|
Liturgia della "Presentazione del Signore" * |
Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA |
|
|
2
FEBBRAIO
|
LETTURE: Ml 3,1-4; Sal 23; Eb 2,14-18; Lc 2,22-40
|
Per la Chiesa di Gerusalemme, la data scelta per la festa della
presentazione fu da principio il 15 febbraio, 40 giorni dopo La nascita di
Gesù, che allora l’Oriente celebrava il 6 gennaio, in conformità alla
legge ebraica che imponeva questo spazio di tempo tra la nascita di un
bambino e la purificazione di sua madre. Quando la festa, nei secoli VI e
VII, si estese in Occidente, fu anticipata al 2 febbraio, perché
la nascita di Gesù era celebrata al 25 dicembre. A Roma, la presentazione fu unita a una
cerimonia penitenziale che si celebrava in contrapposizione ai riti pagani
delle «lustrazioni». Poco alla volta la festa si appropriò la
processione di penitenza che divenne una specie di imitazione della
presentazione di Cristo al Tempio. Il papa san Sergio I (sec. VIII), di
origine orientale, fece tradurre in latino i canti della festa greca, che
furono adottati per la processione romana. Nel secolo X la Gallia organizzò
una solenne benedizione delle candele che si usavano in questa
processione; un secolo più tardi aggiunse l’antifona Lumen
ad revelationem con il cantico di Simeone (Nunc
dimittis). La
presentazione di Gesù al Tempio è più un mistero doloroso che gaudioso.
Maria «presenta»
a Dio il figlio Gesù, glielo «offre».
Ora, ogni offerta è una rinuncia. Comincia
il mistero della sofferenza di Maria, che raggiungerà il culmine ai piedi
della croce. La croce è la spada che trapasserà la sua anima. Ogni
primogenito ebreo era il segno permanente e il memoriale quotidiano della «liberazione»
dalla grande schiavitù: i primogeniti in Egitto erano stati risparmiati.
Gesù, però, il Primogenito per eccellenza, non sarà «risparmiato», ma col suo sangue
porterà la nuova e definitiva liberazione. Il
gesto di Maria che «offre»
si traduce in gesto liturgico in ogni nostra Eucaristia. Quando il pane e
il vino - frutti della terra e del lavoro dell’uomo - ci vengono
ridonati come Corpo e Sangue di Cristo, anche noi siamo nella pace del
Signore, poiché contempliamo la sua salvezza e viviamo nell’attesa d |
Accogliamo la luce viva ed eterna Dai
« Discorsi
» di san Sofronio, vescovo. Noi
tutti che celebriamo e veneriamo con intima partecipazione il mistero
dell’incontro del Signore, corriamo e muoviamoci insieme in fervore di
spirito incontro a lui. Nessuno se ne sottragga, nessuno si rifiuti di
portare la sua fiaccola. Accresciamo anzi lo splendore dei ceri per
significare il divino fulgore di lui che si sta avvicinando e grazie al
quale ogni cosa risplende, dopo che l’abbondanza della luce eterna ha
dissipato le tenebre della caligine. Ma le nostre lampade esprimano
soprattutto la luminosità dell’anima, con la quale dobbiamo andare
incontro a Cristo. Come infatti la madre di Dio e Vergine intatta portò
sulle braccia la vera luce e si avvicinò a coloro che giacevano nelle
tenebre, così anche noi, illuminati dal suo chiarore e stringendo tra le
mani la luce che risplende dinanzi a tutti, dobbiamo affrettarci verso
colui che è la vera luce. La
luce venne nel mondo (cfr. Gv 1,
9) e, dissipate le tenebre che lo avvolgevano, lo illuminò. Ci
visitò colui che sorge dall’alto (cfr.
Lc 1, 78) e rifulse a quanti giacevano nelle tenebre. Per questo
anche noi dobbiamo ora camminare stringendo le fiaccole e correre portando
le luci. Così indicheremo che a noi rifulse la luce, e rappresenteremo lo
splendore divino di cui siamo messaggeri. Per questo corriamo tutti
incontro a Dio. Ecco il significato del mistero odierno. La luce vera che
illumina ogni uomo che viene in questo mondo (cfr.
Gv 1,9) è venuta. Tutti dunque, fratelli, siamone illuminati, tutti
brilliamo. Nessuno resti escluso da questo splendore, nessuno si ostini a
rimanere immerso nel buio. Ma avanziamo tutti raggianti e illuminati verso
di lui. Riceviamo esultanti nell’animo, col vecchio Simeone, la luce
sfolgorante ed eterna. Innalziamo canti di ringraziamento al Padre della
luce, che mandò la luce vera, e dissipò ogni tenebra, e rese noi tutti
luminosi. La salvezza di Dio, infatti, preparata dinanzi a tutti i popoli
e manifestata a gloria di noi, nuovo Israele, grazie a lui, la vedemmo
anche noi e subito fummo liberati dall’antica e tenebrosa colpa, appunto
come Simeone, veduto il Cristo, fu sciolto dai legami della vita presente. Anche
noi, abbracciando con la fede il Cristo che viene da Betlemme, divenimmo
da pagani popolo di Dio. Egli, infatti, è la salvezza di Dio Padre.
