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PROPRIO DELLA S. MESSA tratto dal Missale Romanum a.D. 1962 promulgatum e versione italiana secondo la traduzione proposta dalle CEI
SABATO delle di Settembre
Messa Stazionale Alla Basilica dei Santi Apostoli Piazza Santi Apostoli 51 - 00187 ROMA tel. 06-69.95.78.43
INTRÓITUS Ps. 94, 6-7. Veníte, adorémus Deum et procidámus ante Dóminum, plorémus ante eum, qui fecit nos: quia ipse est Dóminus, Deus noster. Ps. ibid., 1. Veníte, exsultémus Dómino: jubilémus Deo, salutári nostro. Glória Patri.
Venite adoriamo il Signore e prostriamoci dinnanzi al Signore, piangiamo davanti a lui, che ci ha creato poichè lui è il Signore Dio nostro. Venite acclamiamo al Signore alziamo grida di gioia a Dio nostra salvezza. Gloria.
Dopo il Kýrie, eléison, il celebrante dice: Preghiamo. Pieghiamo le ginocchia. Alzatevi.
ORÁTIO Omnípotens sempitérne Deus, qui per continéntiam salutárem corpóribus medéris et méntibus: majestátem tuam súpplices exorámus; ut, pia jejunántium deprecatióne placátus, et præséntia nobis subsídia tríbuas et futúra. Per Dóminum.
Dio onnipotente ed eterno che per il digiuno di salvezza guarisci corpi ed anime, supplichiamo la tua maestà perchè impietosito dalla preghiera devota di coloro che digiunano concedi a noi gli aiuti per la vita presente e per quella futura.
Prima Lettura Léctio libri Levítici. Levit. 23, 26-32.
In diébus illis: Locútus est Dóminus ad Móysen, dicens: Décimo die mensis hujus séptimi, dies expiatiónum erit celebérrimus, et vocábitur sanctus: affligetísque ánimas vestras in eo, et offerétis holocáustum Dómino. Omne opus servíle non faciétis in témpore diéi hujus: quia dies propitiatiónis est, ut propitiétur vobis Dóminus, Deus vester. Omnis ánima, quæ afflicta non fúerit die hac, períbit de pópulis suis: et quæ operis quídpiam fécerit, delébo eam de pópulo suo. Nihil ergo óperis faciétis in eo: legítimum sempitérnum erit vobis in cunctis generatiónibus et habitatiónibus vestris. Sábbatum requietiónis est, et affligétis ánimas vestras die nono mensis: a véspera usque ad vésperam celebrábitis sábbata vestra: dicit Dóminus omnípotens. M - Deo gratias.
In quei giorni: Il Signore disse ancora a Mosè : Il decimo giorno di questo settimo mese sarà il giorno dell`espiazione; terrete una santa convocazione, vi mortificherete e offrirete sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore. In quel giorno non farete alcun lavoro; poiché è il giorno dell`espiazione, per espiare per voi davanti al Signore, vostro Dio. Ogni persona che non si mortificherà in quel giorno, sarà eliminata dal suo popolo. Ogni persona che farà in quel giorno un qualunque lavoro, io la eliminerò dal suo popolo. Non farete alcun lavoro. E` una legge perenne di generazione in generazione, in tutti i luoghi dove abiterete. Sarà per voi un sabato di assoluto riposo e dovrete mortificarvi: il nono giorno del mese, dalla sera alla sera dopo, celebrerete il vostro sabato". M - Deo gratias.
GRADUALE Ps. 78, 9 et 10. Propítius esto, Dómine, peccátis nostris: ne quando dicant gentes: Ubi est Deus eórum? ℣. Adjuva nos, Deus, salutáris noster: et propter honórem nóminis tui, Dómine, líbera nos.
Abbi pietà, signore, dei nostri peccati, perchè i popoli non dicano : dov’è il loro Dio ? Aiutaci Signore, nostra salvezza,e liberaci per l’onore del tuo nome, o Signore.
