Liturgia del Natale del Signore *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA

 

   

25 DICEMBRE
NATALE DEL SIGNORE
   Solennità

MISSALE  ROMANUM VETUS  ORDO
 

MESSA VESPERTINA  NELLA VIGILIA

LETTURE: Is 62,1-5; Sal 88; At 13,16-17.22-25; Mt 1,1-25

MESSA DELLA NOTTE

LETTURE: Is 9,1-6; Sal 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14 

MESSA DELL' AURORA

LETTURE: Is 62,11-12; Sal 96; Tt 3,4-7; Lc 2,15-20 

MESSA DEL GIORNO

LETTURE: Is 52,7-10; Sal 97; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18 

   

Dio si fa uomo per noi

«Noi camminiamo a tastoni, ciechi, rasentando un muro: giacciamo come morti nelle tenebre; urliamo come orsi e gemiamo come colombe in attesa della salvezza».  Così parlava Isaia.
Noi invece annunciamo una gioia grande: ecco il nostro Dio. Oggi è nato il nostro salvatore, Cristo Signore: questa è la nostra gioiosa certezza; anche se molti uomini portano ancora incise nella loro vita le parole di Isaia, nella notte profonda il nostro orecchio ha sentito: la stella del mattino si è levata, per noi è nato un bambino.
«Di qui sgorga un messaggio di speranza in questo mondo che rischia di non sperare più; un fascio di luce in questo mondo che sembra sprofondare nelle tenebre; un elemento di novità in una società che talora ci appare decrepita. Un bambino che nasce è un destino nuovo che si apre, una speranza che si ridesta» (M. Magrassi).

Un bambino è nato per noi

Per riconquistare gli uomini, per sollevarli verso di sé, per parlare con loro, Dio è venuto quaggiù come un bambino, come un balbettio che è facile soffocare. E molti effettivamente lo soffocano. Lo soffocano facendo del Natale la festa del consumo, dello spreco istituzionalizzato: festa dei regali e dei lustrini, della tredicesima e del panettone, festa di una certa poesia di generale bontà, di un sentimentalismo che si vernicia di generosità e commozione.
Altri soffocano Dio-Bambino impedendogli di crescere: Dio rimane bambino per tutta la loro vita: una fragile Statuetta di terracotta, relegata in una scatola, che si depone nella bambagia una volta all’anno:, solo una scusa per dare un certo
«colore» religioso alla grande baldoria del natale pagano. Le parole che questo Bambino ha portato agli uomini non sono ascoltate: sono impegnative ed inopportune mentre un cristianesimo-caramella è molto più comodo.

«Venne fra la sua gente»  
Gesù non è una tradizione annuale, non è un mito, non è una favola. Gesù è parte  della nostra storia umana. Il senso teologico della venuta di Cristo non distrugge di per sé la cornice festosa e la poesia del Natale, ma la ridimensiona e la colloca nel giusto contesto; Gesù che nasce è la Parola di Dio che si fa come: noi, esseri umani, siamo portati forse a soffermarci di più sul bambino, tenero e fragile, che non sul suo aspetto di Verbo Incarnato. Per questo nella liturgia di oggi il lieto annuncio della nascita di Cristo ci viene dato con le parole di Luca e con quelle di Giovanni. Luca si sofferma su alcuni particolari storici che ci danno una sufficiente garanzia di storicità e credibilità e ci mostrano un Gesù povero, figlio di umili artigiani, un numero soltanto in una remota provincia dell’impero romano, un portatore di tutte le promesse dell’Antico Testamento, anche se in un modo un po’ diverso da quello atteso e sospirato dal popolo ebraico, tanto che solo i poveri, gli
«svuotati», i vigilanti lo riconoscono. Giovanni inserisce l’Incarnazione nel piano della storia della salvezza. Come attraverso il Verbo eterno era sbocciata la prima creazione, per opera dell’Incarnazione dello Stesso Verbo avviene una nuova creazione: l’uomo accede alla condizione di figlio di Dio: il rapporto uomo-Dio che il peccato aveva interrotto è risaldato in Cristo. Divenuto figlio di Dio l’uomo è in grado di realizzare il suo compito di creatura: egli può rivolgersi a Dio e chiamarlo «padre» ed è libero perché è figlio e non servo, ed ama gli altri uomini perché fratelli.

