare i peccati. [12]Egli al contrario, avendo
offerto un solo sacrificio per i peccati una volta per sempre si
è assiso alla destra di Dio, [13]aspettando ormai
solo che i suoi nemici vengano posti sotto i suoi piedi.
[14]Poiché con un'unica oblazione egli ha reso
perfetti per sempre quelli che vengono santificati. [15]Questo
ce lo attesta anche lo Spirito Santo. Infatti, dopo aver
detto:
[16]Questa
è l'alleanza che io stipulerò
con loro
dopo quei giorni, dice il Signore:
io porrò le mie leggi nei loro cuori
e le imprimerò nella loro mente,
[17]dice:
E
non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro
iniquità.
[18]Ora,
dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più bisogno di
offerta per il peccato.
IV.
LA FEDE PERSEVERANTE
Transizione
[19]Avendo
dunque, fratelli, piena libertà di entrare nel santuario per
mezzo del sangue di Gesù, [20]per questa via nuova e
vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè
la sua carne; [21]avendo noi un sacerdote grande sopra
la casa di Dio, [22]accostiamoci con cuore sincero
nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni
cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. [23]Manteniamo
senza vacillare la professione della nostra speranza, perché
è fedele colui che ha promesso.
[24]Cerchiamo
anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere
buone, [25]senza disertare le nostre riunioni, come
alcuni hanno l'abitudine di fare, ma invece esortandoci a
vicenda; tanto più che potete vedere come il giorno si
avvicina.
Pericolo
dell'apostasia
[26]Infatti,
se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza
della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati,
[27]ma soltanto una terribile attesa del giudizio e la
vampa di un fuoco che dovrà divorare i ribelli. [28]Quando
qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte
senza pietà sulla parola di due o tre testimoni. [29]Di
quanto maggior castigo allora pensate che sarà ritenuto degno
chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel
sangue dell'alleanza dal quale è stato un giorno santificato
e avrà disprezzato lo Spirito della grazia? [30]Conosciamo
infatti colui che ha detto: A me la vendetta! Io darò la
retribuzione! E ancora: Il Signore giudicherà il suo
popolo. [31]E' terribile cadere nelle mani del Dio
vivente!
Motivi
per perseverare
[32]Richiamate
alla memoria quei primi giorni nei quali, dopo essere stati
illuminati, avete dovuto sopportare una grande e penosa lotta,
[33]ora esposti pubblicamente a insulti e tribolazioni,
ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in
questo modo. [34]Infatti avete preso parte alle
sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di esser
spogliati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni
migliori e più duraturi. [35]Non abbandonate dunque la
vostra franchezza, alla quale è riservata una grande
ricompensa. [36]Avete solo bisogno di costanza, perché
dopo aver fatto la volontà di Dio possiate raggiungere la
promessa.
[37]Ancora
un poco, infatti, un poco appena,
e colui che deve venire, verrà e non tarderà.
[38]Il mio giusto vivrà mediante la fede;
ma se indietreggia, la mia anima non si compiace in lui.
[39]Noi
però non siamo di quelli che indietreggiano a loro
perdizione, bensì uomini di fede per la salvezza della nostra
anima.
Ebrei
- Capitolo 11
La
fede esemplare degli antenati
[1]La
fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle
che non si vedono. [2]Per mezzo di questa fede gli
antichi ricevettero buona testimonianza.
[3]Per
fede noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di
Dio, sì che da cose non visibili ha preso origine quello che
si vede.
[4]Per
fede Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di
Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, attestando Dio
stesso di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla
ancora.
[5]Per
fede Enoch fu trasportato via, in modo da non vedere la morte;
e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via.
Prima infatti di essere trasportato via, ricevette la
testimonianza di essere stato gradito a Dio. [6]Senza
la fede però è impossibile essergli graditi; chi infatti
s'accosta a Dio deve credere che egli esiste e che egli
ricompensa coloro che lo cercano.
[7]Per
fede Noè, avvertito divinamente di cose che ancora non si
vedevano, costruì con pio timore un'arca a salvezza della sua
famiglia; e per questa fede condannò il mondo e divenne erede
della giustizia secondo la fede.
[8]Per
fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo
che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove
andava.
[9]Per
fede soggiornò nella terra promessa come in una regione
straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e
Giacobbe, coeredi della medesima promessa. [10]Egli
aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui
architetto e costruttore è Dio stesso.
[11]Per
fede anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la
possibilità di diventare madre perché ritenne fedele colui
che glielo aveva promesso. [12]Per questo da un uomo
solo, e inoltre gia segnato dalla morte, nacque una
discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la
sabbia innumerevole che si trova lungo la spiaggia del mare.