Qui si dice:
Dóminus vobíscum
e Oremus,
ORÁTIO Da nobis, quæsumus, omnípotens Deus: ut, jejunándo, tua grátia satiémur; et, abstinéndo, cunctis efficiámur hóstibus fortióres. Per Dóminum.
Ti supplichiamo Signore concedici che digiunando ci saziamo della tua grazia e con l’astinenza diveniamo più forti di tutti i nemici. Per il nostro Signore.
Seconda Lettura Léctio libri Levítici. Levit. 23, 39-43.
In diébus illis: Locútus est Dóminus ad Móysen, dicens: A quintodécimo die mensis séptimi, quando congregavéritis omnes fructus terræ vestræ, celebrábitis ferias Dómini septem diébus: die primo et die octávo erit sábbatum, id est réquies. Sumetísque vobis die primo fructus arbóris pulchérrimæ, spatulásque palmárum, et ramos ligni densárum fróndium, et sálices de torrénte, et lætabímini coram Dómino, Deo vestro. Celebrabitísque sollemnitátem ejus septem diébus per annum: legítimum sempitérnum erit in generatiónibus vestris. Mense séptimo festa celebrábitis, et habitábitis in umbráculis septem diébus. Omnis, qui de génere est Israël, manébit in tabernáculis: ut discant pósteri vestri, quod in tabernáculis habitáre fécerim fílios Israël, cum edúcerem eos de terra Ægýpti. Ego Dóminus, Deus vester. M - Deo gratias.
In quei giorni Dio parlò a Mosè dicendo: Ora il quindici del settimo mese, quando avrete raccolto i frutti della terra, celebrerete una festa al Signore per sette giorni; il primo giorno sarà di assoluto riposo e così l`ottavo giorno. Il primo giorno prenderete frutti degli alberi migliori: rami di palma, rami con dense foglie e salici di torrente e gioirete davanti al Signore vostro Dio per sette giorni. Celebrerete questa festa in onore del Signore, per sette giorni, ogni anno. E' una legge perenne di generazione in generazione. La celebrerete il settimo mese. Dimorerete in capanne per sette giorni; tutti i cittadini d`Isræle dimoreranno in capanne, perché i vostri discendenti sappiano che io ho fatto dimorare in capanne gli Israeliti, quando li ho condotti fuori dal pæse d'Egitto. Io sono il Signore vostro Dio". M - Deo gratias.
GRADUALE Ps. 83, 10 et 9. Protéctor noster, áspice, Deus, et réspice super servos tuos. Dómine, Deus virtútum, exáudi preces servórum tuórum.
O Dio nostro protettore volgi il tuo sguardo e vedi i tuoi servi. Signore Dio degli eserciti, ascolta le preghiere del tuo popolo.
Il celebrante dice: Preghiamo. Pieghiamo le ginocchia. Alzatevi.
ORÁTIO Tuére, quæsumus, Dómine, fámiliam tuam: ut salútis ætérnæ remédia, quæ te inspiránte requírimus, te largiénte consequámur. Per Dóminum nostrum.
Ti preghiamo Signore, proteggi la tua famiglia, perchè per tua generosità otteniamo i rimedi della salvezza eterna che ricerchiamo per tua ispirazione.
Terza Lettura. Léctio Michææ Prophétæ. Mich. 7, 14, 16 et 18-20.
Dómine, Deus noster, pasce pópulum tuum in virga tua, gregem hereditátis tuæ, habitántes solos in sal:u, juxta dies antiquos. Vidébunt gentes, et confundéntur super omni fortitúdine sua.Quis Deus similis tui, qui aufers iniquitatem, et transis peccatum reliquiárum hereditátis tuæ ? Non immíttet ultra furórem suum, quóniam volens misericórdiam est. Revertétur, et miserébitur nostri: depónet iniquitates nostras, et projíciet in profúndum maris ómnia peccáta nostra. Dabis veritátem Jacob, misericórdiam Abraham: quæ jurásti patribus nostris a diébus antiquis: Dómine, Deus noster. M - Deo gratias.