Un uomo come noi?

Non è facile neppure tentare di descrivere l’unico grande mistero dell’Incarnazione di Dio. Come scrive Giovanni,
«non basterebbero tutti i libri della terra».
«In tutte le testimonianze della fede cristiana primitiva è chiara una cosa: nell’ambito della storia si presenta un uomo, un uomo come tutti noi, tale però che in tutta la sua esistenza terrena, dalla nascita fino alla terribile morte in croce, oltrepassa le dimensioni dell’umano e proprio per questo ci apre una porta che fa intravedere la trascendenza dell’esistenza umana. Un uomo che compie segni straordinari e pronuncia parole che non tramontano; mette in pratica l’amore come nessun altro e rivela che cosa è l’amore che salva gli uomini; è immagine e segno di Dio in questo mondo. Un uomo, nel quale l’eterno irrompe nel tempo; attraverso il quale gli uomini vengono a conoscere le profondità e le altezze della esistenza umana.
Egli diventa speranza per gli uomini destinati alla morte, poiché morendo ci meritò la vita e ci aprì un nuovo futuro. Tutto ciò si rivela già nella sua nascita: il debole bambino che giace nella mangiatoia è il salvatore del mondo. Questo e l’intramontabile messaggio del Natale — senza mito ne leggenda
» (R. Schnackenburg).
 

Riconosci, cristiano, la tua dignità

Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa  
(Disc. 1 per il Natale, 1-3; Pl 54, 190-193)

Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c'è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, non avendo trovato nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione di tutti. Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita.
Il Figlio di Dio infatti, giunta la pienezza dei tempi che l'impenetrabile disegno divino aveva disposto, volendo riconciliare con il suo Creatore la natura umana, l'assunse lui stesso in modo che il diavolo, apportatore della morte, fosse vinto da quella stessa natura che prima lui aveva reso schiava. Così alla nascita del Signore gli angeli cantano esultanti: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2, 14). Essi vedono che la celeste Gerusalemme è formata da tutti i popoli del mondo. Di questa opera ineffabile dell'amore divino, di cui tanto gioiscono gli angeli nella loro altezza, quanto non deve rallegrarsi l'umanità nella sua miseria! O carissimi, rendiamo grazie a Dio Padre per mezzo del suo Figlio nello Spirito Santo, perché nella infinita misericordia, con cui ci ha amati, ha avuto pietà di noi, e, mentre eravamo morti per i nostri peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo (cfr. Ef 2, 5) perché fossimo in lui creatura nuova, nuova opera delle sue mani.
Deponiamo dunque «l'uomo vecchio con la condotta di prima» (Ef 4, 22) e, poiché siamo partecipi della generazione di Cristo, rinunziamo alle opere della carne. Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all'abiezione di un tempo con una condotta indegna. Ricordati che, strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del Regno di Dio. Con il sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo! Non mettere in fuga un ospite così illustre con un comportamento riprovevole e non sottometterti di nuovo alla schiavitù del demonio. Ricorda che il prezzo pagato per il tuo riscatto è il sangue di Cristo.
 

MESSA VESPERTINA  NELLA VIGILIA

LETTURE: Is 62,1-5; Sal 88; At 13,16-17.22-25; Mt 1,1-25

 

MESSALE

Antifona d'Ingresso  Cf Es 16,6-7
Oggi sapete che il Signore viene a salvarci:
domani vedrete la sua gloria.

 
Hódie sciétis, quia véniet Dóminus, et salvábit nos, et mane vidébitis glóriam eius.

 
Colletta

O Padre, che ogni anno ci fai vivere nella gioia questa vigilia del Natale, concedi che possiamo guardare senza timore, quando verrà come giudice, il Cristo tuo Figlio che accogliamo in festa come Redentore. Egli è Dio e vive e regna con te ...

