Dio
si fa uomo per noi «Noi
camminiamo a tastoni, ciechi, rasentando un muro: giacciamo come morti
nelle tenebre; urliamo come orsi e gemiamo come colombe in attesa della
salvezza».
Così parlava Isaia.
Noi
invece annunciamo una gioia grande: ecco il nostro Dio. Oggi è nato il
nostro salvatore, Cristo Signore: questa è la nostra gioiosa certezza;
anche se molti uomini portano ancora incise nella loro vita le parole di
Isaia, nella notte profonda il nostro orecchio ha sentito: la stella del
mattino si è levata, per noi è nato un bambino. «Di qui sgorga
un messaggio di speranza in questo mondo che rischia di non sperare più;
un fascio di luce in questo mondo che sembra sprofondare nelle tenebre;
un elemento di novità in una società che talora ci appare decrepita.
Un bambino che nasce è un destino nuovo che si apre, una speranza che
si ridesta» (M. Magrassi).
Un
bambino è nato per noi
Per
riconquistare gli uomini, per sollevarli verso di sé, per parlare con
loro, Dio è venuto quaggiù come un bambino, come un balbettio che è
facile soffocare. E molti effettivamente lo soffocano. Lo soffocano
facendo del Natale la festa del consumo, dello spreco
istituzionalizzato: festa dei regali e dei lustrini, della tredicesima e
del panettone, festa di una certa poesia di generale bontà, di un
sentimentalismo che si vernicia di generosità e commozione.
Altri
soffocano Dio-Bambino impedendogli di crescere: Dio rimane bambino per
tutta la loro vita: una fragile Statuetta di terracotta, relegata in una
scatola, che si depone nella bambagia una volta all’anno:, solo una
scusa per dare un certo «colore»
religioso
alla grande baldoria del natale pagano. Le parole che questo Bambino ha
portato agli uomini non sono ascoltate: sono impegnative ed inopportune
mentre un cristianesimo-caramella è molto più comodo.
«Venne
fra la sua gente»
Gesù
non è una tradizione annuale, non è un mito, non è una favola. Gesù
è parte della nostra
storia umana. Il
senso teologico della venuta di Cristo non distrugge di per sé la
cornice festosa e la poesia del Natale, ma la ridimensiona e la colloca
nel giusto contesto; Gesù che nasce è la Parola di Dio che si fa come:
noi, esseri umani, siamo portati forse a soffermarci di più sul
bambino, tenero e fragile, che non sul suo aspetto di Verbo Incarnato.
Per questo nella liturgia di oggi il lieto annuncio della nascita di
Cristo ci viene dato con le parole di Luca e con quelle di Giovanni. Luca
si
sofferma su alcuni particolari storici che ci danno una sufficiente
garanzia di storicità e credibilità e ci mostrano un Gesù povero,
figlio di umili artigiani, un numero soltanto in una remota provincia
dell’impero romano, un portatore di tutte le promesse dell’Antico
Testamento, anche se in un modo un po’ diverso da quello atteso e
sospirato dal popolo ebraico, tanto che solo i poveri, gli «svuotati», i vigilanti lo riconoscono. Giovanni
inserisce l’Incarnazione nel piano della storia della salvezza.
Come attraverso il Verbo eterno era sbocciata la prima creazione, per
opera dell’Incarnazione dello Stesso Verbo avviene una nuova
creazione: l’uomo accede alla condizione di figlio di Dio: il rapporto
uomo-Dio che il peccato aveva interrotto è risaldato in Cristo.
Divenuto figlio di Dio l’uomo è in grado di realizzare il suo compito
di creatura: egli può rivolgersi a Dio e chiamarlo «padre»
ed
è libero perché è figlio e non servo, ed ama gli altri uomini perché
fratelli.
Un
uomo come noi?
Non
è facile neppure tentare di descrivere l’unico grande mistero
dell’Incarnazione di Dio. Come scrive Giovanni, «non
basterebbero tutti i libri della terra».