Vedemmo con gli occhi il Dio fatto carne. E proprio per aver visto il Dio
presente fra noi ed averlo accolto con le braccia dello spirito, ci
chiamiamo nuovo Israele. Noi onoriamo questa presenza nelle celebrazioni
anniversarie, né sarà ormai possibile dimenticarcene. |
BENEDIZIONE
DELLE CANDELE E
PROCESSIONE L’assemblea
si raccoglie in una chiesa succursale o in altro luogo adatto da dove si
muoverà la processione verso la chiesa principale; può anche radunarsi
nella chiesa principale, dinanzi alla porta o in altro luogo, da dove si
muoverà la processione verso l’altare: si disponga ogni cosa in modo
che una buona parte dei fedeli possa partecipare comodamente al rito. Mentre
si accendono le candele, si canta l’antifona: Il
Signore
nostro Dio verrà con potenza, e
illuminerà il suo popolo. Alleluia. Il sacerdote saluta il popolo e poi, con queste parole o con altre simili, illustra il significato del rito ed esorta i fedeli a una partecipazione attiva, cosciente e piena. Fratelli
carissimi, sono passati quaranta giorni dalla solennità del Natale. Anche
oggi la Chiesa è in festa, celebrando il giorno in cui Maria e Giuseppe
presentarono Gesù al tempio. Con quel rito il Signore si assoggettava
alle prescrizioni della legge antica, ma in realtà veniva incontro al
suo popolo, che l’attendeva nella fede. Guidati
dallo Spirito Santo, vennero nel tempio i santi vegliardi Simeone e Anna;
illuminati dallo stesso Spirito riconobbero il Signore e pieni di gioia
gli resero testimonianza. Anche
noi qui riuniti dallo Spirito Santo andiamo incontro al Cristo nella casa
di Dio, dove lo troveremo e lo riconosceremo nello spezzare il pane,
nell’attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria.
IN LATINO: Fratres caríssimi: Ante dies quadragínta celebrávimus cum gáudio festum Nativitátis Dómini. Hódie vero occúrrit dies ille beátus, quo Iesus a María et Ioseph praesentátus est in templo, extérius quidem legem implens, rerum veritáte autem occúrrens pópulo suo credénti. Spíritu Sancto impúlsi, in templum venérunt beáti illi senes et cognovérunt Dóminum eódem Spíritu illumináti, et conféssi sunt eum in exsultatióne. Ita et nos, congregáti in unum per Spíritum Sanctum, procedámus ad domum Dei óbviam Christo. Inveniémus eum et cognoscémus in fractióne panis, donec véniat maniféstus in glória.
|
MESSALE Antifona d'Ingresso Sal 47,10-11 Abbiamo accolto, o Dio,
la tua misericordia in mezzo al tuo tempio.
Suscépimus, Deus, misericórdiam tuam in médio templi tui. Secúndum nomen tuum, Deus, ita et laus tua in fines terrae; iustítia plena est déxtera tua.
Colletta Dio onnipotente ed eterno, guarda i tuoi fedeli riuniti nella festa della Presentazione al tempio del tuo unico Figlio fatto uomo, e concedi anche a noi di essere presentati a te pienamente rinnovati nello Spirito. Per il nostro Signore..
Omnípotens sempitérne Deus, maiestátem tuam súpplices exorámus, ut, sicut Unigénitus Fílius tuus hodiérna die cum nostrae carnis substántia in templo est praesentátus, ita nos fácias purificátis tibi méntibus praesentári. Per Dóminum.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Ml 3,1-4 Entrerà
nel suo tempio il Signore, che voi cercate.
Così dice il Signore Dio:
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 23
Alzate, o porte, la vostra fronte,
Seconda
Lettura Doveva
rendersi in tutto simile ai fratelli.
Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo
stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante
la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare
così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per
tutta la vita.
Canto al Vangelo Lc 2,30.32 Alleluia, alleluia. I miei occhi han visto la tua salvezza: luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo, Israele. Alleluia.
Vangelo I
miei occhi hanno visto la sua salvezza.
[
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale,
secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a
Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del
Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per
offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come
prescrive la legge del Signore. Sulle Offerte Accogli, o Padre, i nostri doni e guarda la tua Chiesa, che per tuo volere ti offre con gioia il sacrificio del tuo unico Figlio, Agnello senza macchia per la vita del mondo. Per Cristo nostro Signore.
Gratum tibi sit, Dómine, quaesumus, exsultántis Ecclésiae munus oblátum, qui Unigénitum Fílium tuum voluísti Agnum immaculátum tibi offérri pro saeculi vita. Qui vivit et regnat in saecula saeculórum.
Prefazio E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno. II tuo unico Figlio, generato nei secoli eterni, presentato oggi al tempio, è proclamato dallo Spirito Santo gloria d’Israele e luce del popoli.
E noi esultanti andiamo incontro al Salvatore e con l’assemblea degli angeli e dei santi cantiamo senza fine l’inno della tua lode:
Santo, Santo, Santo...
Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus:
Quia coaetérnus hódie in templo tuus Fílius praesentátus glória Israel et lumen géntium a Spíritu declarátur.
Unde et nos, Salutári tuo in gáudiis occurréntes, cum Angelis et Sanctis te laudámus, sine fine dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus …
Antifona alla Comunione Lc 2,30-31
I miei
occhi hanno visto la salvezza,
Vidérunt óculi mei salutáre tuum, quod parásti ante fáciem ómnium populórum.
Dopo la Comunione O Dio, che hai esaudito l'ardente attesa del santo Simeone, compi in noi l'opera della tua misericordia; tu che gli hai dato la gioia di stringere tra le braccia, prima di morire, il Cristo tuo Figlio, concedi anche a noi con la forza del pane eucaristico di camminare incontro al Signore, per possedere la vita eterna. Per Cristo nostro Signore.
Per haec sancta quae súmpsimus, Dómine, pérfice in nobis grátiam tuam, qui exspectatiónem Simeónis implésti, ut, sicut ille mortem non vidit nisi prius Christum suscípere mererétur, ita et nos, in occúrsum Dómini procedéntes, vitam obtineámus aetérnam. Per Christum.
|
|
|
www.maranatha.it | |