 
Deus, qui nos redemptiónis nostræ ánnua exspectatióne lætíficas, præsta, ut Unigénitum tuum, quem læti suscípimus Redemptórem, veniéntem quoque Iúdicem secúri vidére mereámur Dóminum nostrum, Iesum Christum. Qui tecum.

 
LITURGIA DELLA PAROLA


Durante la recita del Credo, al “Per opera dello Spirito Santo”... e nel credo in latino: “Et incarnátus est”, ci si genuflette.


Prima Lettura 
Is 62,1-5
Il Signore troverà in te la sua delizia.
  

Dal primo del profeta Isaia
Per amore di Sion non tacerò,
per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo,
finché non sorga come aurora la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
Allora le genti vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
sarai chiamata con un nome nuovo,
che la bocca del Signore indicherà.
Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,
né la tua terra sarà più detta Devastata,
ma sarai chiamata Mia Gioia
e la tua terra Sposata,
perché il Signore troverà in te la sua delizia
e la tua terra avrà uno sposo.
Sì, come un giovane sposa una vergine,
così ti sposeranno i tuoi figli;
come gioisce lo sposo per la sposa,
così il tuo Dio gioirà per te.


Salmo Responsoriale 
Dal Salmo 88
Canterò per sempre l'amore del Signore.

 

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».

Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia.

«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».

 
Seconda Lettura 
At 13,16-17.22-25
Testimonianza di Paolo a Cristo, figlio di Davide.
 

Dagli Atti degli Apostoli

Paolo, [giunto ad Antiòchia di Pisìdia, nella sinagoga,] si alzò e, fatto cenno con la mano, disse:
«Uomini d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là.
Poi suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele.
Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”».


Canto al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Domani sarà distrutto il peccato della terra
e regnerà su di noi il Salvatore del mondo.

Alleluia.

  


Vangelo
  Mt 1,1-25 [forma breve Mt 1,18-25]
Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.

Dal vangelo secondo Matteo
 
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
[Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.
]

Sulle Offerte

Concedi al tuo popolo, Signore, di celebrare con rinnovato fervore questo sacrificio, nella vigilia del grande giorno che ha dato inizio alla nostra redenzione. Per Cristo nostro Signore.

 
Tanto nos, Dómine, quæsumus, promptióre servítio hæc præcúrrere concéde sollémnia, quanto in his constáre princípium nostræ redemptiónis osténdis. Per Christum.

 
Prefazio di Natale I
Cristo Luce
 

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Nel mistero dei Verbo incarnato 
è apparsa agli occhi della nostra mente 
la luce nuova del tuo fulgore, 
perché conoscendo Dio visibilmente, 
per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle cose invisibili.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo …
 
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostræ óculis lux tuæ claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amórem rapiámur. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:
 
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

Quando si recita il Canone Romano si recitano i “Communicantes” propri.
 
Antifona alla Comunione  Is 40,5
Domani si rivelerà la gloria del Signore,
e ogni uomo vedrà la salvezza del nostro Dio.

 
Revelábitur glória Dómini, et vidébit omnis caro salutáre Dei nostri.

 
Oppure:  Mt 1,20-21

«Giuseppe, non temere:
Maria partorirà un Figlio e tu lo chiamerai Gesù,

Egli salverà il suo popolo».


Dopo la Comunione

Concedi ai tuoi fedeli, o Padre, di attingere nuova forza da quest'annuale celebrazione della nascita del tuo unico Figlio, che si fa nostro cibo e bevanda nel sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.

 
Da nobis, quæsumus, Dómine, Unigéniti Fílii tui recensíta nativitáte vegetári, cuius cælésti mystério páscimur et potámur. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.

  

MESSA DELLA NOTTE

LETTURE: Is 9,1-3.5-6; Sal 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14 

 

MESSALE

Antifona d'Ingresso  Sal 2,7
Il Signore mi ha detto:
«Tu sei mio Figlio, io oggi ti ho generato».

 
Dóminus dixit ad me: Fílius meus es tu, ego hódie génui te.

