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Liturgia di San Francesco di Sales |
Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA |
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24
GENNAIO
SAN
FRANCESCO DI SALES
Vescovo
e Dottore della Chiesa
(1567-1622)
Memoria
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LETTURE:
Ef
3,8-12; Sal 88;
Gv
10,11-16 |
Nato
in Savoia, Francesco si laureò in diritto civile ed ecclesiastico a
Padova, e in teologia a Parigi. Divenuto sacerdote si dedicò alla
missione di ricondurre lo Chablais calvinista al cattolicesimo, e con
infinite fatiche vi riuscì. Fatto vescovo di Ginevra, residente ad Annecy,
attuò le riforme del Concilio di Trento, dedicandosi apostolicamente alla
predicazione. La sua bontà divenne proverbiale: L’ideale di san Paolo,
«farsi tutto a tutti»
(1 Cor 9,19-22), viene riproposto oggi ai cristiani da Francesco di
Sales: il laicato cattolico deve in parte a lui i primi lineamenti della
sua spiritualità e del suo apostolato. Il Concilio ha riconosciuto ai
laici — particolarmente nella Lumen
gentium, nell’Apostolicam
actuositatem, nella Gaudium
et spes, nei vari Messaggi —
un compito attivo e originale nella Chiesa e nel mondo, un impegno nelle
vane strutture ecclesiali, sociali, politiche, economiche, culturali, per
renderle più umane e animarle di spirito cristiano.
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La devozione è possibile in ogni vocazione professionale Dalla «Introduzione alla vita devota» di san Francesco di Sales, vescovo Nella creazione Dio comandò alle piante di produrre i loro
frutti, ognuna
«secondo la propria specie» (Gn 1, 11). Lo stesso
comando rivolge ai cristiani, che sono le piante vive della sua Chiesa,
perché producano frutti di devozione, ognuno secondo il suo stato e la
sua condizione. La
devozione deve essere praticata in modo diverso dal gentiluomo,
dall’artigiano, dal domestico, dal principe, dalla vedova, dalla donna
non sposata e da quella coniugata. Ciò non basta, bisogna anche accordare
la pratica della devozione alle forze, agli impegni e ai doveri di ogni
persona Dimmi, Filotea, sarebbe conveniente se il vescovo volesse vivere
in una solitudine simile a quella dei certosini? E se le donne sposate non
volessero possedere nulla come i cappuccini? Se l’artigiano passasse
tutto il giorno in chiesa come il religioso, e il religioso si esponesse a
qualsiasi incontro per servire il prossimo come è dovere del vescovo?
Questa devozione non sarebbe ridicola, disordinata e inammissibile? Questo
errore si verifica tuttavia molto spesso. No, Filotea, la devozione non
distrugge nulla quando è sincera, ma anzi perfeziona tutto e, quando contrasta
con gli impegni di qualcuno, è senza dubbio falsa. L’ape trae il miele dai fiori senza sciuparli, lasciandoli
intatti e freschi come li ha trovati. La vera devozione fa ancora meglio,
perché non solo non reca pregiudizio ad alcun tipo di vocazione o di
occupazione, ma al contrario vi aggiunge bellezza e prestigio. Tutte
le pietre preziose, gettate nel miele, diventano più splendenti, ognuna
secondo il proprio colore, così ogni persona si perfeziona nella sua vocazione,
se l’unisce alla devozione. La cura della famiglia è rèsa più
leggera, l’amore fra marito e moglie più sincero, il servizio del
principe più fedele, e tutte le altre occupazioni più soavi e amabili. E’ un errore, anzi
un’eresia, voler escludere l’esercizio della devozione dall’ambiente
militare, dalla bottega degli artigiani, dalla corte dei principi, dalle
case dei coniugati. E’ vero, Filotea, che la devozione puramente
contemplativa, monastica e religiosa può essere vissuta solo in questi
stati, ma oltre a questi tre tipi di devozione, ve ne sono molti altri
capaci di rendere perfetti coloro che vivono in condizioni secolari. Perciò
dovunque ci troviamo, possiamo e dobbiamo aspirare alla vita perfetta. |
MESSALE Antifona d'Ingresso Ger 3,15 Darò
a voi dei pastori secondo il mio cuore,
Colletta O
Dio, tu ha voluto che il santo vescovo Francesco di Sales si facesse tutto
a tutti nella carità apostolica: concedi anche a noi di testimoniare
sempre, nel servizio dei fratelli, la dolcezza del tuo amore. Per il
nostro Signore...
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Ef 3,8-12 Mi
è stato concesso di annunziare le imperscrutabili ricchezze di Cristo. Fratelli, a me, che sono l'infimo fra tutti i
santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai Gentili le
imperscrutabili ricchezze di Cristo, e di far risplendere agli occhi di
tutti qual è l'adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di
Dio, creatore dell'universo, perché sia manifestata ora nel cielo, per
mezzo della Chiesa, ai Principati e alle Potestà la multiforme sapienza
di Dio, secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo Gesù nostro
Signore, il quale ci dà il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio
per la fede in lui.
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 88
Canterò senza fine le grazie del Signore, «La mia grazia rimane per sempre» ; «Ho stretto un'alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide mio servo:
Canto al Vangelo Gv 10,14 Alleluia, alleluia. Io sono il buon pastore, dice il Signore; conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. Alleluia.
Il
buon pastore offre la vita per le pecore. In
quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre
la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale
le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e
fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli
importa delle pecore. Io
sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me,
come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le
pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore» .
Sulle Offerte O
Padre, questo sacrificio, suprema testimonianza dell'amore del tuo Figlio,
comunichi a noi l'ardore del tuo Santo Spirito, che infiammò il cuore
mitissimo di san Francesco di Sales. Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla Comunione Cf Gv 10,11 Il
buon pastore dona la vita
Dopo la Comunione O
Signore, che ci hai dato la gioia di partecipazione ai tuoi sacramenti nel
ricordo di san Francesco di Sales, fa' che in ogni circostanza della vita
imitiamo la sua carità paziente e benigna per condividere la sua gioia
nel cielo. Per Cristo nostro Signore.
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