«In
tutte le testimonianze della fede cristiana primitiva è chiara una
cosa: nell’ambito della storia si presenta un uomo, un uomo come tutti
noi, tale però che in tutta la sua esistenza terrena, dalla nascita
fino alla terribile morte in croce, oltrepassa le dimensioni
dell’umano e proprio per questo ci apre una porta che fa intravedere
la trascendenza dell’esistenza umana. Un uomo che compie segni
straordinari e pronuncia parole che non tramontano; mette in pratica
l’amore come nessun altro e rivela che cosa è l’amore che salva gli
uomini; è immagine e segno di Dio in questo mondo. Un uomo, nel quale
l’eterno irrompe nel tempo; attraverso il quale gli uomini vengono a
conoscere le profondità e le altezze della esistenza umana.
Egli
diventa speranza per gli uomini destinati alla morte, poiché morendo ci
meritò la vita e ci aprì un nuovo futuro. Tutto ciò si rivela già
nella sua nascita: il debole bambino che giace nella mangiatoia è il
salvatore del mondo. Questo e l’intramontabile messaggio del Natale
— senza mito ne leggenda»
(R.
Schnackenburg).
|
Riconosci, cristiano, la tua dignità
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
(Disc. 1 per il Natale, 1-3; Pl 54, 190-193)
Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c'è spazio per la tristezza nel
giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione di tutti. Esulti il santo,
perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda
coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita.
Il Figlio di Dio infatti, giunta la pienezza dei tempi che l'impenetrabile disegno divino aveva disposto, volendo riconciliare con il suo Creatore la natura umana,
l'assunse lui stesso in modo che il diavolo, apportatore della morte, fosse vinto da quella stessa natura che prima lui aveva reso schiava. Così alla nascita del Signore gli angeli cantano esultanti: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e
pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2, 14). Essi vedono che la celeste Gerusalemme è formata da tutti i popoli del mondo. Di questa opera ineffabile
dell'amore divino, di cui tanto gioiscono gli angeli nella loro altezza, quanto non deve rallegrarsi
l'umanità nella sua miseria! O carissimi, rendiamo grazie a Dio Padre per mezzo del suo
Figlio nello Spirito Santo, perché nella infinita misericordia, con cui ci ha amati, ha avuto
pietà di noi, e, mentre eravamo morti per i nostri peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo (cfr.
Ef 2, 5) perché fossimo in lui creatura nuova, nuova opera delle sue mani.
Deponiamo dunque «l'uomo vecchio con la condotta di prima» (Ef 4, 22) e, poiché siamo partecipi della generazione di Cristo, rinunziamo alle opere della carne. Riconosci, cristiano, la tua
dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all'abiezione di un tempo con una condotta indegna. Ricordati che, strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del Regno di Dio. Con il sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo! Non mettere in fuga un ospite così illustre con un
comportamento riprovevole e non sottometterti di nuovo alla schiavitù del demonio.
Ricorda che il prezzo pagato per il tuo riscatto è il sangue di Cristo.
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso Cf
Es 16,6-7
Oggi sapete che il Signore viene a salvarci:
domani vedrete la sua gloria.
Hódie sciétis, quia véniet Dóminus, et salvábit nos, et mane vidébitis
glóriam eius.
Colletta
O Padre, che ogni anno ci fai vivere nella gioia questa vigilia del Natale, concedi che possiamo guardare senza timore, quando verrà come giudice, il Cristo tuo Figlio che accogliamo in festa come Redentore. Egli è
Dio e vive e regna con te ...
Deus, qui nos redemptiónis nostræ ánnua exspectatióne lætíficas, præsta,
ut Unigénitum tuum, quem læti suscípimus Redemptórem, veniéntem quoque
Iúdicem secúri vidére mereámur Dóminum nostrum, Iesum Christum. Qui
tecum.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Durante la recita del Credo, al “Per opera dello Spirito Santo”...
e nel credo in latino: “Et incarnátus est”, ci si genuflette.
Prima
Lettura Is
62,1-5
Il
Signore troverà in te la sua delizia.
Dal primo del profeta Isaia
Per amore di Sion non tacerò,
per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo,
finché non sorga come aurora la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
Allora le genti vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
sarai chiamata con un nome nuovo,
che la bocca del Signore indicherà.
Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,
né la tua terra sarà più detta Devastata,
ma sarai chiamata Mia Gioia
e la tua terra Sposata,
perché il Signore troverà in te la sua delizia
e la tua terra avrà uno sposo.