Signore Dio nostro, pasci il tuo popolo con la tua verga, il gregge della tua eredità, che sta solitario nella foresta in mezzo ai giardini; pascolino in Basàn e in Gàlaad come nei tempi antichi. Come quando sei uscito dall'Egitto, mostraci cose prodigiose. Vedranno le genti e resteranno deluse di tutta la loro potenza. Si porranno la mano sulla bocca, i loro orecchi ne resteranno assorditi. Qual dio è come te, che toglie l'iniquità e perdona il peccato al resto della sua eredità; che non serba per sempre l'ira, ma si compiace d'usar misericordia? Egli tornerà ad aver pietà di noi, calpesterà le nostre colpe. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati. Conserverai a Giacobbe la tua fedeltà, ad Abramo la tua benevolenza, come hai giurato ai nostri padri fino dai tempi antichi . M - Deo gratias.
GRADUALE Ps. 89, 13 et 1. Convértere, Dómine, aliquántulum, et deprecáre super servos tuos. Dómine, refúgium factus es nobis, a generatióne et progénie.
Volgiti Signore, ed abbi pietà dei tuoi servi. O Signore sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Il celebrante dice: Preghiamo. Pieghiamo le ginocchia. Alzatevi.
ORÁTIO Præsta, quæsumus, Dómine, sic nos ab épulis abstinére carnálibus: ut a vítiis irruéntibus páriter jejunémus. Per Dóminum.
Concedici o Signore di astenerci dai cibi di carne in modo da digiunare anche dai vizi che ci assediano.
Quarta lettura Léctio Zacharíæ Prophétæ. Zach. 8, 14-19.
In diébus illis: Factum est verbum Dómini ad me, dicens: Hæc dicit Dóminus exercítuum: Sicut cogitávi, ut afflígerem vos, cum ad iracúndiam provocássent patres vestri me, dicit Dóminus, et non sum misértus: sic convérsus cogitávi in diébus istis, ut benefáciam domui Juda et Jerúsalem: nolíte timére. Hæc sunt ergo verba, quæ faciétis: Loquímini veritátem, unusquísque cum próximo suo: veritátem et judícium pacis judicáte in portis vestris. Et unusquísque malum contra amícum suum ne cogitétis in córdibus vestris: et juraméntum mendax ne diligátis: ómnia enim hæc sunt, quæ odi, dicit Dóminus. Et factum est verbum Dómini exercítuum ad me, dicens: Hæc dicit Dóminus exercítuum: Jejúnium quarti et jejúnium quinti et jejúnium séptimi et jejúnium décimi erit dómui Juda in gáudium et lætítiam et in sollemnitátes præcláras: veritátem tantum et pacem dilígite: dicit Dóminus exercítuum.
In quei giorni : Così dice il Signore degli eserciti: "Come decisi di affliggervi quando i vostri padri mi provocarono all`ira - dice il Signore degli eserciti - e non mi lasciai commuovere, così invece mi darò premura in questi giorni di fare del bene a Gerusalemme e alla casa di Giuda; non temete. Ecco ciò che voi dovrete fare: parlate con sincerità ciascuno con il suo prossimo; veraci e sereni siano i giudizi che terrete alle porte delle vostre città. Nessuno trami nel cuore il male contro il proprio fratello; non amate il giuramento falso, poiché io detesto tutto questo" - oracolo del Signore -. Mi fu ancora rivolta questa parola del Signore degli eserciti: "Così dice il Signore degli eserciti: Il digiuno del quarto, quinto, settimo e decimo mese si cambierà per la casa di Giuda in gioia, in giubilo e in giorni di festa, purché amiate la verità e la pace".
GRADUALE Ps. 140, 2. Dirigátur orátio mea sicut incénsum in conspéctu tuo, Dómine. ℣. Elevátio mánuum meárum sacrifícium vespertínum.
Salga a te Signore, la mia preghiera come l’incenso dinnanzi a te. Le mie mani alzate come il sacrificio della sera.
Il celebrante dice: Preghiamo. Pieghiamo le ginocchia. Alzatevi.
ORÁTIO Ut nobis, Dómine, tríbuis sollémne tibi deférre jejúnium: sic nobis, quæsumus, indulgéntiæ præsta subsídium. Per Dóminum.