 
Oppure:
Rallegriamoci tutti nel Signore,
perché è nato nel mondo il Salvatore.
Oggi la vera pace è scesa a noi dal cielo.

 
Gaudeámus omnes in Dómino, quia Salvátor noster natus est in mundo. Hódie nobis de cælo pax vera descéndit.

 
Colletta
O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, concedi a noi, che sulla terra lo contempliamo nei suoi misteri, di partecipare alla sua gloria nel cielo. Per il nostro Signore...

 
Deus, qui hanc sacratíssimam noctem veri lúminis fecísti illustratióne claréscere, da, quæsumus, ut, cuius in terra mystéria lucis agnóvimus, eius quoque gáudiis perfruámur in cælo. Qui tecum.

 
LITURGIA DELLA PAROLA


Durante la recita del Credo, al “Per opera dello Spirito Santo”... e nel credo in latino: “Et incarnátus est”, ci si genuflette.


Prima Lettura 
Is 9,1-6
Ci è stato dato un figlio
 

Dal libro del profeta Isaia
Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.


Salmo Responsoriale 
Dal Salmo 95
Oggi è nato per noi il Salvatore.

 

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

 
Seconda Lettura  Tt 2,11-14
E' apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.
 

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.


Canto al Vangelo 
 Cf Lc 2,10-11
Alleluia, alleluia.

Vi annunzio una grande gioia:
oggi vi è nato un Salvatore: Cristo Signore.

Alleluia.

 
  

 
Vangelo 
Lc 2,1-14
Oggi vi è nato il Salvatore.
 

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».


Sulle Offerte
Accetta, o Padre, la nostra offerta in questa notte di luce, e per questo misterioso scambio di doni trasformarci nel Cristo tuo Figlio, che ha innalzato l'uomo accanto a te nella gloria. Per Cristo nostro Signore.


Grata tibi sit, Dómine, quæsumus, hodiérnæ festivitátis oblátio, ut, per hæc sacrosáncta commércia, in illíus inveniámur forma, in quo tecum est nostra substántia. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.


Prefazio di Natale I
Cristo Luce

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Nel mistero dei Verbo incarnato 
è apparsa agli occhi della nostra mente 
la luce nuova del tuo fulgore, 
perché conoscendo Dio visibilmente, 
per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle cose invisibili.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo …
 
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostræ óculis lux tuæ claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amórem rapiámur. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:
 
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
 

Quando si recita il Canone Romano si recitano i “Communicantes” propri.
 

Antifona alla Comunione
 
Gv 1,14
Il Verbo si è fatto carne
e noi abbiamo visto la sua gloria.

 
Verbum caro factum est, et vídimus glóriam eius.

 
Oppure:  Lc 2,11

Oggi è nato nella città di Davide un salvatore,
che è il Cristo Signore.


Dopo la Comunione

O Dio, che ci hai convocati a celebrare nella gioia la nascita del Redentore, fa' che testimoniamo nella vita l'annunzio della salvezza, per giungere alla gloria del cielo. Per Cristo nostro Signore.


Da nobis, quæsumus, Dómine Deus noster, ut, qui nativitátem Redemptóris nostri frequentáre gaudémus, dignis conversatiónibus ad eius mereámur perveníre consórtium. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.

  

MESSA DELL' AURORA

LETTURE: Is 62,11-12; Sal 96; Tt 3,4-7; Lc 2,15-20 

 

MESSALE

Antifona d'Ingresso  Cf Is 9,2.6; Lc 1,33
Oggi su di noi splenderà la luce,
perché è nato per noi il Signore;
Dio onnipotente sarà il suo nome,
Principe della pace, Padre dell'eternità:
il suo regno non avrà fine.

 
Lux fulgébit hódie super nos, quia natus est nobis Dóminus; et vocábitur admirábilis, Deus, Princeps pacis, Pater futúri sæculi: cuius regni non erit finis.