Sì, come un giovane sposa una vergine,
così ti sposeranno i tuoi figli;
come gioisce lo sposo per la sposa,
così il tuo Dio gioirà per te.
Salmo
Responsoriale Dal
Salmo 88
Canterò
per sempre l'amore del Signore.
«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».
Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia.
«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».
Seconda
Lettura At
13,16-17.22-25
Testimonianza
di Paolo a Cristo, figlio di Davide.
Dagli
Atti degli Apostoli
Paolo,
[giunto
ad Antiòchia di Pisìdia, nella sinagoga,]
si alzò e, fatto cenno con la mano, disse:
«Uomini d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo
popolo d’Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo
esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là.
Poi suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza:
“Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli
adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore
per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un
battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele.
Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che
voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno
di slacciare i sandali”».
Canto
al Vangelo
Alleluia,
alleluia.
Domani
sarà distrutto il peccato della terra
e
regnerà su di noi il Salvatore del mondo.
Alleluia.
Vangelo
Mt
1,1-25
[forma
breve Mt 1,18-25]
Genealogia
di Gesù Cristo, figlio di Davide.
Dal
vangelo secondo Matteo
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi
fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom
generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò
Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò
Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone
generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat,
Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò
Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos
generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della
deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò
Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò
Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd
generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe
generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato
Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da
Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione
in Babilonia a Cristo quattordici.
[Così
fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di
Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera
dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva
accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un
angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei
viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai
Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal
Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce
un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con
noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo
del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella
diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.]
Sulle
Offerte
Concedi al tuo popolo, Signore, di celebrare con rinnovato fervore questo sacrificio, nella vigilia del grande giorno che ha dato inizio alla nostra redenzione. Per Cristo nostro Signore.
Tanto nos, Dómine, quæsumus, promptióre servítio hæc præcúrrere concéde
sollémnia, quanto in his constáre princípium nostræ redemptiónis osténdis.
Per Christum.
Prefazio di Natale I
Cristo Luce
E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Nel mistero dei Verbo incarnato
è apparsa agli occhi della nostra mente
la luce nuova del tuo fulgore,
perché conoscendo Dio visibilmente,
per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle cose invisibili.
E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante l’inno della tua gloria:
Santo, Santo, Santo …
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque
grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Quia per
incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostræ óculis lux tuæ claritátis
infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium
amórem rapiámur. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et
Dominatiónibus, cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ
tuæ cánimus, sine fine dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Quando si recita il Canone Romano si recitano i “Communicantes” propri.
Antifona
alla Comunione Is
40,5
Domani si rivelerà la gloria del Signore,
e ogni uomo vedrà la salvezza del nostro Dio.
Revelábitur glória Dómini, et vidébit omnis caro salutáre Dei nostri.
Oppure:
Mt
1,20-21
«Giuseppe,
non temere:
Maria partorirà un Figlio e tu lo chiamerai Gesù,
Egli
salverà il suo popolo».
Dopo
la Comunione
Concedi ai tuoi fedeli, o Padre, di attingere nuova forza da quest'annuale celebrazione della nascita del tuo unico Figlio, che si fa nostro cibo e bevanda nel sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.
Da nobis, quæsumus, Dómine, Unigéniti Fílii tui recensíta nativitáte
vegetári, cuius cælésti mystério páscimur et potámur. Qui vivit et
regnat in sæcula sæculórum.
|
MESSA
DELLA NOTTE
LETTURE:
Is
9,1-3.5-6; Sal 95; Tt
2,11-14; Lc
2,1-14
|
MESSALE
Antifona
d'Ingresso Sal
2,7
Il Signore mi ha detto:
«Tu sei mio Figlio,
io oggi ti ho generato».
Dóminus dixit ad me: Fílius meus es tu, ego hódie génui te.
Oppure:
Rallegriamoci
tutti nel Signore,
perché
è nato nel mondo il Salvatore.
Oggi
la vera pace è scesa a noi dal cielo.
Gaudeámus omnes in Dómino, quia Salvátor noster natus est in mundo.
Hódie nobis de cælo pax vera descéndit.