O Signore, come ci concedi di offrirti solennemente questo digiuno così donaci il soccorso del tuo perdono.
Quinta Lettura Léctio Daniélis Prophétæ. Dan. 3, 47-51.
In diébus illis: Angelus Dómini descéndit cum Azaría et sóciis ejus in fornácem: et excússit flammam ignis de fornáce, et fecit médium fornácis quasi ventum roris flantem. Flamma autem effundebátur super fornácem cúbitis quadragínta novem: et erúpit, et incéndit, quos répperit jux ta fornácem de Chaldæis, minístros regis, qui eam incendébant. Et non tétigit eos omníno ignis, neque contristávit, nec quidquam moléstiæ íntulit. Tunc hi tres qua si ex uno ore laudábant, e glorificábant, et benedicébant Deum in fornáce, dicéntes: Non si risponde con il: Deo grátias. Ma segue subito l’inno.
La fiamma si alzava quarantanove cubiti sopra la fornace e uscendo bruciò quei Caldei che si trovavano vicino alla fornace. Ma l`angelo del Signore, che era sceso con Azaria e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco e rese l`interno della fornace come un luogo dove soffiasse un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia. Allora quei tre giovani, a una sola voce, si misero a lodare, a glorificare, a benedire Dio nella fornace dicendo: Non si risponde con il: Deo grátias. Ma segue subito l’inno.
HYMNUS. Dan. ibid., 52–53. Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum. Et laudábilis et gloriósus in sæcula. Et benedíctum nomen glóriæ tuæ, quod est sanctum. Et laudábile et gloriósum in sæcula. Benedíctus es in templo sancto glóriæ tuæ. Et laudábilis et gloriósus in sæcula. Benedíctus es super thronum sanctum regni tui. Et laudábilis et gloriósus in sæcula. Benedíctus es super sceptrum divinitátis tuæ. Et laudábilis et gloriósus in sæcula. Benedíctus es, qui sedes super Chérubim, íntuens abýssos. Et laudábilis et gloriósus in sæcula. Benedíctus es, qui ámbulas super pennas ventórum et super undas maris. Et laudábilis et gloriósus in sæcula. Benedícant te omnes Angeli et Sancti tui. Et laudent te et gloríficent in sæcula. Benedícant te coeli, terra, mare, et ómnia quæ in eis sunt. Et laudent te et gloríficent in sæcula. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. Et laudábili et glorióso in sæcula. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper: et in sæcula sæculórum. Amen. Et laudábili et glorióso in sæcula. Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum. Et laudábilis et gloriósus in sæcula.
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, degno di lode e di gloria nei secoli. Benedetto il tuo nome glorioso e santo, degno di lode e di gloria nei secoli. Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, degno di lode e di gloria nei secoli. Benedetto sei tu nel trono del tuo regno, degno di lode e di gloria nei secoli. Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi e siedi sui cherubini, degno di lode e di gloria nei secoli. Benedetto sei tu che cammini sulle ali del vento e sulle onde del mare, degno di lode e di gloria nei secoli. Ti benedicano tuti gli angeli ed i tuoi santi, ti lodino e ti glorifichino nei secoli. Gloria al Padre…degno di lode e di gloria nei secoli. Benedetto sei tu Signore Dio dei Padri nostri degno di lode e di gloria nei secoli.
Il celebrante dice: Preghiamo. Pieghiamo le ginocchia. Alzatevi.
ORÁTIO Deus, qui tribus púeris mitigásti flammas ígnium: concéde propítius; ut nos fámulos tuos non exúrat flamma vitiórum. Per Dóminum.
O Dio che hai mitigato le fiamme della fornace ai tre fanciulli, concedi propizio che la fiamma dei vizi non bruci noi tuoi servi. Per il nostro Signore.
Commemorazione dei santi Cosma e Damiano martiri.
Præsta, quæsumus, omnípotens Deus: ut, qui sanctórum Mártyrum tuórum Cosmæ et Damiáni natalítia cólimus, a cunctis malis imminéntibus, eórum intercessiónibus, liberémur. Per Dóminum.