 
Colletta

Signore, Dio onnipotente, che ci avvolgi della nuova luce del tuo Verbo fatto uomo, f
a' che risplenda nelle nostre opere il mistero della fede che rifulge nel nostro Spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
 
Da, quæsumus, omnípotens Deus, ut dum nova incarnáti Verbi tui luce perfúndimur, hoc in nostro respléndeat ópere, quod per fidem fulget in mente. Per Dóminum.

 
LITURGIA DELLA PAROLA


Durante la recita del Credo, al “Per opera dello Spirito Santo”... e nel credo in latino: “Et incarnátus est”, ci si genuflette.

 

Prima Lettura 
Is 62,11-12
Ecco, arriva il tuo Salvatore.
 

Dal libro del profeta Isaia
Ecco ciò che il Signore fa sentire
all’estremità della terra:
«Dite alla figlia di Sion:
Ecco, arriva il tuo salvatore;
ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Li chiameranno Popolo santo,
Redenti del Signore.
E tu sarai chiamata Ricercata,
Città non abbandonata».


Salmo Responsoriale 
Dal Salmo 96
Oggi la luce risplende su di noi.

 

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Annunciano i cieli la sua giustizia
e tutti i popoli vedono la sua gloria.

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.

 
Seconda Lettura  Tt 3,4-7
Ci ha salvati per la sua misericordia
 

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito 
Figlio mio,
quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.


Canto al Vangelo
 Lc 2,14
Alleluia, alleluia.

Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini, che egli ama.

Alleluia.

  


Vangelo
  Lc 2,15-20
I pastori trovarono Maria e  Giuseppe e il bambino.
 

Dal vangelo secondo Luca

Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.


Sulle Offerte

Le nostre offerte, o Padre, siano degne del mistero che oggi celebriamo; tu che nel Natale ci hai rivelato il Cristo uomo e Dio, f
a' che nel pane e vino da te consacrati partecipiamo alla sua vita immortale. Per Cristo nostro Signore.
 
Múnera nostra, quæsumus, Dómine, nativitátis hodiérnæ mystériis apta provéniant, ut sicut homo génitus idem præfúlsit et Deus, sic nobis hæc terréna substántia cónferat quod divínum est. Per Christum.


Prefazio di Natale II

Nell’incarnazione Cristo reintegra l’universo

 

E’ veramente cosa buona e giusta, 
nostro dovere e fonte di salvezza, 
lodarti e ringraziarti sempre per i tuoi benefici, 
Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.

Nel mistero adorabile del Natale, 
egli, Verbo invisibile, 
apparve visibilmente nella nostra carne, 
per assumere in sé tutto il creato 
e sollevarlo dalla sua caduta.

Generato prima dei secoli, 
cominciò ad esistere nel tempo, 
per reintegrare l’universo nel tuo disegno, o Padre, 
e ricondurre a te l’umanità dispersa.

Per questo dono della tua benevolenza, 
uniti a tutti gli angeli, cantiamo esultanti la tua lode:

Santo, Santo, Santo …
 
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per Christum Dóminum nostrum. Qui, in huius venerándi festivitáte mystérii, invisíbilis in suis, visíbilis in nostris appáruit, et ante témpora génitus esse copit in témpore; ut, in se érigens cuncta deiécta, in íntegrum restitúeret univérsa, et hóminem pérditum ad cæléstia regna revocáret. Unde et nos, cum ómnibus Angelis te laudámus, iucúnda celebratióne clamántes:
 
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
 
Quando si recita il Canone Romano si recitano i “Communicantes” propri.
 

Antifona alla Comunione  
Cf Zc 9,9
Esulta, figlia di Sion,
innalza la tua lode figlia di Gerusalemme:
ecco, a te viene il tuo Re,
il Santo, il Salvatore del mondo.

 
Exsúlta, fília Sion, lauda, fília Ierúsalem: ecce Rex tuus véniet sanctus et salvátor mundi.

 
Oppure:  Lc 2,20
I pastori se ne ritornarono, glorificando e lodando Dio
per tutto quello che avevano udito e visto.

 
Dopo la Comunione

O Dio, che ci hai radunato a celebrare in devota letizia la nascita del tuo Figlio, concedi alla tua Chiesa di conoscere con la fede le profondità del tuo mistero, e di viverlo con amore intenso e generoso. Per Cristo nostro Signore.

