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Liturgia della Domenica di Pentecoste - Anno A * |
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Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA |
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MESSA VESPERTINA NELLA VIGILIA
LETTURE:
Gn
11,1-9; Sal 32;
Rm
8,22-27;
Gv
7,37-39
LETTURE:
At
2,1-11; Sal 103;
1
Cor 12,3b-7.12-13;
Gv
20,19-23
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La Chiesa vive nello Spirito di Cristo Durante il tempo pasquale la liturgia ci ha fatto meditare sulla presenza
del Risorto nella Chiesa, sul dono dello Spirito, sulla Chiesa in quanto
segno e annuncio della vita nuova nata dalla Pasqua del Signore. In questa
solennità di Pentecoste, la prima lettura (Atti) e il vangelo di
Giovanni, pur narrando lo stesso evento con procedimenti letterari e
prospettiva teologica diversi, presentano la nuova realtà della Chiesa,
frutto della risurrezione e del dono dello Spirito. |
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La missione dello Spirito Santo Dal trattato «Contro le eresie» di
sant'Ireneo, vescovo |
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MESSA VESPERTINA NELLA VIGILIA LETTURE: Gn 11,1-9; Sal 32; Rm 8,22-27; Gv 7,37-39 |
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Antifona
d'Ingresso Rm
5,5; 8,11
Cáritas Dei diffúsa est in córdibus nostris per inhabitántem Spíritum eius in nobis, allelúia.
Omnípotens sempitérne Deus, qui paschále sacraméntum quinquagínta diérum voluísti mystério continéri, præsta, ut, géntium facta dispersióne, divisiónes linguárum ad unam confessiónem tui nóminis cælésti múnere congregéntur. Per Dóminum.
Præsta, quæsumus, omnípotens Deus, ut claritátis tuæ super nos splendor effúlgeat, et lux tuæ lucis corda eórum, qui per tuam grátiam sunt renáti, Sancti Spíritus illustratióne confírmet. Per Dóminum.
Tutta la terra aveva un’unica lingua e uniche parole. Emigrando
dall’oriente, gli uomini capitarono in una pianura nella regione di
Sinar e vi si stabilirono.
Benedici il Signore, anima mia!
Tutti da te aspettano (Il Missale Romanum 2002 non prevede queste Orazioni in latino)
_______________ In quei giorni, Mosè salì verso Dio, e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: «Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: "Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all'Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatto venire fino a me. Ora, se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli; mia infatti è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa". Queste parole dirai agli Israeliti». Mosè andò, convocò gli anziani del popolo e riferì loro tutte queste parole, come gli aveva ordinato il Signore. Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!». Il terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di corno: tutto il popolo che era nell'accampamento fu scosso da tremore. Allora Mosè fece uscire il popolo dall'accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte. Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco, e ne saliva il fumo come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono del corno diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con una voce. Il Signore scese dunque sul monte Sinai, sulla vetta del monte, e il Signore chiamò Mosè sulla vetta del monte.
Benedici il Signore, anima mia,
ti circonda di bontà e misericordia. Il Signore compie cose giuste, difende i diritti di tutti gli oppressi. Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d'Israele. Ma l'amore del Signore è da sempre, per sempre su quelli che lo temono, e la sua giustizia per i figli dei figli, per quelli che custodiscono la sua alleanza
e ricordano i suoi precetti per osservarli.
(Il
Missale Romanum 2002 non prevede queste Orazioni in latino)
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. Tu gradisci la sincerità nel mio intimo, nel segreto del cuore m'insegni la sapienza. Aspergimi con rami d'issòpo e sarò puro;
lavami e sarò più bianco della neve. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso. Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
(Il
Missale Romanum 2002 non prevede queste Orazioni in latino) Dal libro del profeta Gioèle
Così dice il Signore:
Anche sopra gli schiavi e sulle schiave
Farò prodigi nel cielo e sulla terra,
Chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato,
(Il
Missale Romanum 2002 non prevede queste Orazioni in latino) Fratelli, sappiamo che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Nella speranza infatti siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.
Vangelo
Gv
7,37-39
Præséntia múnera, quæsumus, Dómine, Spíritus tui benedictióne perfúnde, ut per ipsa Ecclésiæ tuæ ea diléctio tribuátur, per quam salutáris mystérii toto mundo véritas enitéscat. Per Christum.
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus.
Tu enim, sacraméntum paschále consúmmans, quibus, per Unigéniti tui consórtium, fílios adoptiónis esse tribuísti, hódie Spíritum Sanctum es largítus; qui, princípio nascéntis Ecclésiæ, et cunctis géntibus sciéntiam índidit deitátis, et linguárum diversitátem in uníus fídei confessióne sociávit.
Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis, totus in orbe terrárum mundus exsúltat. Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt, sine fine dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...
Si dice la Preghiera Eucaristica I o Canone Romano perchè ha il Comunicantes di Pentecoste
Ultimo festivitátis die, stabat Iesus et clamábat dicens: Si quis sitit, véniat ad me et bibat, allelúia.
Hæc
nobis, Dómine, múnera sumpta profíciant, ut illo iúgiter Spíritu
ferveámus, quem Apóstolis tuis ineffabíliter infudísti. Per Christum. |
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MESSA DEL GIORNO LETTURE: At 2,1-11; Sal 103; 1 Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23 |
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Antifona
d'Ingresso Sap
1,7
Spíritus Dómini replévit orbem terrárum, et hoc quod cóntinet ómnia sciéntiam habet vocis, allelúia.
Cáritas Dei diffúsa est in córdibus nostris per inhabitántem
Spíritum eius in nobis, allelúia.
Deus, qui sacraménto festivitátis hodiérnæ univérsam Ecclésiam tuam in omni gente et natióne sanctíficas, in totam mundi latitúdinem Spíritus Sancti dona defúnde, et, quod inter ipsa evangélicæ prædicatiónis exórdia operáta est divína dignátio, nunc quoque per credéntium corda perfúnde. Per Dóminum.
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Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus.
Tu enim, sacraméntum paschále consúmmans, quibus, per Unigéniti tui consórtium, fílios adoptiónis esse tribuísti, hódie Spíritum Sanctum es largítus; qui, princípio nascéntis Ecclésiæ, et cunctis géntibus sciéntiam índidit deitátis, et linguárum diversitátem in uníus fídei confessióne sociávit.
Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis, totus in orbe terrárum mundus exsúltat. Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt, sine fine dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...
Deus, qui Ecclésiæ tuæ cæléstia dona largíris, custódi grátiam quam dedísti, ut Spíritus Sancti vígeat semper munus infúsum, et ad ætérnæ redemptiónis augméntum spiritális esca profíciat. Per Christum.
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