Colletta
O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, concedi a noi, che sulla terra lo contempliamo nei suoi misteri, di partecipare alla sua gloria nel cielo. Per il nostro Signore...
Deus, qui hanc sacratíssimam noctem veri lúminis fecísti illustratióne
claréscere, da, quæsumus, ut, cuius in terra mystéria lucis agnóvimus,
eius quoque gáudiis perfruámur in cælo. Qui tecum.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Durante la recita del Credo, al “Per opera dello Spirito Santo”...
e nel credo in latino: “Et incarnátus est”, ci si genuflette.
Prima
Lettura Is
9,1-6
Ci
è stato dato un figlio
Dal
libro
del profeta Isaia
Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.
Salmo
Responsoriale Dal
Salmo 95
Oggi
è nato per noi il Salvatore.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.
Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.
Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.
Seconda
Lettura Tt
2,11-14
E'
apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.
Dalla
lettera di
san Paolo apostolo a Tito
Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli
uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a
vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà,
nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del
nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e
formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le
opere buone.
Canto
al Vangelo Cf
Lc 2,10-11
Alleluia,
alleluia.
Vi
annunzio una grande gioia:
oggi
vi è nato un Salvatore: Cristo Signore.
Alleluia.
|
Vangelo
Lc
2,1-14
Oggi
vi è nato il Salvatore.
Dal
vangelo secondo Luca
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il
censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando
Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire,
ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea
alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla
casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria,
sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del
parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e
lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto
nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto,
vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo
del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di
luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non
temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:
oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo
Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce,
adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che
lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Sulle
Offerte
Accetta, o Padre, la nostra offerta in questa notte di luce, e per questo misterioso scambio di doni trasformarci nel Cristo tuo Figlio, che ha innalzato l'uomo accanto a te nella gloria. Per Cristo nostro Signore.
Grata tibi sit, Dómine, quæsumus, hodiérnæ festivitátis oblátio, ut, per
hæc sacrosáncta commércia, in illíus inveniámur forma, in quo tecum est
nostra substántia. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.
Prefazio di Natale I
Cristo Luce
E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Nel mistero dei Verbo incarnato
è apparsa agli occhi della nostra mente
la luce nuova del tuo fulgore,
perché conoscendo Dio visibilmente,
per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle cose invisibili.
E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante l’inno della tua gloria:
Santo, Santo, Santo …
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque
grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Quia per
incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostræ óculis lux tuæ claritátis
infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium
amórem rapiámur. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et
Dominatiónibus, cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ
tuæ cánimus, sine fine dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Quando si recita il Canone Romano si recitano i “Communicantes” propri.
Antifona
alla Comunione Gv
1,14
Il
Verbo si è fatto carne
e noi abbiamo visto la sua gloria.
Verbum caro factum est, et vídimus glóriam eius.
Oppure:
Lc 2,11
Oggi
è nato nella città di Davide un salvatore,
che è il Cristo Signore.
Dopo
la Comunione
O Dio, che ci hai convocati a celebrare nella gioia la nascita del Redentore,
fa' che testimoniamo nella vita l'annunzio della salvezza, per giungere alla gloria del cielo. Per Cristo nostro Signore.
Da nobis, quæsumus, Dómine Deus noster, ut, qui nativitátem Redemptóris
nostri frequentáre gaudémus, dignis conversatiónibus ad eius mereámur
perveníre consórtium. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.
|
MESSA
DELL' AURORA
LETTURE:
Is
62,11-12; Sal 96; Tt
3,4-7; Lc
2,15-20
|
MESSALE
Antifona
d'Ingresso Cf
Is 9,2.6; Lc 1,33
Oggi su di noi splenderà la luce,
perché è nato per noi il Signore;
Dio onnipotente sarà il suo nome,
Principe della pace, Padre dell'eternità:
il suo regno non avrà fine.
Lux fulgébit hódie super nos, quia natus est nobis Dóminus; et vocábitur
admirábilis, Deus, Princeps pacis, Pater futúri sæculi: cuius regni non
erit finis.