[13]Nella
fede morirono tutti costoro, pur non avendo conseguito i beni
promessi, ma avendoli solo veduti e salutati di lontano,
dichiarando di essere stranieri e pellegrini sopra la terra. [14]Chi
dice così, infatti, dimostra di essere alla ricerca di una
patria. [15]Se avessero pensato a quella da cui erano
usciti, avrebbero avuto possibilità di ritornarvi; [16]ora
invece essi aspirano a una migliore, cioè a quella celeste.
Per questo Dio non disdegna di chiamarsi loro Dio: ha
preparato infatti per loro una città.
[17]Per
fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio
lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico
figlio, [18]del quale era stato detto: In Isacco
avrai una discendenza che porterà il tuo nome. [19]Egli
pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai
morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo.
[20]Per
fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche riguardo a cose
future.
[21]Per
fede Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di
Giuseppe e si prostrò, appoggiandosi all'estremità del
bastone.
[22]Per
fede Giuseppe, alla fine della vita, parlò dell'esodo dei
figli d'Israele e diede disposizioni circa le proprie ossa.
[23]Per
fede Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai
suoi genitori, perché videro che il bambino era bello; e non
ebbero paura dell'editto del re.
[24]Per
fede Mosè, divenuto adulto, rifiutò di esser chiamato figlio
della figlia del faraone, [25]preferendo essere
maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere per
breve tempo del peccato. [26]Questo perché stimava
l'obbrobrio di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d'Egitto;
guardava infatti alla ricompensa.
[27]Per
fede lasciò l'Egitto, senza temere l'ira del re; rimase
infatti saldo, come se vedesse l'invisibile.
[28]Per
fede celebrò la pasqua e fece l'aspersione del sangue, perché
lo sterminatore dei primogeniti non toccasse quelli degli
Israeliti.
[29]Per
fede attraversarono il Mare Rosso come fosse terra asciutta;
questo tentarono di fare anche gli Egiziani, ma furono
inghiottiti.
[30]Per
fede caddero le mura di Gerico, dopo che ne avevano fatto il
giro per sette giorni.
[31]Per
fede Raab, la prostituta, non perì con gl'increduli, avendo
accolto con benevolenza gli esploratori.
[32]E
che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo, se volessi narrare
di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di
Samuele e dei profeti, [33]i quali per fede
conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono
le promesse, chiusero le fauci dei leoni, [34]spensero
la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada,
trovarono forza dalla loro debolezza, divennero forti in
guerra, respinsero invasioni di stranieri. [35]Alcune
donne riacquistarono per risurrezione i loro morti. Altri poi
furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta,
per ottenere una migliore risurrezione. [36]Altri,
infine, subirono scherni e flagelli, catene e prigionia. [37]Furono
lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada, andarono
in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi,
tribolati, maltrattati - [38]di loro il mondo non era
degno! -, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e
le spelonche della terra.
[39]Eppure,
tutti costoro, pur avendo ricevuto per la loro fede una buona
testimonianza, non conseguirono la promessa: [40]Dio
aveva in vista qualcosa di meglio per noi, perché essi non
ottenessero la perfezione senza di noi.
Ebrei
- Capitolo 12
L'esempio
di Gesù Cristo
[1]Anche
noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni,
deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia,
corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, [2]tenendo
fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede.
Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si
sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è
assiso alla destra del trono di Dio. [3]Pensate
attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così
grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate
perdendovi d'animo. [4]Non avete ancora resistito fino
al sangue nella vostra lotta contro il peccato [5]e
avete gia dimenticato l'esortazione a voi rivolta come a
figli:
Figlio
mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d'animo quando sei ripreso da lui;
[6]perché il Signore corregge colui che egli ama
e sferza chiunque riconosce come figlio.
[7]E'
per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come
figli; e qual è il figlio che non è corretto dal padre? [8]Se
siete senza correzione, mentre tutti ne hanno avuto la loro
parte, siete bastardi, non figli! [9]Del resto, noi
abbiamo avuto come correttori i nostri padri secondo la carne
e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo perciò molto
di più al Padre degli spiriti, per avere la vita? [10]Costoro
infatti ci correggevano per pochi giorni, come sembrava loro;
Dio invece lo fa per il nostro bene, allo scopo di renderci
partecipi della sua santità. [11]Certo, ogni
correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma di
tristezza; dopo però arreca un frutto di pace e di giustizia
a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
[12]Perciò
rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia infiacchite [13]e
raddrizzate le vie storte per i vostri passi,
perché il piede zoppicante non abbia a storpiarsi, ma
piuttosto a guarire.
Castigo
dell'infedeltà
[14]Cercate
la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno
vedrà mai il Signore, [15]vigilando che nessuno venga
meno alla grazia di Dio. Non spunti né cresca alcuna radice
velenosa in mezzo a voi e così molti ne siano infettati; [16]non
vi sia nessun fornicatore o nessun profanatore, come Esaù,
che in cambio di una sola pietanza vendette la sua
primogenitura. [17]E voi ben sapete che in seguito,
quando volle ereditare la benedizione, fu respinto, perché
non trovò possibilità che il padre mutasse sentimento,
sebbene glielo richiedesse con lacrime.