O Dio onnipotente, concedi che quanti celebrano la festa dei Santi martiri Cosma e Damiano, siamo liberati, per loro intercessione, da tutti i mali che ci sovrastano.
EPISTOLA Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Hebræos. Hebr. 9, 2-12.
Fratres: Tabernáculum factum est primum, in quo erant candelábra, et mensa, et proposítio panum, quæ dícitur Sancta. Post velaméntum autem secúndum, tabernáculum, quod dícitur Sancta sanctórum: áureum habens thuríbulum, et arcam testaménti circumtéctam ex omni parte auro, in qua urna áuea habens manna, et virga Aaron, quæ frondúerat, et tábulæ testaménti, supérque eam erant Chérubim glóriæ obumbrántia propitiatórium: de quibus non est modo dicendum per singula. His vero ita compósitis; in priori quidem tabernaculo semper introíbant sacerdótes, sacrificiórum offícia consummántes: in secundo autem semel in anno solus póntifex, non sine sánguine, quem offert pro sua et pópuli ignorántia: hoc significánte Spíritu Sancto, nondum propalátam esse sanctórum viam, adhuc prióre tabernaculo habénte statum. Quæ parábola est témporis instántis: juxta quam múnera et hóstiæ offerúntur, quæ non possunt juxta consciéntiam perféctum fácere serviéntem, solummodo in cibis, et in pótibus, et váriis baptismátibus, et justítiis carnis usque ad tempus correctiónis impósitis. Christus autem assístens pón tifex futurórum bonórum, per ámplius et perféctius tabernáculum non manufáctum, id est, non hujus creatiónis; neque per sánguinem hircórum aut vitulórum, sed per próprium sánguinem introívit semel in Sancta, ætérna redemptióne invénta.
Fratelli : Fu costruita infatti una Tenda: la prima, nella quale vi erano il candelabro, la tavola e i pani dell`offerta: essa veniva chiamata il Santo. Dietro il secondo velo poi c`era una tenda, detta "Santo dei Santi", con l`altare d`oro per l`incenso e l`arca dell`alleanza tutta ricoperta d`oro, nella quale si trovavano un`urna d`oro contenente la manna, la verga di Aronne che era germogliata e le tavole dell`alleanza. E sopra l`arca stavano i cherubini della gloria, che sosteneva l`ombra sopra il luogo dell`espiazione. Di tutte queste cose non è necessario ora parlare nei particolari. Disposte in tal modo le cose, nella prima tenda entrano in ogni tempo i sacerdoti per celebrarvi il culto; nella seconda invece solamente il sommo sacerdote, una volta all`anno, e non senza portare del sangue, che egli offre per se stesso e per i peccati involontari del popolo. Lo Spirito Santo intendeva così mostrare che non era ancora aperta la via del santuario, finché sussisteva la prima tenda. Essa infatti è una figura del tempo presente: conforme ad essa si offrono doni e sacrifici che non possono rendere perfetto, nella sua coscienza, l`offerente, trattandosi solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni, tutte prescrizioni umane, valide fino al tempo in cui sarebbero state riformate. Cristo invece, venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, dopo averci ottenuto una redenzione eterna.
TRACTUS. Ps. 116, 1-2. Laudáte Dóminum, omnes gentes: et collaudáte eum, omnes pópuli. Quóniam confirmáta est super nos misericórdia ejus: et véritas Dómini manet in ætérnum.
Genti tutte lodate il Signore, lodatelo insieme popoli tutti. Poichè è stata resa salda su di noi la sua misericordia, e la verità del Signore rimane in eterno.
EVANGÉLIUM Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam. Luc. 13, 6-17.