Colletta
Signore, Dio onnipotente, che ci avvolgi della nuova luce del tuo Verbo fatto uomo,
fa' che risplenda nelle nostre opere il mistero della fede che rifulge nel nostro Spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Da, quæsumus, omnípotens Deus, ut dum nova incarnáti Verbi tui luce
perfúndimur, hoc in nostro respléndeat ópere, quod per fidem fulget in
mente. Per Dóminum.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Durante la recita del Credo, al “Per opera dello Spirito Santo”...
e nel credo in latino: “Et incarnátus est”, ci si genuflette.
Prima
Lettura Is
62,11-12
Ecco,
arriva il tuo Salvatore.
Dal
libro
del profeta Isaia
Ecco ciò che il Signore fa sentire
all’estremità della terra:
«Dite alla figlia di Sion:
Ecco, arriva il tuo salvatore;
ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Li chiameranno Popolo santo,
Redenti del Signore.
E tu sarai chiamata Ricercata,
Città non abbandonata».
Salmo
Responsoriale Dal
Salmo 96
Oggi
la luce risplende su di noi.
Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Annunciano i cieli la sua giustizia
e tutti i popoli vedono la sua gloria.
Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.
Seconda
Lettura Tt
3,4-7
Ci
ha salvati per la sua misericordia
Dalla
lettera di san Paolo apostolo a Tito
Figlio mio,
quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.
Canto
al Vangelo Lc
2,14
Alleluia,
alleluia.
Gloria
a Dio nel più alto dei cieli
e
pace in terra agli uomini, che egli ama.
Alleluia.
Vangelo
Lc
2,15-20
I
pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.
Dal
vangelo secondo Luca
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori
dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo
avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato
nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era
stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che
avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Sulle
Offerte
Le nostre offerte, o Padre, siano degne del mistero che oggi celebriamo; tu che nel Natale ci hai rivelato il Cristo uomo e Dio,
fa' che nel pane e vino da te consacrati partecipiamo alla sua vita immortale. Per Cristo nostro Signore.
Múnera nostra, quæsumus, Dómine, nativitátis hodiérnæ mystériis apta
provéniant, ut sicut homo génitus idem præfúlsit et Deus, sic nobis hæc
terréna substántia cónferat quod divínum est. Per Christum.
Prefazio
di Natale II
Nell’incarnazione
Cristo reintegra l’universo
E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
lodarti e ringraziarti sempre per i tuoi benefici,
Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.
Nel mistero adorabile del Natale,
egli, Verbo invisibile,
apparve visibilmente nella nostra carne,
per assumere in sé tutto il creato
e sollevarlo dalla sua caduta.
Generato prima dei secoli,
cominciò ad esistere nel tempo,
per reintegrare l’universo nel tuo disegno, o Padre,
e ricondurre a te l’umanità dispersa.
Per questo dono della tua benevolenza,
uniti a tutti gli angeli, cantiamo esultanti la tua lode:
Santo, Santo, Santo …
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque
grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per
Christum Dóminum nostrum. Qui, in huius venerándi festivitáte mystérii,
invisíbilis in suis, visíbilis in nostris appáruit, et ante témpora
génitus esse copit in témpore; ut, in se érigens cuncta deiécta, in
íntegrum restitúeret univérsa, et hóminem pérditum ad cæléstia regna
revocáret.
Unde et nos, cum ómnibus Angelis te laudámus, iucúnda celebratióne
clamántes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Quando si recita il Canone Romano si recitano i “Communicantes” propri.
Antifona
alla Comunione Cf
Zc 9,9
Esulta, figlia di Sion,
innalza la tua lode figlia di Gerusalemme:
ecco, a te viene il tuo Re,
il Santo, il Salvatore del mondo.
Exsúlta, fília Sion, lauda, fília Ierúsalem: ecce Rex tuus véniet
sanctus et salvátor mundi.
Oppure: Lc 2,20
I pastori se ne ritornarono, glorificando e lodando Dio
per tutto quello che avevano udito e visto.
Dopo
la Comunione
O Dio, che ci hai radunato a celebrare in devota letizia la nascita del tuo Figlio, concedi alla tua Chiesa di conoscere con la fede le profondità del tuo mistero, e di viverlo con amore intenso e generoso. Per Cristo nostro Signore.
Da nobis, Dómine, Fílii tui nativitátem læta devotióne coléntibus, huius
arcána mystérii et plena fide cognóscere, et plenióre caritátis ardóre
dilígere. Per Christum.