 
Da nobis, Dómine, Fílii tui nativitátem læta devotióne coléntibus, huius arcána mystérii et plena fide cognóscere, et plenióre caritátis ardóre dilígere. Per Christum.

  

MESSA DEL GIORNO

LETTURE: Is 52,7-10; Sal 97; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18

 

MESSALE

Antifona d'Ingresso  cf. Is 9,5
E' nato per noi un bambino,
un figlio ci è stato donato:
egli avrà sulle spalle il dominio,
consigliere ammirabile sarà il suo nome.

 
Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis, cuius impérium super húmerum eius, et vocábitur nomen eius magni consílii Angelus.

 
Colletta

O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, f
a' che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo...
 
Deus, qui humánæ substántiæ dignitátem et mirabíliter condidísti, et mirabílius reformásti, da, quæsumus, nobis eius divinitátis esse consórtes, qui humanitátis nostræ fíeri dignátus est párticeps. Qui tecum.

 
LITURGIA DELLA PAROLA


Durante la recita del Credo, al “Per opera dello Spirito Santo”... e nel credo in latino: “Et incarnátus est”, ci si genuflette.


Prima Lettura 
Is 52,7-10
Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio
 

Dal libro del profeta Isaia
Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.


Salmo Responsoriale 
Dal Salmo 97
Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio.

 

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.


Seconda Lettura   Eb 1,1-6
Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

Dalla lettera agli Ebrei  
Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».


Canto al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Un giorno santo è spuntato per noi:
venite tutti ad adorare il Signore;
oggi una splendida luce è discesa sulla terra.

Alleluia.

  


Vangelo
  Gv 1,1-18 [forma breve Gv 1,1-5.9-14]
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.


Dal vangelo secondo Giovanni
 
[
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
]
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
[Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
]
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.


Sulle Offerte

Ti sia gradito, Signore, questo sacrificio, espressione perfetta della nostra fede, e ottenga a tutti gli uomini il dono natalizio della pace. Per Cristo nostro Signore.

 
Oblátio tibi sit, Dómine, hodiérnæ sollemnitátis accépta, qua et nostræ reconciliatiónis procéssit perfécta placátio, et divíni cultus nobis est índita plenitúdo. Per Christum.

 
Prefazio di Natale III

Il misterioso scambio che ci ha redenti

E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

In lui oggi risplende in piena luce 
il misterioso scambio che ci ha redenti:
la nostra debolezza è assunta dal Verbo, 
l’uomo mortale è innalzato a dignità perenne 
e noi, uniti a te in comunione mirabile, 
condividiamo la tua vita immortale.

Per questo mistero di salvezza, uniti a tutti gli angeli, 
proclamiamo esultanti la tua lode:

Santo, Santo, Santo …
 
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per Christum Dóminum nostrum. Per quem hódie commércium nostræ reparatiónis effúlsit, quia, dum nostra fragílitas a tuo Verbo suscípitur, humána mortálitas non solum in perpétuum transit honórem, sed nos quoque, mirándo consórtio, reddit ætérnos. Et ídeo, choris angélicis sociáti, te laudámus in gáudio confiténtes:
 
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
 
Quando si recita il Canone Romano si recitano i “Communicantes” propri.
 

Antifona alla Comunione  
Sal 97,3
Tutti i popoli hanno veduto
la salvezza del nostro Dio.

 
Vidérunt omnes fines terræ salutáre Dei nostri.

 
Oppure: 
Gv 1,14
Il Verbo si è fatto carne
e noi abbiamo visto la sua gloria.

 
Dopo la Comunione

Padre santo e misericordioso, il Salvatore del mondo, che oggi è nato e ci ha rigenerati come tuoi figli, ci comunichi il dono della vita immortale. Per Cristo nostro Signore.

 
Præsta, miséricors Deus, ut natus hódie Salvátor mundi, sicut divínæ nobis generatiónis est auctor, ita et immortalitátis sit ipse largítor. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum.
 

 

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