In illo témpore: Dicébat Jesus turbis hanc similitúdinem: Arbórem fici habébat quidam plantátam in vínea sua, et venit quærens fructum in illa, et non invénit. Dixit autem ad cultórem víneæ: Ecce, anni tres sunt, ex quo vénio quærens fructum in ficúlnea hac, et non invénio: succíde ergo illam: ut quid etiam terram occupat? At ille respóndens, dicit illi: Dómine, dimítte illam et hoc anno, usque dum fódiam circa illam et mittam stércora: et si quidem fécerit fructum: sin autem, in futúrum succídes eam. Erat autem docens in synagóga eórum sábbatis. Et ecce múlier, quæ habebat spíritum infirmitátis annis decem et octo: et erat inclináta, nec omníno poterat sursum respícere. Quam cum vidéret Jesus, vocávit eam ad se, et ait illi: Múlier, dimíssa es ab infirmitáte tua. Et impósuit illi manus, et conféstim erécta est, et glorificábat Deum. Respóndens autem archisynagógus, indígnans quia sábbato curásset Jesus, dicébat turbæ: Sex dies sunt, in quibus opórtet operári: in his ergo veníte, et curámini, et non in die sábbati. Respóndens autem ad illum Dóminus, dixit: Hypócritæ, unusquísque vestrum sábbato non solvit bovem suum aut ásinum a præsépio, et ducit adaquáre? Hanc autem fíliam Abrahæ, quam alligávit sátanas, ecce decem et octo annis, non opórtuit solvi a vínculo isto die sábbati? Et cum hæc díceret, erubescébant omnes adversárii ejus: et omnis pópulus gaudébat in univérsis, quæ glorióse fiébant ab eo. M. - Laus tibi Christe.
In quel tempo : Gesù Disse anche questa parabola: "Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai". Una volta stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: "Donna, sei libera dalla tua infermità", e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: "Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato". Il Signore replicò: "Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l`asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott`anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?". Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. M. - Laus tibi Christe.
ANTÍPHONA AD OFFERTÓRIUM Ps. 87, 2-3. Dómine, Deus salútis meæ, in die clamávi et nocte coram te: intret orátio mea in conspéctu tuo, Dómine.
O Signore, Dio della mia salvezza, di giorno ti invoco e la notte sto dinnazi a te, entri la mia preghiera al tuo cospetto, o Signore.
SECRÉTA Concéde, quæsumus, omnípotens Deus: ut oculis tuæ majestátis munus oblátum et grátiam nobis devotiónis obtíneat, et efféctum beátæ perennitátis acquírat. Per Dóminum.
Concedi, te ne preghiamo Signore Dio Onnipotente che il dono offerto dinnanzi alla tua mæstà ottenga per noi la grazia della devozione ed ottenga l’effetto dell’eternità beata. Per il nostro Signore.
Commemorazione dei santi Cosma e Damiano martiri.
Sanctórum tuórum nobis, Dómine, pia non desit orátio: quæ et múnera nostra concíliet, et tuam nobis indulgéntiam semper obtíneat. Per Dóminum.
Non ci venga mai meno o Signore, la preghiera dei tuoi santi, la quale sempre renda graditi i nostri doni e ci ottenga il tuo perdono. Per il nostro Signore.
PREFAZIO COMUNE
COMMÚNIO Levit. 23, 41 et 43. Mense séptimo festa celebrábitis, cum in tabernáculis habitáre fécerim fílios Israël, cum edúcerem eos de terra Ægýpti, ego Dóminus, Deus vester.
Celebrerete la festa nel settimo mese perchè io ho fatto abitare i figli d’Isræle sotto le tende quando li trassi dalla terra d’Egitto. Io sono il Signore Dio vostro.
POSTCOMMÚNIO Perfíciant in nobis, Dómine, quæsumus, tua sacraménta quod cóntinent: ut, quæ nunc spécie gérimus, rerum veritáte capiámus. Per Dóminum.
I tuoi sacramenti, o Signore, compiano in noi la grazia che contengono in modo da farci ottenere ora ciò che celebriamo nei simboli. Per il nostro Signore.
Commemorazione dei santi Cosma e Damiano martiri.
Prótegat, quæsumus, Dómine, pópulum tuum et participátio cæléstis indúlta convívii, et deprecátio colláta Sanctórum. Per Dóminum.
Signore, te ne preghiamo, proteggano il tuo popolo la concessa partecipazione al convitto celeste e l’accorata intercessione dei santi. Per il nostro Signore.
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