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MESSA
DEL GIORNO
LETTURE:
Is
52,7-10; Sal 97; Eb
1,1-6; Gv
1,1-18 |
MESSALE
Antifona
d'Ingresso
cf. Is
9,5
E' nato per noi un bambino,
un figlio ci è stato donato:
egli avrà sulle spalle il dominio,
consigliere ammirabile sarà il suo nome.
Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis, cuius impérium super
húmerum eius, et vocábitur nomen eius magni consílii Angelus.
Colletta
O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti,
fa' che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo...
Deus, qui humánæ substántiæ dignitátem et mirabíliter condidísti, et
mirabílius reformásti, da, quæsumus, nobis eius divinitátis esse
consórtes, qui humanitátis nostræ fíeri dignátus est párticeps. Qui
tecum.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Durante la recita del Credo, al “Per opera dello Spirito Santo”...
e nel credo in latino: “Et incarnátus est”, ci si genuflette.
Prima
Lettura Is
52,7-10
Tutti
i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio
Dal libro
del
profeta Isaia
Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.
Salmo
Responsoriale Dal
Salmo 97
Tutta
la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.
Seconda
Lettura Eb
1,1-6
Dio
ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Dalla
lettera agli
Ebrei
Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato
ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha
parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le
cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e
tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la
purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto
dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente
del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi
ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me
figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo
adorino tutti gli angeli di Dio».
Canto
al Vangelo
Alleluia,
alleluia.
Un
giorno santo è spuntato per noi:
venite
tutti ad adorare il Signore;
oggi
una splendida luce è discesa sulla terra.
Alleluia.
Vangelo
Gv
1,1-18
[forma
breve Gv 1,1-5.9-14]
Il
Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
Dal vangelo secondo Giovanni
[In
principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.]
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
[Veniva
nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
]
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
Sulle
Offerte
Ti sia gradito, Signore, questo sacrificio, espressione perfetta della nostra fede, e ottenga a tutti gli uomini il dono natalizio della pace. Per Cristo nostro Signore.
Oblátio tibi sit, Dómine, hodiérnæ sollemnitátis accépta, qua et nostræ
reconciliatiónis procéssit perfécta placátio, et divíni cultus nobis est
índita plenitúdo. Per Christum.
Prefazio
di Natale III
Il misterioso scambio che ci ha redenti
E’
veramente cosa buona e giusta,
nostro
dovere e fonte di salvezza,
rendere
grazie sempre e in ogni luogo
a
te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per
Cristo nostro Signore.
In
lui oggi risplende in piena luce
il
misterioso scambio che ci ha redenti:
la
nostra debolezza è assunta dal Verbo,
l’uomo
mortale è innalzato a dignità perenne
e
noi, uniti a te in comunione mirabile,
condividiamo
la tua vita immortale.
Per
questo mistero di salvezza, uniti a tutti gli angeli,
proclamiamo
esultanti la tua lode:
Santo,
Santo, Santo …
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque
grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per
Christum Dóminum nostrum. Per quem hódie commércium nostræ reparatiónis
effúlsit, quia, dum nostra fragílitas a tuo Verbo suscípitur, humána
mortálitas non solum in perpétuum transit honórem, sed nos quoque,
mirándo consórtio, reddit ætérnos.
Et ídeo, choris angélicis sociáti, te laudámus in gáudio confiténtes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Quando si recita il Canone Romano si recitano i “Communicantes” propri.
Antifona
alla Comunione Sal
97,3
Tutti i popoli hanno veduto
la salvezza del nostro Dio.
Vidérunt omnes fines terræ salutáre Dei nostri.
Oppure: Gv
1,14
Il Verbo si è fatto carne
e noi abbiamo visto la sua gloria.
Dopo
la Comunione
Padre santo e misericordioso, il Salvatore del mondo, che oggi è nato e ci ha rigenerati come tuoi figli, ci comunichi il dono della vita immortale. Per Cristo nostro Signore.
Præsta, miséricors Deus, ut natus hódie Salvátor mundi, sicut divínæ
nobis generatiónis est auctor, ita et immortalitátis sit ipse largítor.
Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.
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