Le
due alleanze
[18]Voi
infatti non vi siete accostati a un luogo tangibile e a un
fuoco ardente, né a oscurità, tenebra e tempesta, [19]né
a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo
udivano scongiuravano che Dio non rivolgesse più a loro la
parola; [20]non potevano infatti sopportare
l'intimazione: Se anche una bestia tocca il monte sia
lapidata. [21]Lo spettacolo, in realtà, era così
terrificante che Mosè disse: Ho paura e tremo. [22]Voi
vi siete invece accostati al monte di Sion e alla città del
Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli,
all'adunanza festosa [23]e all'assemblea dei
primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli
spiriti dei giusti portati alla perfezione, [24]al
Mediatore della Nuova Alleanza e al sangue dell'aspersione
dalla voce più eloquente di quello di Abele.
[25]Guardatevi
perciò di non rifiutare Colui che parla; perché se quelli
non trovarono scampo per aver rifiutato colui che promulgava
decreti sulla terra, molto meno lo troveremo noi, se volteremo
le spalle a Colui che parla dai cieli. [26]La sua voce
infatti un giorno scosse la terra; adesso invece ha fatto
questa promessa: Ancora una volta io scuoterò non solo
la terra, ma anche il cielo. [27]La
parola ancora una volta sta a indicare che le cose che
possono essere scosse son destinate a passare, in quanto cose
create, perché rimangano quelle che sono incrollabili.
[28]Perciò,
poiché noi riceviamo in eredità un regno incrollabile,
conserviamo questa grazia e per suo mezzo rendiamo un culto
gradito a Dio, con riverenza e timore; [29]perché il
nostro Dio è un fuoco divoratore.
Ebrei
- Capitolo 13
APPENDICE
Ultime
raccomandazioni
[1]Perseverate
nell'amore fraterno. [2]Non dimenticate l'ospitalità;
alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza
saperlo. [3]Ricordatevi dei carcerati, come se foste
loro compagni di carcere, e di quelli che soffrono, essendo
anche voi in un corpo mortale. [4]Il matrimonio sia
rispettato da tutti e il talamo sia senza macchia. I
fornicatori e gli adùlteri saranno giudicati da Dio.
[5]La
vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello
che avete, perché Dio stesso ha detto: Non ti lascerò e
non ti abbandonerò. [6]Così possiamo dire con
fiducia:
Il
Signore è il mio aiuto, non temerò.
Che mi potrà fare l'uomo?
[7]Ricordatevi
dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio;
considerando attentamente l'esito del loro tenore di vita,
imitatene la fede. [8]Gesù Cristo è lo stesso ieri,
oggi e sempre! [9]Non lasciatevi sviare da dottrine
diverse e peregrine, perché è bene che il cuore venga
rinsaldato dalla grazia, non da cibi che non hanno mai recato
giovamento a coloro che ne usarono. [10]Noi abbiamo un
altare del quale non hanno alcun diritto di mangiare quelli
che sono al servizio del Tabernacolo. [11]Infatti i
corpi degli animali, il cui sangue vien portato nel santuario
dal sommo sacerdote per i peccati, vengono bruciati fuori
dell'accampamento. [12]Perciò anche Gesù, per
santificare il popolo con il proprio sangue, patì fuori della
porta della città. [13]Usciamo dunque anche noi
dall'accampamento e andiamo verso di lui, portando il suo
obbrobrio, [14]perché non abbiamo quaggiù una città
stabile, ma cerchiamo quella futura. [15]Per mezzo di
lui dunque offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio,
cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.
[16]Non
scordatevi della beneficenza e di far parte dei vostri beni
agli altri, perché di tali sacrifici il Signore si compiace.
[17]Obbedite
ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano
su di voi, come chi ha da renderne conto; obbedite, perché
facciano questo con gioia e non gemendo: ciò non sarebbe
vantaggioso per voi.
[18]Pregate
per noi, poiché crediamo di avere una buona coscienza,
desiderando di comportarci bene in tutto. [19]Con
maggiore insistenza poi vi esorto a farlo, perché possa
esservi restituito al più presto.
[20]Il
Dio della pace che ha fatto tornare dai morti il Pastore
grande delle pecore, in virtù del sangue di un'alleanza
eterna, il Signore nostro Gesù, [21]vi renda
perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà,
operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù
Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
[22]Vi
raccomando, fratelli, accogliete questa parola di esortazione;
proprio per questo molto brevemente vi ho scritto. [23]Sappiate
che il nostro fratello Timòteo è stato messo in libertà; se
arriva presto, vi vedrò insieme con lui. [24]Salutate
tutti i vostri capi e tutti i santi. Vi salutano quelli
d'Italia. La grazia sia con tutti voi. |